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Ringraziamenti inaspettati per la Juve delle stelle: Matuidi e Khedira fondamentali per battere la Lazio

Paolo Bona / Shutterstock.com

Episodica: questa la parola che, dovendo descrivere il 2-0 della Juventus sulla Lazio griffato Pjanić e Mandžukić, utilizzeremmo in estrema sintesi. La gara dell’Allianz Stadium ha messo in mostra una Juventus ancora in una fase embrionale rispetto a quella che tifosi e Allegri (in primis) si aspettano di vedere, ma per chi è solito seguire le sorti bianconere il faticato abbrivio di stagione “allegriano” è tutt’altro che una novità; ovviamente, come già con il ChievoVerona, era forse lecito attendersi di più da una Juve che ancora non ha dato modo con continuità a Cristiano Ronaldo di mettersi in luce, pur se il portoghese va in due circostanze a un passo dal primo centro juventino. Bisogna riconoscere a Massimiliano Allegri l’attenuante di aver potuto allenare la squadra a ranghi completi per una manciata scarsa di giorni, ma basta poco alla Lazio per contenere una Juve che ha meno alibi per la mancanza di intensità nella manovra che facilità il compito degli avversari di giornata.

A differenza della gara contro il ChievoVerona, Allegri opta per un centrocampo a tre che non sembra essere dettato solamente dalla folta seconda linea proposta da Simone Inzaghi; scelta azzeccata da parte di Allegri, che tra tante stelle nello starting XI vede, paradossalmente (?), brillare i due fondamentali “tuttocampisti” Matuidi e Khedira. Impressiona in positivo la gara del francese, che specie nel primo tempo corre come un matto dietro a tutti gli avversari risultando tentacolare nel recuperare palloni in serie e cercando al contempo, non sempre con la stessa precisione, di supportare la manovra offensiva. Più sottotraccia, ma ugualmente importante nella copertura degli spazi (suoi e di Cancelo, quando il terzino portoghese si sgancia) la gara di Khedira, capace nel primo tempo di risultare l’attaccante più pericoloso della Juventus come dimostra il palo colpito con uno di quegli inserimenti con il silenziatore che tanto male hanno fatto alle difese avversarie. Nel secondo tempo entrambi patiscono un fisiologico consumo della “batteria”, e il passivo atteggiamento della squadra che nel suo insieme che favorisce il tentativo di reazione di una Lazio che, pur messa bene in campo, ha la colpa di crederci troppo poco anche dopo aver inteso che lo stato di forma dei bianconeri tutto era tranne che eccelso.

In attesa che Allegri trovi la quadra di una fase offensiva ancora tutta da definire tanto in termini di trame di gioco che di interpreti, sembra difficile (o, sulla carta, perlomeno sconsigliato) per il tecnico livornese privarsi delle due mezze ali (con Emre Can pronto a mettere il suo contributo a disposizione della causa dei piemontesi). Non è tutto cosi semplice, ovviamente c’è un però: l’adozione del 4-3-3, infatti, potrebbe fare una vittima dal nome e dai numeri eccellenti, tale Paulo Dybala. Da allenatore intelligente quale ha dimostrato di essere, siamo certi che Massimiliano Allegri troverà la soluzione del cubo di Rubik bianconero pronti, in ogni caso, a offrire una birra a chi sappia trovare un tecnico in Serie A cui non farebbero comodo questo tipo di “problemi”.