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Diamond League 2018: Ibargüen e Coleman fanno le stelle, Tamberi terzo a Bruxelles

Si è conclusa tra giovedì e venerdì scorso – con le tappe finali di Zurigo e Bruxelles – la stagione 2018 della Diamond League. La nona edizione della manifestazione di atletica leggera organizzata dalla IAAF svoltasi dal 4 maggio al 31 agosto, con quattordici tappe (meeting internazionali) divise in tredici diversi stati e quattro continenti. Trentadue le discipline interessate che nelle tappe finali di Zurigo e Bruxelles hanno incoronato altrettante stelle, o meglio, diamanti. Tra conferme, rivalità, colpi di scena e l’ascesa di nuovi fuoriclasse.

La regina

Caterine Ibargüen: è stata lei l’atleta più dominante di questa Diamond League 2018. Una conferma, anzi una super conferma. Per la triplista e lunghista colombiana si tratta del quinto e sesto successo in Diamond League – quinto diamante nel salto triplo e primo nel salto in lungo – per un bis memorabile. Quattro mesi di egemonia praticamente incontrastata: Ibargüen ha chiuso l’en plein nel triplo (la sua vera specialità) con rispettivamente cinque successi in altrettante gare, aggiudicandosi poi la finale di Bruxelles anche nella specialità del lungo, a sole ventiquattro ore di distanza dalla vittoria nella finale del triplo a Zurigo. Una campionessa in pista e fuori che rappresenta ad oggi l’icona simbolo del circuito IAAF. Una fuoriclasse appariscente, “vistosa”, a suo agio davanti alle telecamere e dotata di una bellezza rara. Una stella che tutti vorrebbero avere ed esibire e che la IAAF dovrà essere brava a inserire al centro del suo programma.

L’uomo che avanza

La tappa finale di Bruxelles ci ha probabilmente regalato la prestazione più esaltante di tutta la Diamond League 2018. L’ha realizzata lo statunitense classe 1996 Christian Coleman, che ha chiuso la finale dei 100 metri con il tempo di 9″79 – 7° prestazione migliore di sempre. Un 2018 da incorniciare per Coleman che già a inizio stagione – ad Albuquerque (Nuovo Messico) – aveva stabilito il nuovo record mondiale indoor sui 60 metri in 6″34.

Casa Italia

Filippo Tortu e il salto in alto. Possiamo riassumere così i piazzamenti sul podio degli atleti azzurri in questa Diamond League 2018. Il bronzo di Filippo Tortu sui 100 metri al Golden Gala di Roma ha un valore speciale, sia perché in una competizione dove l’Italia ha sempre faticato tantissimo, sia perché quella notte all’Olimpico Filippo ha messo dietro atleti di primissimo piano, come il sopra citato Christian Coleman, l’altro USA Mike Rodgers e il sudafricano Akani Simbine. La stagione azzurra della Diamond League è stata però scandita dalla continua presenza di atleti nelle prove del salto in alto, con un bottino finale di un argento e due bronzi, uno dei quali – quello di Elena Vallortigara – conquistato anch’esso al Golden Gala di Roma. Ma è stato il 22 luglio a Londra, durante l’undicesima tappa della Diamond League, che Elena ha superato sé stessa ottenendo il suo nuovo primato personale con la misura di 2.02 m (diventando la quarta italiana di sempre a superare i 2 metri nel salto in alto) che gli è valsa il secondo posto nel meeting alle spalle della solita Mariya Lasitskene. Il podio più prestigioso invece – perché ottenuto alla finale di Bruxelles saltando 2.33 m – è un piacevolissimo ritorno: quello di Gianmarco Tamberi. Il momento della rinascita sembra ora ufficialmente arrivato.

Il parterre dei 200 metri donne

È da sempre una delle prove più affascinanti del mondo dell’atletica leggera, per la sua capacità di riuscire a condensare emozioni, gioie e delusioni in pochissimi secondi, in uno spettacolo da godersi a fiato sospeso, il tempo di una curva e un rettilineo. Una delle gare per eccellenza della velocità che, al femminile, sta vivendo un momento storico. Non c’è l’equivalente in rosa di Usain Bolt, né tanto meno siamo vicini alla caduta di un record mondiale, ma la qualità complessiva che questa gara può schierare in questo momento ha pochi eguali nel tempo.  L’atleta più in forma è la bahamense Shaunae Miller-Uibo, vincitrice sui 200 metri di quattro tappe – finale di Bruxelles compresa – della Diamond League. Di Marie Josée Ta Lou, Shericka Jackson e Jenna Prandini gli altri tre successi. Una media distanza, quella dei 200 metri, che vede entrare nel lotto delle partecipanti sprinter pure che “salgono” dai 100 metri, proprio come la Ta Lou e l’altra ivoriana – vincitrice a Zurigo della finale dei 100 metri della Diamond League – Marielle Ahouré,  e quattrocentiste che “scendono” dal giro di pista come la stessa Shaunae Miller-Uibo. Un mescolamento di atlete dalle caratteristiche diverse che esalta lo spettacolo della competizione su questa distanza. L’asticella continua ad alzarsi e la qualità dei 200 metri femminili è ai massimi storici. Tanti nomi sono già stati fatti, ma altri tre – paradossalmente i più importanti – vanno ancora aggiunti al parterre delle stelle: la bicampionessa europea di 100 e 200 metri Dina Asher-Smith, la fuoriclasse jamaicana Elaine Thompson e per finire lei: la regina nei grandi appuntamenti dei 200 metri – l’olandese Dafne Schippers. Otto atlete per otto corsie in una finale dei sogni con otto favorite.