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Il Collegio di Garanzia del CONI ha deciso: Serie B a 19 squadre

Si chiude, almeno fino a domani allorquando si pronuncerà il Tribunale Federale Nazionale, una delle pagine più tristi del calcio italiano con la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI sulla questione dei ripescaggi in Serie B e, di conseguenza, sulle partecipanti al campionato di Serie C.

Il verdetto dei componenti del Collegio di Garanzia del CONI (Franco Frattini, Massimo Zaccheo, Mario Sanino, Dante D’Alessio e Gabriella Palmieri Sandulli) pone fine al “tutti contro tutti” estivo e ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati, ovvero quelli proposti da TernanaPro VercelliNovara Calcio, Robur Siena, Virtus Entella e Calcio Catania. La decisione è stata assunta a maggioranza con il dissenso del Presidente del Collegio di Garanzia e di un componente.

Inizialmente, tutto verteva intorno al ricorso fatto dal Novara (a cui si è accodato il Catania come beneficiario) riguardo l’illecito amministrativo. I primi due gradi di giudizio sportivo (il Tribunale Nazionale Federale del 17 luglio e la Corte Federale d’Appello del 1° agosto) avevano dato ragione al Novara e quindi in linea teorica Novara e Catania sarebbero diventate le prime due squadre della lista delle ripescabili. Poi, il ricorso della Ternana e della Pro Vercelli aveva sparigliato di nuovo tutto e le ripescabili sarebbero stati proprio gli umbri e i piemontesi, con il Siena a trarne beneficio indiretto. Così facendo, ovvero ritenendo inammissibili o addirittura improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse i vari ricorsi, si è azzerata qualsivoglia velleità dei club interessati.

In realtà, però, come scrivevamo nell’incipit, non è ancora del tutto conclusa la vicenda: domani si discuterà a Roma, al Tribunale Federale Nazionale, il ricorso presentato dal Calcio Catania per l’annullamento degli atti emessi dalla FIGC il 13 agosto. Il CONI si è dichiarato “incompetente” e il TFN si pronuncerà sulla legittimità o meno degli atti promulgati dal commissario Roberto Fabbricini appena un mese fa.

C’è chi esulta, c’è chi minaccia, c’è chi piange, c’è chi urla e c’è chi promette vendetta; tanto tutto ciò con molta probabilità si ripercuoterà anche sui rapporti tra tifosi, come se non bastassero le antipatie già esistenti. Ma del resto l’Italia, in tutti i settori e non solo nel calcio, ci ricorda sempre più un celebre film del 1989 diretto da Danny DeVito: all’inizio ci si ama, poi ci si detesta, infine si litiga a tal punto finché i protagonisti muoiono uccidendosi.