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Bologna, inizio flop di Inzaghi. E il calendario ora non aiuta

Soltanto un punto conquistato contro due potenziali avversarie per la salvezza come SPAL e Frosinone e ora, davanti agli occhi, si presenta un calendario molto ostico fino a ottobre. È cominciata male l’avventura di Filippo Inzaghi sulla panchina del Bologna, già travolto dai fischi e dalle proteste della piazza rossoblù dopo le anonime prestazioni delle prime uscite. Se la sconfitta casalinga contro la SPAL aveva già fatto scattare un primo allarme, lo 0-0 contro il Frosinone, reduce dal travolgente 0-4 subito per mano dell’Atalanta nemmeno una settimana prima, ha ulteriormente confermato le notevoli lacune degli emiliani, che si ritrovano già ad annaspare nei bassifondi della classifica.

Ma in questo periodo, si sa, la classifica conta fino a un certo punto, perché la stagione è ancora lunga e il campionato entrerà nel vivo probabilmente solo dopo il ritorno dalla sosta delle Nazionali. Conta soprattutto trovare un certo equilibrio e la miglior forma fisica, cercando di mostrare qualche segnale di crescita nel gioco e aprendo margini per un ulteriore miglioramento. Ma i problemi (e le critiche) per Inzaghi cominciano proprio qui: più che i risultati, sono state le prove decisamente più deludenti rispetto alle aspettative contro avversarie sulla carta dello stesso livello o, addirittura, di un gradino inferiore, ad aver turbato la tifoseria. E sull’ex tecnico di Venezia e Milan comincia ora già a scaricarsi un evidente malumore per gli scarsi risultati visti finora: un sentimento che finisce inevitabilmente per mescolarsi, diventando sempre più scuro, con la delusione che ha caratterizzato la parte finale dell’era Donadoni e la rabbia verso la gestione della società, soprattutto sul mercato, da parte della dirigenza.

Il principale problema delle prime giornate è stato evidentemente il reparto offensivo, andato a secco in entrambe le gare e, soprattutto, incapace di creare tanti e concreti pericoli a Gomis prima e Sportiello poi: appena 3 tiri in porta nella prima partita e 5 nella seconda. Contro il Frosinone non sono mancate nemmeno le occasioni per colpire, create dalle praterie che si sono aperte in campo aperto, ma nemmeno così è arrivato il gol tanto sperato. E, con il senno di poi, pesa tanto l’errore a tu per tu con il portiere di un Dzemaili ancora fuori forma e fortemente criticato dai tifosi. Santander non è ancora entrato negli schemi di Inzaghi, mettendosi in mostra più per l’impegno che per effettive qualità, Falcinelli ha toppato il suo esordio dal 1′, Orsolini e Destro hanno trovato finora poco spazio e, alla fine dei conti, l’unico uomo potenzialmente decisivo resta ancora Palacio, assente nella sfida di domenica, ma uno dei più positivi alla prima giornata. La cessione di Verdi e il mancato acquisto di un sostituto all’altezza, insomma, comincia già a farsi sentire.

Mediocri anche le prestazioni del centrocampo, capace di accendersi solo a tratti, mentre qualche segnale positivo si è visto in difesa, anche se probabilmente serviranno test più impegnativi per metterla davvero alla prova. Problemi che mettono già Inzaghi sotto una cattiva luce e l’impressione è che la pazienza dei tifosi rossoblù non sarà infinita. E così, con due prestazioni insufficienti alle spalle, il Bologna si ritrova ora a dover fare i conti con un calendario tutt’altro che favorevole: sabato arriverà al Dall’Ara un’Inter bisognosa di trovare un successo convincente per scacciare la paura, poi toccherà a Genoa, Roma e Juventus. Insomma, fino alla fine di settembre, per gli emiliani sarà un periodo complicato, già visto con pessimismo. E per Inzaghi non c’è più tempo per fare test.