Sembrava dover essere la partita della rinascita dopo il tonfo con il Sassuolo, e invece per l‘Inter è stata l’ennesima serata da dimenticare. A San Siro contro il Torino finisce 2-2, con un secondo tempo da film horror per i Nerazzurri, assoluti protagonisti in negativo. Eppure tutto era cominciato come doveva cominciare: vantaggio di Perišić dopo 7 minuti, raddoppio di De Vrij alla mezzora e tanto controllo, senza creare grandissime palle gol ma rischiando poco o nulla.
Usciti dagli spogliatoi dopo l’intervallo, ecco però che l’Inter si è trasformata in una squadra molto simile a quella vista contro il Sassuolo. Impaurita dall’aggressività del Toro, la formazione di Spalletti ha arretrato il baricentro e si è fatta schiacciare nella propria metà campo dall’undici granata, complice anche una scarsa condizione fisica della maggior parte dei Nerazzurri. Ad aver influito in maniera negativa sul risultato sono state però le scelte del tecnico di Certaldo, che dopo aver spolverato a sorpresa la difesa a tre dal primo minuto, non è stato in grado di dare la scossa ai suoi con i giusti accorgimenti tattici e magari qualche cambio. L’ingresso di Lautaro Martínez al 92′ al posto di Politano (il migliore dei suoi), è stata solo l’ultima mossa incomprensibile da parte di Spalletti, in una partita in cui l’ex tecnico della Roma sembra averci capito davvero poco. Il terzo cambio effettuato a venti secondi dalla fine, tra l’altro riproposto varie volte anche lo scorso anno, sembra una modifica davvero inutile, preceduta però da tanti errori a livello tattico e di scelta degli uomini. La difesa a tre ancora non collaudata con D’Ambrosio affiancato da De Vrij e Škriniar è stata una forzatura, come l’inserimento di Vrsaljko nei cinque di centrocampo, dato che il croato è ancora fuori condizione e che negli ultimi tre anni ha sempre giocato nei quattro di difesa tra Atletico Madrid e Croazia. Icardi si è ritrovato troppo solo in avanti, in un 3-4-3 che non prevedeva un trequartista o una seconda punta. Nel secondo tempo a Spalletti è probabilmente mancato il coraggio di togliere Perišić, in una partita che ha visto il 44 Nerazzurro riassumere perfettamente la stagione scorsa. Se nel primo tempo il croato era parso pimpante e pericoloso in diverse occasioni, nella seconda parte di gara ha sbagliato diversi palloni a causa della scarsa lucidità, dovuta anche in questo caso alla scarsa tenuta atletica di uno degli ultimi giocatori rientrati dal Mondiale e che non può ovviamente ancora avere i 90′ nelle gambe.
L’inter dunque non va e lascia San Siro con molti problemi da risolvere, ma anche con tanta confusione e molte incertezze legate al futuro. I tre punti non sono ancora arrivati dopo due giornate, e Juventus e Napoli sono già a +5. Nonostante l’ennesima prova incolore dei Nerazzurri, è però da sottolineare che senza gli incredibili errori di Handanovič, probabilmente staremmo parlando di un’altra partita. Il Torino era arrivato raramente dalle parte del colosso sloveno, prima del gol di Belotti e della prima incertezza dell’ex Udinese che ha tagliato le gambe ai suoi. Dopo l’uscita a vuoto (inspiegabile) sul Gallo, è arrivato un altro errore sul debole tiro di Meïté, che il numero uno Nerazzurro ha provato a fermare con un goffo tuffo di rara lentezza. Nelle ultime due stagioni Handanovič si è reso spesso protagonista di grandi parate, alternate a papere e prestazioni sottotono, come nell’ultimo Inter-Juve della scorsa stagione, deciso anche dal gol di Cuadrado in cui lo sloveno non è di certo esente da colpe. A 34 anni Iceman sembra non dare più la sicurezza delle prime stagioni, e forse Spalletti, che poco tempo fa ha espressamente detto che per competere ad alti livelli servirebbe il doppio portiere in stile Juventus, lo aveva forse già capito prima di stasera.