Come pregiudicare una carriera in pochi secondi
In una giornata trionfale per il motociclismo italiano – a Misano, infatti, in tutte le categorie ha trionfato un italiano (Dalla Porta in Moto3, Bagnaia in Moto2 e Dovizioso in Moto GP) – è triste dover parlare di una macchia purtroppo impossibile da ignorare.
Errare è umano, perseverare è diabolico. E oggi Romano Fenati, già entrato nell’occhio del ciclone due anni fa, ha scritto una pagina negativa nel libro della sua carriera – e nulla ci fa pensare che non possa essere l’ultima. Dalla diretta, il confronto tra l’ex pilota della VR46 Academy e Stefano Manzi sembrava il classico duello finito con degli errori, per cui almeno inizialmente ha fatto molto scalpore vedere la grafica che parlava di bandiera nera e squalifica – specialmente considerando che la bandiera nera viene esposta molto raramente. Ma il replay ha confutato ogni dubbio sul motivo di una decisione tanto estrema: in pieno rettilineo, a 250 km/h, Fenati si avvicina a Manzi e tira il freno della moto del rivale. Un gesto sconsiderato, che poteva causare conseguenze terribili.
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Le reazioni del paddock, ovviamente, non si son fatte attendere: dopo la sentenza della Dorna, che ha ufficializzato una squalifica per due gare, i piloti e gli addetti ai lavori si son divisi – per alcuni, tra cui Cal Crutchlow, la decisione è troppo morbida. e l’italiano doveva essere bandito dal Mondiale. In ogni caso, ovviamente, tutti son d’accordo sulla gravità e sull’insensatezza del gesto. Abbastanza sconsolato Valentino Rossi, che aveva già avuto a che fare con Fenati nell’ambito della sua Academy: “Credo che lo stop di due Gran Premi sia giusto. Anche noi abbiamo puntato molto su di lui in passato con l’Academy ma non siamo riusciti a gestirlo, e per noi è stata una sconfitta. Mi dispiace per quello che abbiamo visto oggi, è stato un gesto davvero brutto”. Il Marinelli Snipers Team non ci ha messo tanto per decidere le sorti di Fenati, cancellando il suo contratto, e anche MV Agusta, che tornerà nel Motomondiale dal prossimo anno e che aveva un accordo con Fenati, lo ha scaricato.
https://twitter.com/MotoGP/status/1039099780599881729
Chissà cosa ha portato Fenati a “spegnere il cervello”, come ha detto Marc Marquez. Il dato preoccupante è che gesti del genere sembrano essere in crescita nell’ambito dei motorsport: giusto due mesi fa, in Formula 2, Santino Ferrucci – ormai ex pilota Trident e membro dell’Academy della Haas – era stato licenziato dal proprio team per atti di bullismo, sia in pista sia fuori, nei confronti del compagno di squadra Arjun Maini: lo statunitense, dopo aver subito un tentativo di sorpasso da Maini, ha colpito la sua vettura durante il giro di rientro; oltre alle quattro gare di squalifica rimediate per il comportamento nei confronti di Maini, durante lo stesso weekend aveva ricevuto due multe per non essersi presentato dai commissari di gara e per aver portato il cellulare con sé durante le procedure di controllo della vettura.
Trident intends to show their solidarity and support to @ArjunMaini_ and his family, for the unsportsmanlike and above all uncivilized behavior that he was forced to endure not only during this last weekend by Santino Ferrucci and father, who accompanied him. https://t.co/Z78SjIjXXH
— Trident Team (@trident_team) July 8, 2018
Nel caso dello statunitense, il futuro, almeno in Europa, è decisamente compromesso – il licenziamento dalla Trident e l’allontanamento dalla Haas sono un colpo pesante, e le uniche prospettive sono ora quelle di provare a tornare in patria e trovare un sedile in Indycar. E anche per Fenati, ora, il futuro potrebbe diventare meno roseo di quanto tutti si aspettavano dopo le ottime stagioni in Moto3. E questi due casi fanno forse capire che bisogna iniziare a tenere in considerazione anche la maturità e il lato umano di un pilota, prima di metterlo sotto contratto.