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Lugano, il cantiere è ancora aperto

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Renzetti, a fine partita, dopo aver visto il pareggio del suo Lugano contro il Thun, era abbastanza scuro in volto, e si è allontanato senza farsi vedere in zona mista. Il Pres ha scambiato solo un paio di parole in tribuna con Giona Carcano del Corriere del Ticino, esprimendo tutto il proprio disappunto. “Questa squadra non ha un gioco, un’identità precisa. Dobbiamo risolvere questo problema il prima possibile.” la sintesi del pensiero del massimo dirigente bianconero.

Abascal, nel frattempo, va avanti per la sua strada, fatta di palleggio e possesso palla (anche se, a dire il vero, ieri il Thun, sotto questo punto di vista, ha fatto meglio). Ma quello che sembra mancare ai bianconeri, in questo momento, è soprattutto un gioco offensivo efficace. Sabbatini non è ancora nella sua versione migliore (anche se dà qualche segnale positivo in tal senso), Piccinocchi ne avrà ancora per diverse settimane. La conseguenza è che, in fase di costruzione, in mezzo vengono sbagliati tanti palloni. Se poi, come ieri, gli esterni avversari fanno bene, le fasce (Mihajlović e Masciangelo) soffrono parecchio, e non riescono a contribuire come devono.

I ticinesi hanno segnato 7 gol (in linea con le rivali dirette nella lotta per non retrocedere), ma a bersaglio sono andati, praticamente, quasi solo i giocatori degli altri reparti. L’unico attaccante a segnare è stato Ceesay. Junior è in un periodo d’involuzione preoccupante, Janko non pervenuto (non ha fatto minuti neppure nell’ultima amichevole infrasettimanale), di Gerndt si parla come di una pedina in un eventuale scambio con Margiotta del Losanna. Bottani (ieri al debutto in campionato) deve trovare la miglior forma fisica, dopo aver saltato per infortunio tutta la preparazione estiva.

Il Pres, a quanto sembra, ha già individuato un indiziato di delitto nella figura del tecnico spagnolo. Quello che traspare è, sicuramente, un certo nervosismo in campo, coi giocatori che si rimproverano sovente tra di loro. La sensazione è che l’allenatore sia a caccia di uno o più leader nel gruppo: e l’inserimento di Da Costa in squadra, dopo tutte le critiche dello scorso anno, sembrerebbe andare in quella direzione. L’ex capitano del Novara ieri, sul campo dove, lo scorso anno, iniziò il suo calvario, non è stato impeccabile (una buona fetta di responsabilità sul gol, e qualche presa sbagliata). Tuttavia, ha mostrato grinta e determinazione, e lo si è visto uscire con decisione in un paio di occasioni.

Non sappiamo, però, cosa ne pensano in società, dove si puntava alla valorizzazione di Baumann. Ieri, se non altro, la squadra ha fatto bene sulle palle ferme, nonostante avesse di fronte Matteo Tosetti, i cui cross (soprattutto da calcio d’angolo e da punizioni sulla tre quarti) sono sempre insidiosissimi. Poco male per il Toast, che ha comunque fatto il suo, mettendo sui piedi di Karlen la palla buona per il pareggio su azione manovrata, confermandosi uno dei migliori uomini assist del torneo.

Panchina scomoda, quindi, per Guille. La sensazione è che la pazienza di Renzetti sia in dirittura d’arrivo. I nomi che ballano sono sempre gli stessi: Celestini, Forte, Sforza i più gettonati tra i tecnici di Super League in attesa di occupazione, che rispondono ai requisiti del massimo dirigente bianconero (esperti di calcio svizzero e italofoni). Meno facile che arrivi qualcuno dall’Italia. Tuttavia, per tanti motivi (non ultimo quello economico), la speranza è che la squadra trovi, finalmente, un suo equilibrio.

In un gioco di costruzione palla a terra, sicuramente, serve lo Junior dello scorso anno, rapido, in grado di saltare l’uomo e puntare la porta. Il brasiliano, invece, oggi è tutt’altro: lento, nervoso (ieri ha rimediato un cartellino giallo) e non in grado di spaccare la partita. Ecco, la domanda (fra le tante) che si sta probabilmente ponendo il Pres è quanto ci sia di Abascal in questa involuzione, e quanto invece sia un problema di testa del giocatore. Dalle risposte che si darà, dipenderà molto del futuro in bianconero del tecnico spagnolo, sul quale anche i tifosi, sui social e in tribuna, sono parecchio divisi.