Si è conclusa la regular season della NRL – National Rugby League 2018. Il massimo campionato australiano e mondiale di rugby a XIII prevede 24 giornate, divise in sfide di andata e ritorno in attesa dei playoff. E quel momento, finalmente, è arrivato: down under le chiamano Finals ma la solfa è la stessa: 8 squadre rimaste in corsa e un titolo da assegnare.
La formula cambia meno che al rugby league di altre latitudini, va detto. Per quanto imperfetta e sicuramente perfettibile, quella dei 24+finals è una soluzione che piace ai più. Garantisce che le gerarchie emerse durante l’anno condizionino effettivamente la fase a scontri diretti, ma lascia ugualmente che la tensione cresca, monti e arrivi al culmine della Grand-Final. Non sempre, come accade in NFL, NBA e quant’altro, chi “vince” la stagione regolare porta poi a casa il titolo di campione, ma anche qui sta il bello: a noi calciofili europei, abituati soprattutto in altre discipline a promozioni, retrocessioni e campionati privi di tetto salariale, parrebbe assurdo non far diventare campioni coloro che hanno chiuso in testa alla classifica, ma sarebbe ingenuo, oltre che sbagliato, giudicare senza tener conto delle differenze in termini di abitudini culturali e sportive.
Fatta questa premessa, chi l’ha poi vinta la regular season? O anche: come se la sono cavata i giocatori azzurri impegnati nel torneo?
Proviamo a rispondere, tema su tema.
Al termine delle canoniche 24 giornate sono stati i Sydney Roosters, società alla stagione n. 112 nel league professionistico, a chiudere in testa e portarsi a casa il trofeo della Minor Premiership.
L’augurio dei tifosi Easts è ovviamente che questo sia un antipasto della Grand-Final in programma domenica 30 settembre all’ANZ Stadium di Sydney, e certamente le premesse ci sono tutte: il centro Latrell Mitchell, classe 1997 prodotto dei Taree Red Rovers, fresco di 3 caps con New South Wales nello State of Origin di quest’anno, ha messo a segno 228 punti, frutto di 15 mete, secondo in classifica marcatori dietro soltanto a Jamayne Isaako dei Brisbane Broncos.
Sempre Mitchell è stato il quinto miglior calciatore della lega, dietro allo stesso Isaako, al veterano Cameron Smith (Melbourne Storm), all’inglese Gareth Widdop (St. George Illawarra Dragons) e Adam Reynolds, protagonista coi suoi South Sydney Rabbitohs nel ruolo di mediano di mischia.
Ma se si escludono i punti realizzati dalla piazzola, spiccano le 22 mete realizzate da David Fusitu’a, già visto a livello internazionale con Tonga nonostante i 2 cap precedenti con la Nuova Zelanda. E degli Warriors, unica franchigia Kiwi della NRL, il 23enne di Auckland è una delle grandi speranze: elemento versatile che può essere schierato in tre posizioni (ala, estremo, centro), è molto completo e viene da una stagione top. Dopo anni di magra i neozelandesi, guidati dall’ex ct Stephen Kearney, sono tornati finalmente a vivere le luci della ribalta: 15 vittorie, 9 sconfitte e la conquista di un posto playoff.
Il tema dei giocatori italiani, di nascita australiana ma qualificati per heritage a indossare la casacca della Nazionale vale la pena esplorarlo. Gli occhi di tutti, specialmente dopo un Mondiale non proprio perfetto con l’Italia, puntavano tutti su James Tedesco, estremo classe 1993 precedentemente in forza ai Wests Tigers. Dopo un avvio stentato, il n. 1 azzurro ha chiuso con 9 mete in 22 incontri, per approdare per la prima volta in carriera ai playoff.
Non che sia nuovo, carriera alla mano, ai grandi palcoscenici, al netto delle due Coppe del Mondo disputate sinora: è stato tra gli uomini decisivi nell’Origin portato a casa quest’anno da New South Wales e gli 80 mila spettatori che si augura di trovare nella finalissima di Sydney non sono molto diversi da quelli già “assaporati” nella serie contro Queensland.
Inoltre, la sfida ai Cronulla-Sutherland Sharks di questo sabato può essere decisiva per una maglia da titolare nell’Australia, data la presenza del concorrente e rivale Valentine Holmes, l’uomo dei record lo scorso autunno a livello iridato.
Ma Teddy non è l’unico azzurro ancora in corsa per il titolo di campione d’Australia. E la lista non riguarda solo i giocatori ma si sposta sull’area tecnica: Cameron Ciraldo, commissario tecnico dell’Italia nelle finestre internazionali 2016 e 2017, nonché giocatore della Nazionale nel triennio 2011-2013, a inizio agosto ha sostituito con un incarico ad interim Anthony Griffin sulla panchina dei Penrith Panthers e guiderà la squadra nella sfida playoff contro i NZ Warriors, dopo 2 vittorie e altrettanti ko nelle ultime 4 gare di regular season.
Se risale addirittura al 2009 l’esordio internazionale di Ciro, che assaggiò la maglia azzurra per la prima volta in un’amichevole contro Malta nell’Australian Mediterranean (Aus-Med) Shield al Marconi Stadium di Sydney, è negli ultimi anni soprattutto che s’è stretto sempre più il legame con la “madrepatria”, fino alla soddisfazione di allenare la Nazionale in 3 match iridati lo scorso anno. E ora è arrivata quella di guidare i suoi Panthers in NRL, in attesa delle finali.
Meno brillante la stagione dei Parramatta Eeels di Daniel Alvaro e Nathan Brown. Se Alvaro si è comunque tolto lo sfizio della nomina di Giocatore dell’anno del suo club, questo “cucchiaio di legno” dovrà essere presto dimenticato dai due piloni italiani e tutta Parramatta.
La grafica sopra si riferisce alla graduatoria VB Hard Earned, cioè ai giocatori che hanno maggiormente “lavorato” in campo secondo questo particolare indice statistico. Spicca, sempre in tema di Italia, la presenza sia dello stesso Alvaro che di Aidan Guerra, sceso in campo con la Nazionale al Mondiale 2013 ma assente nel 2017. Il passaggio ai Newcastle Knights, dopo alcuni anni di difficoltà ai Roosters, ha giovato alla seconda linea, 10 caps con Queensland tra 2014 e 2017.
Chiude, ultimo ma non ultimo, la carrellata degli italiani il pilone Paul Vaughan, al secondo anno coi Dragons, dopo un 2017 strepitoso. La Red V, rinfrancata quest’anno dall’arrivo del formidabile avanti inglese James Graham, ha dovuto rinunciare alle prestazioni dell’ex Canberra Raiders per un infortunio proprio a ridosso dei playoff.
Di seguito, l’elenco delle partite del primo turno.
Melbourne Storm-South Sydney Rabbitohs
Penrith Panthers-New Zealand Warriors
Sydney Roosters-Cronulla Sharks
Brisbane Broncos-St. George Illawarra Dragons