La Nations League, il torneo che accende le speranze delle Nazionali minori
Sta per partire la prima edizione della Nations League, il torneo per Nazionali maggiori istituita dall’UEFA. L’intento dell’organismo calcistico europeo è chiaro: aumentare la competizione tra le varie squadre del vecchio continente, mettendo gradualmente da parte l’idea di disputare gare amichevoli durante l’anno. E, naturalmente, di ottenerne anche un vantaggio in termini economici, visto che un campionato di questo tipo attrae sponsor e investitori. Ma tralasciamo per il momento l’aspetto finanziario e concentriamoci sull’aspetto sportivo.
Le squadre iscritte all’UEFA sono state suddivise in quattro leghe (A, B, C, D, determinate in base al ranking precedente alle qualificazioni per la Coppa del Mondo 2018) e a loro volta ripartite in quattro gironi. L’Italia, come ben sapete, è stata inserita nel girone con Polonia e Portogallo. Verranno giocate partite di andata e ritorno, con cui verrà determinata la classifica di ciascun girone. Alla fase successiva, una vera e propria Final Four da disputare in sede unica, si qualificheranno le prime classificate di ogni raggruppamento della Lega A. Le ultime, invece, verranno retrocesse nella lega sottostante, proprio come avviene nei singoli campionati nazionali.
Il cambiamento epocale, però, è soprattutto un altro e riguarda il meccanismo di qualificazione al successivo Campionato Europeo. La Nations League permetterà infatti di prestabilire la griglia degli eventuali playoff, visto che la vincitrice di ogni lega se ne assicurerà un posto. Per la prima volta compagini di terzo o addirittura quarto/quinto livello, abituate a fare solamente da sparring-partner, avranno qualche chance in più di qualificarsi per gli Europei. Tradotto, le squadre minori – ossia Azerbaigian, Macedonia, Bielorussia, Georgia, Armenia, Lettonia, Isole Faroe, Lussemburgo, Moldavia, Kazakistan, Liechtenstein, Malta, Andorra, Kosovo, San Marino, Gibilterra – concorreranno per partecipare alle gare di spareggio, cosa che non avrebbero potuto fare con la vecchia formula.
Il mondo sta cambiando e chissà, dopo l’esordio a Euro 2016 di nazioni poco abituate alla ribalta europea (Albania, Galles, Irlanda del Nord, Islanda e Slovacchia), arriverà il tempo di vedere quelle Nazionali che fino a pochi decenni fa erano considerate vere e proprie “squadre materasso”.
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