Right Here, Right Now – AJ, Joe, Ciampa, Gargano, Dunne, Gibson: l’eccellenza
Quando bisogna criticare è giusto farlo, è altrettanto corretto fare i complimenti ed esaltare la grande qualità offerta sul quadrato quando è un dato oggettivo e indiscutibile. Nelle ultime settimane ho avuto la fortuna di ammirare diversi match a cinque stelle. Soffermarsi su NXT diventa quasi scontato, non possiamo fare altrimenti. HHH ha meritatamente ricevuto una standing – ovation in quel di Raw, in quanto lo show giovane sta conquistando il pubblico offrendo un prodotto raggiungendo sublimi livelli di qualità, riportando l’ambiente Stamford ad un qualcosa più simile alle indies, nel quale il fattore intrattenimento esiste ma assume uno spazio marginale e i protagonisti sul ring hanno e danno la sensazione di godere di maggiore libertà.
L’ultimo Takeover Brooklyn ha confermato quanto avevamo ammirato nelle precedenti settimane, riuscendo però talvolta ad andare perfino oltre, in un mix di tecnica, dinamismo, colpi di scena, ribaltamenti di fronte e lotta dura. L’autentico capolavoro è stato creato attorno a Tommaso Ciampa, riuscito ad acquisire e a gestire lo status da heel in maniera impeccabile e perfino sorprendente. La storyline con Johnny Wrestling Gargano non ha ancora stancato nonostante vada avanti da mesi e mesi, proprio grazie all’eccellente talento dei protagonisti. Ciampa si è dimostrato capace di scavare a fondo nella sua parte sadica e disposta al tutto per tutto pur di avere il suo momento, Gargano viene trascinato da un’inarrestabile sete di vendetta e non può più gestire senza effetti autolesionisti la rabbia accumulata in un anno. In un contesto già meraviglioso la presenza di Aleister Black non può far altro che farci raggiungere la perfezione. Peccato per l’infortunio che lo costringe a restare ai box, proprio nel momento in cui la rivalità a tre stava decollando. Il last man standing match è stato imperdibile, Ciampa è uscito vincitore per l’ennesima volta, facendo ammutolire l’intera arena, i dettagli e gli episodi gli sono stati favorevoli in un duello che non dovrebbe avere vinti.
Alle spalle del main event da tenere sotto osservazione il successo di Velveteen Dream ai danni EC3, un verdetto che fa riconquistare spazio nel rating interno ad un lottatore uscito leggermente ridimensionato dalla sconfitta nella precedente rivalità con Ricochet, appena diventato il secondo campione Nord America. Adam Cole, senza la presenza dei suoi alleati a bordo ring, ha potuto esprimere al meglio l’attuale potenziale, davvero importante e ancora con ulteriori margini di crescita. A Takeover abbiamo assistito al cambio di titolo, siamo però certi che si tratti soltanto di una battaglia in una lunga guerra destinata a vedere scritte numerose pagine che onoreranno la nostra disciplina.
Tornando al roster principale sono rimasto complessivamente soddisfatto dell’edizione 2018 di Summerslam. Non tutto è andato nel verso giusto, qualcosa poteva senz’altro essere gestito meglio, in quest’occasione mi sento però di guardare il bicchiere mezzo pieno. Abbiamo assistito a diversi match assai combattuti, nei quali l’equilibrio ha regnato sovrano. Peccato per la ridottissima durata del match con in palio la valigetta con il contratto del Money in the Bank, con Kevin Owens spazzato via in pochi secondi come l’ultimo degli sparring – partners da Braun Strowman.
La quasi perfezione è stata raggiunta con il duello Aj Styles vs Samoa Joe, un qualcosa di inedito in WWE, un classico nella vecchia originale TNA. Una sfida che potremmo vedere un milione di volte nella vita e per un milione di volte non riusciremmo a muoverci dal divano. Semplicemente l’eccellenza. Tecnica, potenza, resistenza, velocità, perfezione nell’esecuzione delle mosse, voglia di lasciare un segno indelebile anche nella federazione più nota al mondo. Il finale può aver lasciato qualcuno con l’amaro in bocca, ma rientra in quel lavoro di Samoa Joe nel rendere instabile la parte emotiva del campione in carica, portato oltre un limite mai previsto. Mi attendo altri match titolati tra di loro nei prossimi ppv, è una rivalità aperta e destinata ad impadronirsi di gran parte della visibilità.
Anche la categoria tag-team sta offrendo match qualitativamente importanti. Abbiamo rivisto recentemente all’azione The Bar, con Cesaro e Sheamus capaci di eliminare gli Usos dal torneo per decretare il primo sfidante, uscendo poi sconfitti nella finale con il New Day, al termine di un match dal lungo minutaggio e meritevole di applausi scroscianti. Gli europei, in particolare l’irlandese, hanno chiuso la sfida con il fiatone, qualche acciacco fisico e il recente periodo vissuto lontano dal ring possono aver contribuito non poco al verdetto. Sinceramente nelle scorse settimane avevo anche pensato ad una clamorosa scissione, rottura all’interno New Day quando tutti i loro componenti erano in gioco per inserirsi nel discorso del titolo WWE. Così non è stato e con grandissimo merito hanno conquistato per la quinta volta la cintura tag – team. Se a Summerslam Luke Harper ed Eric Rowan si erano fatti squalificare, portando un match di buona qualità ed elevato ritmo ad un finale non all’altezza di quanto accaduto sul ring, nel successivo Smackdown hanno avuto in pugno il 90% del match, non sono riusciti a chiudere e i beniamini del pubblico hanno prevalso nonostante il minor impatto fisico. Altro duello molto duro e spettacolare, spiace per il lungo stop al quale pare sarà costretto Rowan, ennesima testimonianza di quanto rischiano ogni giorno i protagonisti sul quadrato.
Chiudo l’editoriale complimentandomi pubblicamente per la sontuosa sfida andata in scena a NXT con in palio il titolo UK. Pete Dunne ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per prolungare il suo regno, iniziato oltre 450 giorni or sono, e non ha ormai più nulla da dimostrare, potenzialmente ci ritroviamo un wrestler con tutti i numeri per ritagliarsi uno spazio da protagonista anche “tra i grandi”. Chi merita una citazione particolare è senz’altro Zack Gibson, fresco vincitore del torneo UK e al primo match a NXT, capace di portare in più occasioni il campione sull’orlo della clamorosa perdita della cintura. Fisicità, tecnica, senso della posizione, diverse mosse sia acrobatiche che di potenza con il comune denominatore dell’efficacia e dell’inventiva. Davvero un figurone e siamo convinti che la sua caccia al titolo UK sia appena iniziata, dopo aver imparato la lezione che non bisogna perdere tempo nell’umiliare il campione quando non è ancora arrivato il conteggio decisivo.