Il talento di Chiesa, il fulcro della Fiorentina

Il calcio è fatto di tattiche, di aggressività e soprattutto di talento. Quest’ultimo oggi ha deciso una partita fiacca nelle occasioni e nel ritmo. L’invenzione di Federico Chiesa, figlio d’arte e DNA di qualità, merita ampiamente l’ovazione del Franchi. La capacità di saper leggere l’azione e i movimenti dei propri compagni, le basi per costruire un passaggio capace di aggirare la difesa avversaria e lanciare a rete Benassi per il suo terzo gol stagionale: notevole per una mezzala. Questo episodio ha permesso alla Fiorentina di raccogliere la seconda vittoria consecutiva e procedere imbattuta a punteggio pieno verso la sosta nazionale. Un dato da non sottovalutare alla luce del calendario che ritroverà la Fiorentina nel mese di settembre.

Squadra che vince non si cambia, come recita un detto ormai noto tra i calciofili. Pioli non poteva esimersi da tale tradizione e con l’Udinese ha riproposto lo stesso undici visto con il ChievoVerona; una formazione che tanto aveva entusiasmato al punto da candidare la Fiorentina come potenziale sorpresa della stagione. Nel tridente gigliato spicca la diversa interpretazione dei due terminali laterali. Chiesa ha tenuto una posizione estremamente decentrata sulla destra con licenza di convergere verso il centro: notevole l’iniziativa personale con tanto di cavalcata partita dalla metà campo viola a infilarsi nel centrocampo avversario. Smorzata qualsiasi proposizione offensiva di Milenkovic anche perché quest’ultimo è stato chiamato a un duro compito: tenere a bada un cagnaccio come Machis.

Eysseric ha fatto tutto l’opposto di Chiesa, ritrovandosi a spaziare lungo la linea di trequarti e lasciando a Biraghi l’opportunità di mantenersi costantemente in avanti da centrocampista aggiusto. Tante sponde, una punizione insidiosa e molta volontà in campo per quella che rappresentava la sua ultima chiamata. Purtroppo per lui oggi c’è stata una Udinese molto chiusa che ha soffocato l’offensiva gigliata e l’ha fatta respirare poco soprattutto nella prima frazione. Ora bisogna capire come vorrà utilizzarlo Pioli in futuro e se avrà intenzione di rinnovargli la fiducia. Alle sue spalle infatti preme Pjaca, che nella ripresa si è destreggiato con una serie di finte e un tocco delicato.

Due settimane di tempo per il prossimo impegno di campionato. Pioli dovrà lavorare soprattutto sulla fase di interdizione dove lui stesso sabato aveva evidenziato qualche lacuna. Con l’Udinese c’è stata sofferenza sull’aggressività degli avversari e senza palla la squadra deve migliorare e recuperare più palloni. Intanto un problema muscolare per Lafont fa tremare l’infermeria viola. Nella ripresa spazio a Dragowski in attesa di capire l’entità dell’infortunio del francese.

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Elia Modugno