Gp di Singapore, 15/a tappa del Mondiale di Formula 1 2018. Analizziamo quanto è accaduto sul circuito cittadino asiatico con la nostra monoposto, fornita di un cambio vintage ma efficace a “7 marce”.
Viaggia in 7/a marcia, Lewis Hamilton – “Singapore, vado a Singapore, vi saluto belle signore. Singapore, vado a Singapore, e vi lascio al vostro dolore“. Così cantavano i Nuovi Angeli, storico gruppo musicale italiano. Hamilton invece fa il solito angelo. Pole da urlo, partenza ottima, gara condotta in testa con relativa tranquillità. Quinto Mondiale in cassaforte per Lewis, il solito angelo. Che ci lascia al nostro dolore (sportivamente parlando) da ferraristi…
Viaggia in 6/a marcia, Max Verstappen – Non imita (e meno male) la partenza monstre dello stesso Gp a Singapore, non reagendo d’istinto al sorpasso di Vettel. In questo modo, riscatta quanto di negativo fece 12 mesi or sono con una gara regolare che, grazie agli errori strategici Ferrari, gli vale il secondo posto in gara.
Viaggia in 5/a marcia, Fernando Alonso – Sì, sono le sue ultime fatiche in Formula 1. Ma quando trova una macchina che funziona e una piena sintonia con i box, sfoggia senza fatica una dignitosissima gara con il settimo posto finale.
Viaggiano in 4/a marcia, Charles Leclerc e Kimi Räikkönen – Primo Gp dopo l’annuncio del reciproco cambio di volante. Gara regolare senza infamia e senza lode per il ferrarista futuro sauberista, ennesima gara a punti per il sauberista futuro ferrarista. La sensazione è che entrambi hanno però ancora cartucce da sparare prima di intraprendere la loro nuova avventura.
Viaggia in 3/a marcia, Sergey Sirotkin – Il russo della Williams si fa finalmente notare. Dopo 15 gare di anonimato, perlomeno abbiamo capito che sa essere malizioso quanto occorre esserlo. Chiedere informazioni a Brendon Hartley.
Viaggia in 2/a marcia, la Force India – Dopo due ottime prove, la nuova gestione della scuderia indiana firmata Lawrence Stroll incappa nella sua prima gara no. Dovuta principalmente alla rivalità mai sopita tra Pérez e Ocon. La quale qualche volta va sopra le righe, come nella partenza a Singapore.
Viaggia in 1/a marcia, la Ferrari – La sciagurata scelta di far montare a Vettel le ultrasoft dopo la prima sosta è solo l’ultimo di una serie di pasticci che il muretto di Maranello sta commettendo in gara. La sensazione di aver la vettura più forte del lotto permane. Quella di stare gettando al vento un Mondiale a causa dei propri errori, pure.