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La nuova Svizzera cerca conferme

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Il bilancio della Svizzera, dopo questi primi appuntamenti internazionali, parla di una vittoria (6-0) con l’Islanda in Nation League e una sconfitta di misura (1-0), ieri sera, a Leicester contro l’Inghilterra. Tuttavia, per ciò che si è visto, tecnico e staff possono essere soddisfatti rispetto a quanto visto in queste due occasioni.

Come avevamo scritto la scorsa settimana, la Nati veniva da un momento difficile. L’eliminazione ai mondiali per mano della non irresistibile Svezia, le polemiche anche extracalcistiche (durante e dopo il torneo), il pensionamento anticipato di Behrami e Fernandes e quello (poi rientrato) di Lichsteiner avevano creato parecchie tensioni.

Durante questo raduno, Petković è riuscito a ritrovare il gruppo. Lui, che è sempre stato accusato di non cambiare, contro l’Islanda ha invece schierato una formazione dove il giocatore più vecchio era il portiere Sommer (29 anni). Ha lanciato l’emergente Mbabu sulla fascia destra, complice l’assenza per infortunio di Lang, lasciando in tribuna Lichtsteiner. E il ginevrino dello Young Boys, in questo momento probabilmente il miglior giocatore della Super League svizzera, lo ha ripagato con un’ottima prestazione. Certo, l’Islanda aveva fuori sei titolari, ed è una squadra in evoluzione: però, il rotondo risultato e la buona prova di tutti hanno creato ottimismo.

Anche Zakaria, schierato nel 4-2-3-1 contro gli scandinavi, ha fatto bene (un gol, tra l’altro), a fianco di Xhaka, dimostrando che, nel ruolo che fu di Behrami, il mediano ex Young Boys e attualmente al Borussia Mönchengladbach ha un futuro, coi suoi 21 anni. Unica nota stonata Breel Embolo, che dopo il grave infortunio patito la scorsa stagione sembra non riuscire a trovare il passo e i colpi delle sue migliori stagioni a Basilea.

La partita (amichevole) contro l’Inghilterra ha invece visto soluzioni nuove e interessanti. I rossocrociati hanno provato un’inedita difesa a tre, con gli esterni (Rodríguez e Lichsteiner, che ieri ha ritrovato il posto in squadra) a giocare larghi a centrocampo, pronti a dare supporto alla retroguardia. Davanti, Shaqiri arretrato dietro a Gavranović. Soprattutto nella prima frazione, prima della girandola di cambi, la Svizzera ha fatto bene: l’ex interista ha colpito un palo al 7′, dopo una bel recupero del compagno di reparto, il quale ha avuto a sua volta una buon occasione al 31′.

In avvio di ripresa è arrivata la rete decisiva, messa a segno, da Rashford, al 54′, su azione da calcio d’angolo. Gli elvetici hanno avuto una buona possibilità con Shaqiri al 64′ il quale, da buona posizione, è stato murato dalla retroguardia avversaria. Per il resto, una prova tutto sommato positiva dal punto di vista della prestazione.

Bilancio positivo, dunque. Il dato positivo è stato quello del pubblico che ha riempito il kybunpark di San Gallo al massimo della sua capienza (15.000 posti) per una partita tutto sommato non di cartello, e in totale assenza di tifoseria avversaria. Questo significa che attorno alla Nati l’entusiasmo non è venuto meno, nonostante quanto accaduto in questi ultimi mesi, con polemiche pesanti che potevano davvero minare il supporto dei tifosi rossocrociati.

Dal punto di vista tecnico, la scelta di inserire nuovi giocatori, anche se giovani e senza una grande esperienza internazionale, ha dato i risultati sperati. L’entusiasmo e la forza fisica di Mbabu e Zakaria sono due ottime notizie, in prospettiva futura, sia per la giovane età che per il talento mostrato. A questi va aggiunto l’ex Basilea Akanji (attualmente a Dortmund), che è stato uno dei migliori nella sfortunata spedizione russa.

Come ha detto Antonio Manicone, vice di Vlado ed ex giocatore dell’Inter, ai microfoni di Armando Ceroni della RSI, l’intensità e la forza fisica portata dai nuovi innesti potrà fare, in futuro la differenza. A colpire favorevolmente l’allenatore in seconda dei rossocrociati è stata anche la coesione e lo spirito con il quale il gruppo ha partecipato agli allenamenti, riuscendo poi ad attuare in partita le varie soluzioni tattiche provate durante le sedute dedicate.

L’altra novità è la duttilità tattica. Petković non ama fare esperimenti, ed è molto conservatore, sia dal punto di vista degli uomini che da quello della disposizione in campo. Questa volta, invece, lo si è visto motivato a cercare soluzioni alternative. Certo, i sei gol all’Islanda non sono la soluzione automatica alla tradizionale stitichezza in avanti della Nati. Tuttavia, la voglia di cercare nuove soluzioni e una maggiore intensità di gioco potrebbero, nel medio periodo, creare situazioni più favorevoli nella fase offensiva. Dopodiché, molto dipenderà dagli interpreti.

Infine, altro spunto positivo, come abbiamo già accennato più sopra, è quello del pubblico. Tuttavia, vale la pena ribadirlo, perché non era così scontato. La nazionale rossocrociata, al di là dei vari commenti che abbiamo ascoltato in questi mesi nelle tribune e nelle sale stampa degli stadi elvetici, è ancora molto amata dai tifosi. Le pur dure polemiche, che si sono innestate in questioni che col calcio nulla hanno a che fare, non hanno scalfito lo zoccolo duro degli appassionati, che restano la ricchezza più grande. Insomma, il viaggio verso i piani nobili del calcio, che sembrava essersi bruscamente interrotto il 3 luglio a San Pietroburgo, è ripreso: vedremo dove arriverà.