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Agiurgiuculese, un bronzo condiviso da Italia e Romania

La bacheca dello sport italiano si arricchisce del bronzo di Alexandra Agiurgiuculese, conquistato a Sofia ai mondiali di ginnastica ritmica nella finale alla palla. Un risultato che va oltre il prestigio del podio iridato, ma entra nella storia perché riporta un’azzurra sul podio di una gara individuale rompendo un digiuno lungo 27 anni. Davanti l’azzurra ci finiscono le due russe Dina Averina e Alexsandra Soldatova che si spartiscono oro e argento, mentre l’altra ginnasta nostrana, la marchigiana Milena Baldassarri, chiude con un brillante quarto posto.

Una soddisfazione italiana da condividere con la Romania. Perché è lì che ha avuto i natali questa giovane atleta ed è lì che è sbocciato l’amore per una disciplina meno nota rispetto alla cugina “artistica”: la scoperta di un talento innato nel compiere con particolare semplicità e leggiadria movimenti complicati. Le esigenze economiche e lavorative della famiglia hanno dato una sterzata al suo destino portandola in terra friulana a gareggiare per la nostra nazionale. Il resto del racconto è storia recente.

Si potrebbe parlare di una delocalizzazione al contrario. Mentre alcune aziende decidono di trasferirsi all’estero e spostare la manodopera nell’Est Europa o in Cina, nel corso degli ultimi anni tanti stranieri da diversi paesi hanno scelto di venire in Italia. Storie e motivazioni diverse, chi per lavoro, chi per matrimonio. La Agiurgiuculese come il famoso quartetto della staffetta azzurra a Tarragona sono figlie di questi flussi migratori, ma abbiamo celebrato con orgoglio i loro successi come è giusto che sia. In passato capitò la stessa cosa anche a noi con i Vincenzo Scifo o i Joe DiMaggio e tanti altri esempi di sportivi di origine italiane che fecero le fortune di altre nazioni. Il tempo e la storia sono cambiate, si viaggia e ci si sposta con più facilità, per questo non dobbiamo stupirci né contrariarci davanti a coloro, che difendono i nostri colori nonostante il loro cognome racconti qualcosa di poco italiano. Un bene soprattutto per discipline dove la nostra tradizione non eccelle, cito per esempio il tennistavolo in cui la presenza di atleti cinesi nazionalizzati può aiutare a far crescere il movimento. Lo stesso discorso vale per la ginnastica ritmica: con la Agiurgiuculese abbiamo ritrovato una medaglia mondiale individuale. C’è da auspicarsi che sia l’inizio di una lunga serie che spinga verso l’alto anche la nostra federazione.