La notizia trapelava ormai da giorni, finché questa mattina è arrivata l’ufficialità: Charles Leclerc sarà il 95esimo pilota della Ferrari in Formula 1 e affiancherà Sebastian Vettel a partire dal 2019. Per un pilota che arriva, ovviamente, ce n’è uno che parte: Kimi Räikkönen lascia la Scuderia dopo otto stagioni, nove vittorie e un titolo iridato, per tornare alla Sauber, che lo lanciò nel 2001.
A ogni ferrarista, questa notizia provocherà un misto di emozioni. La prima sensazione sarà sicuramente di nostalgia. Iceman è sempre stato innamorato del Cavallino Rampante, così come egli è amatissimo dai tifosi in rosso: inevitabile che l’addio, nonostante i 39 anni di età, sia dei più dolorosi. Il 2018, inoltre, è di gran lunga la migliore stagione di Kimi dal suo ritorno in Ferrari e anche questo non può che acutizzare l’enfasi del distacco. Inutile rimarcare, poi, che l’ultimo titolo mondiale portato a Maranello sia stato conquistato dal silenzioso finlandese biondo e pieno di talento, nel lontanissimo 2007. Infine, l’apporto del numero 7 per il miglioramento della monoposto rossa nel corso delle ultime stagioni è stato determinante ed estremamente prezioso.
Oltre a queste emozioni, però, non può mancare l’entusiasmo per l’arrivo di un ventenne dalle prospere speranze. Leclerc, monegasco, ha debuttato in Formula 1 alla guida dell’Alfa Romeo Sauber nella stagione in corso, durante la quale ha già dimostrato di avere una classe cristallina. Gli occhi dei tifosi della Ferrari sono stati attratti dalle manovre di Charles già negli ultimi due anni, quando, ancora adolescente, il campioncino di proprietà della Ferrari Driver Academy conquistava in sequenza il titolo di GP3 Series e di Fomula 2.
La simpatia dell’ambiente di Maranello nei confronti di Leclerc si è acuita ulteriormente grazie al carattere genuino, umile e composto manifestato nel corso della stagione in corso. Per non citare, peraltro, la scorrevolezza con cui Charles parla in italiano, fattore notoriamente apprezzato dai tifosi della Scuderia. Infine, per comprendere fino al midollo l’anticipato attaccamento fra la Rossa e il monegasco si deve risalire agli esordi della sua carriera.
Il piccolo Leclerc inizia a correre con i kart sul tracciato di proprietà del padre di uno dei suoi amici: Jules Bianchi. Come Jules, Charles viene ingaggiato nel programma della Ferrari Driver Academy e con la spinta di questo vivaio approda in Formula 1. Bianchi, tragicamente scomparso in seguito a un drammatico incidente nel GP del Giappone del 2014, fu il primo pilota a essere ingaggiato dall’organizzazione accademica e ora, a 10 anni di distanza, Leclerc sarà il primo giovane allevato in casa a sedersi sul sedile della madre delle scuderie, nel ricordo dell’amico.
Per poter giudicare la scelta dei dirigenti della Ferrari, ovviamente, dovremo aspettare. Nel frattempo, però, possiamo permetterci di comprendere la difficoltà della decisione e, a suo supporto, possiamo evidenziare come per la Rossa il futuro non può che essere verso la gioventù. Nei prossimi anni, la generazione di Vettel, di Hamilton e di Alonso verrà minacciata da una nuova ondata di piccoli piloti destinati a occupare la scena della Formula 1: Verstappen, Leclerc, Gasly, Norris e Russell su tutti. Dopo tanti anni in cui Maranello ha preferito l’esperienza, il nuovo quadro dirigenziale, retto dal presidente John Elkann, dall’amministratore delegato Louis Camilleri e da Maurizio Arrivabene, ha rotto con il passato e ha scelto la via con più interrogativi e più rischi: Leclerc sarà il secondo pilota più giovane di sempre a guidare una Ferrari.
Aspettando di poter ringraziare Kimi con tutte le proprie forze al termine del Gran Premio di Abu Dhabi, i ferraristi dovranno essere pronti a sostenere l’enfant prodige che chiacchiera in italiano con il sorriso e che proverà a far volare la sua carriera vestito di rosso, nel ricordo dell’amico Bianchi e sulla scia delle speranze della Ferrari Driver Accademy.