Home » Il Lugano, tra aspettative e realtà

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La vittoria di sabato sera, in casa, contro lo Zurigo, oltre ad essere la prima stagionale tra le mura amiche, permette al Lugano di passare la sosta per le partite delle nazionali senza particolari polemiche. La settimana passata, infatti, era trascorsa con un certo nervosismo dell’ambiente, tra le voci di un possibile esonero del tecnico Abascal e il disappunto, peraltro espresso in modo esplicito, del presidente Renzetti rispetto al gioco della compagine ticinese.

La vittoria di sabato sera, ovviamente, non risolve tutti i problemi emersi finora (non fosse altro perché mancano 30 partite alla fine del torneo). Tuttavia, rispetto alla gara interna con il GCZ, e alla sfortunata trasferta di Lucerna, si sono visti dei cambiamenti e dei miglioramenti, nel gioco e nell’atteggiamento.

Dietro, per esempio, l’arrivo di Marić sembra aver dato un po’ più di sicurezze sulle palle ferme. L’imponente centrale ticinese ha autorevolezza nei confronti dei compagni, oltre che una notevole stazza fisica, e ha sostituito nel modo migliore il partente Golemić. Sulle palle ferme, tormentone delle prime giornate, è in grado di farsi valere soprattutto di testa, e anche l’intesa con Daprelà funziona benissimo. La difesa a tre, provata ieri, con l’innesto di Sulmoni, in ripresa dopo l’infortunio, potrebbe essere una delle tanti soluzioni.

Un dirigente della squadra ticinese, in  tribuna, sabato, sottolineava come si sia cercato di dare, al tecnico dei bianconeri, soprattutto qualità, proprio perché potesse fare il suo gioco, fatto di possesso palla. Sono ben 9 i centrocampisti a disposizione di Abascal, per una stagione che comprende 36 partite di campionato e (se andasse tutto bene) 6 di Coppa svizzera, e che dura da luglio a fine maggio. Certo, un grande impegno, e anche un numero congruo di uomini disponibili.

Cosa servirà all’ambiente? Pazienza. È una parolina breve, facile, e uguale qua come nella Penisola. Abascal (che sui forum dei tifosi viene chiamato Guardiolino, nella più pura tradizione polemica e ironica degli abitanti del Canton Ticino) la chiede spesso, nei colloqui con la stampa. A volte dà la sensazione di interpretare la realtà secondo quanto gli serve; però, secondo lui, la squadra ha ancora margini di crescita, e potrà in futuro fare meglio.

Di sicuro, nessuna squadra al mondo può pensare di fare possesso palla per tutti i 90′. Se è vero, come è stato detto ieri sera, che questo gruppo deve difendersi tenendo il controllo del gioco, perché sarebbe perdente nei duelli individuali, va sicuramente migliorata la fase difensiva quando (inevitabilmente) la sfera è tra i piedi degli altri. Sotto quest’aspetto, è apparso fondamentale l’apporto alla causa bianconera di Čovilo. Il serbo, sabato sera, non solo ha dimostrato una grande prestanza fisica, ma ha dato una buona impressione generale rispetto al proprio senso della posizione, e alla capacità di regalare tranquillità alla retroguardia, facendo da diga.

Oltretutto, si è dimostrato difficilmente superabile nel gioco di testa (a diffrenza di Abedini che, pur essendo alto, viene spesso superato in questo fondamentale). Per una squadra andata spesso in difficoltà sulle palle ferme, è un progresso non da poco. Tuttavia, a nostro parere, a essere fondamentale, per questa squadra, è Sabbatini. Il capitano sta crescendo, e quando gira bene, tutta la squadra migliora. Ieri sera, a coronamento di una buona prestazione (la migliore, a nostro parere, di quest’anno) ha servito un pallone d’oro a Bottani. Peccato che il Figlio della città, non ancora al meglio, non abbia avuto la freddezza necessaria per superare Bretcher. Però, un segnale di buona salute molto importante.

In tutto questo, Renzetti resta un personaggio chiave. Il Pres, dopo lo sfogo della scorsa settimana, sabato sera, ai microfoni di Teleticino, ha detto chiaramente che questo Lugano è il migliore della sua gestione, dal punto di vista qualitativo. Il concetto è stato ribadito, il giorno, dopo, alla RSI: “Pensiamo di aver costruito una buona squadra: oltre ai giovani, ci sono degli innesti di esperienza che ci hanno regalato maggiore solidità. Penso sia la rosa migliore da quando sono presidente. Obbiettivi? Una salvezza tranquilla, e uno sguardo rivolto verso i posti in classifica che contano.”

Certo: qualcuno potrebbe osservare che, due stagioni fa, la squadra arrivò terza, e la qualità (soprattutto davanti) non difettava. Forse, a questa squadra, manca proprio (almeno per ora: in rosa ci sono pur sempre Janko e Junior, oggi fuori forma, ma entrambi con grandi potenzialità) una prima punta che possa aspirare alla doppia cifra, e un portiere che dia sicurezza.

Si parlava, prima di pazienza. Con un vecchio tifoso, in tribuna, a fine partita, si diceva proprio che il Presidente è un uomo che la pazienza, notoriamente, la deve cercare col navigatore elettronico. Noi crediamo anche che Renzetti, a volte, usi questo sistema per dare la scossa all’ambiente, fermo restando che non sia un uomo che abbia paura di prendere decisioni. Nel caso della cessione di Ceesay, non abbiamo trovato nessuno (tifosi o addetti ai lavori) che abbia espresso critiche o riserve, per esempio. E sulle decisioni controverse, spesso, alla fine ha avuto ragione.

Se non altro, questa vittoria consentirà a tutti di lavorare in pace: con la Nati che torna in campo dopo il Mondiale, i tifosi ticinesi avranno, del resto, altro su cui discutere. Ma questa è un’altra storia, sulla quale ritorneremo, comunque, molto presto.