Rugby – La nuova stagione del Pro 14
C’è chi le trasferte non se le risparmia proprio.
Saranno felici i rugbisti possessori di tessera millemiglia, dopo tutto: non solo le usuali – per chi adopera la palla ovale europea – Cardiff, Dublino o Edimburgo, ma anche Port Elizabeth e Bloemfontain, tra le altre. Un campionato che unisce i migliori club di Italia, Scozia, Irlanda, Galles, con l’aggiunta di due dei top team espressione del movimento sudafricano, patria degli Springboks: è il Pro 14, giunto alla seconda edizione nell’attuale formato.
Tutto era iniziato, piccolo passo indietro, all’epoca della Celtic League. Il nome “celtico” richiamava alle radici storiche e culturali delle Isole Britanniche e dei relativi popoli antichi. In verità, il vero embrione di questa competizione ora capace di abbracciare due continenti e vari fusi orari risale al 1999, anno di nascita della Welsh-Scottish League (lega gallese-scozzese). Figlia del passaggio ufficiale del rugby union al professionismo – avvenuto nel 1995 – questo torneo ebbe una lunga gestazione, soprattutto perché, a differenza di quanto andava accadendo nelle ricche Inghilterra e Francia, il movimento scozzese e quello gallese impiegarono più tempo ad abbracciare la novità e cambiare il proprio paradigma.
La trasformazione in Celtic League, con allargamento alle squadre della vicina Irlanda, portò a un salto di qualità nell’organizzazione e nel livello di gioco. Quello che piaceva e piace di queste realtà è il non aver completamente rinnegato la base storica e profonda di radicamento territoriale del rugby di una volta, pur ovviamente nell’ambito di un professionismo moderno e congeniale alle logiche dello sport del ventunesimo secolo.
Risale al 2010–11 l’arrivo – 10 anni dopo l’ingresso dell’Italia nel 6 Nazioni – di Benetton Treviso e Aironi, in rappresentanza di un’ovale azzurra ormai matura e pronta al grande salto. Ma a differenza delle aspettative, mai le due società, con la franchigia con base a Viadana sostituita in seguito dalle Zebre, hanno raggiunto il livello sperato e si sono limitate, nella maggior parte dei casi, a lottare fra loro per evitare l’onta dell’ultima piazza, con exploit qua e là ma senza continuità.
Ma se è vero che il rugby, forse proprio per via della sua “giovinezza” come sport professionale, ama stravolgere sé stesso e i suoi format ogni due per tre, la vera novità, quella capace di lasciare perplessi eppure stupire e affascinante, arrivava poco più di un anno fa: come effetto domino della ristrutturazione del Super Rugby – massimo campionato per franchigie rugbistiche dell’Emisfero Sud, ultimamente allargato anche al Giappone – ecco Cheetahs e Southern Kings, in rappresentanza delle città sudafricane di Bloemfontein e Port Elizabeth, piombare nel Pro 12, facendolo diventare Pro 14 (Guinness Pro14 per ragioni di sponsor). Un cambiamento che ha chiamato tecnici, preparatori e staff medico-sanitario delle squadre irlandesi, scozzesi, italiane e gallesi a rivedere carichi e ritmi di lavoro, dovendosi adattare alle ore di volo verso il profondo Sud del “Continente Nero” e a trasferte spesso lunghe più di una settimana.
Non esaltante l’impatto, comunque, alla prova del campo, dei Southern Kings, ultimi nella Conference B (quinto il Benetton); meglio i Cheetahs, terzi nella Conference A e sconfitti dagli Scarlets ai quarti di finale dei playoff.
No compromise 🙅♂️ for @ZebreRugby over playing style ahead of the new #GUINNESSPRO14 campaign.https://t.co/LwoRrXHgZQ pic.twitter.com/3ZUWPW2uhk
— PRO14 RUGBY (@PRO14Official) August 24, 2018
Questo lo scenario storico che ha portato alla stagione 2018-2019, ormai imminente. Confermate, finalmente, tutte le protagoniste, e ci sarà da divertirsi. È caccia agli irlandesi di Leinster, reduci dalla doppietta Pro 14-Champions Cup, e sicuramente attrezzati per ripetersi a livello sia di campionato che di coppe continentali. Dopo il ritiro del neozelandese di origini figiane Isa Nacewa, un’autentica leggenda dalle parti della RDS Arena e dell’Aviva Stadium di Dublino, Jonathan Sexton – mediano d’apertura della nazionale campione del Sei Nazioni e uno dei migliori giocatori al mondo – ne ha raccolto l’eredità di capitano. Al n. 10 di Irlanda e British & Irish Lions non mancano certo carisma, leadership e talento, e il club nato nel 1879 cade comunque in piedi.
💥A week to go until the PRO 14 begins!
Here is try number 7 from Duhan van der Merwe, thanks to a lovely break from Dougie Fife. pic.twitter.com/0mGCku7Dgm
— The Rugby Club (@_TheRugbyClub) August 24, 2018
L’obiettivo di Leinster e di altre big è solo uno: la finalissima, programmata per il 25 maggio a Celtic Parc, Glasgow. La casa del Celtic campione di Scozia nel calcio, tempio dello sport scozzese e non solo. Una cornice splendida, ammirata già in sede di lancio ufficiale del torneo e che è facile aspettarsi gremita in ogni ordine di posto quando verrà il giorno tanto atteso.
Passando alle italiane, Treviso e Zebre sono nuovamente inserite in due Conference diverse. Ciò le separerà a livello da classifica, ma senza impedire loro di sfidarsi in gara ufficiali, in veri e propri “derby”.
“Rugbymercato” alla mano i bianconeri, guidati ancora da coach Michael Bradley, hanno perso James Tucker (Waikato), Rory Parata (Cornish Pirates), oltre ai ritirati Andrea Manici, Valerio Bernabò e Matteo Pratichetti. Svincolati il tallonatore Tommaso D’Apice, l’argentino Serafin Bordoli e il sudafricano Derick Minnie; si trasferiscono al campionato italiano il samoano Failaga Afamasaga, Andrea De Marchi e Jacopo Sarto.
Importante la lista degli arrivi, molti dei qualità di assoluta qualità. Ecco dalle Fiamme Oro Giovanni Licata, 7 caps con la Nazionale, ma anche Giosuè Zilocchi, Daniele Rimpelli e Jimmy Tuivaiti (Calvisano), assieme all’argentino Nicolas De Battista, l’azzurro Edoardo Padovani (di rientro dal Top 14 francese) e Samuele Ortis (Rovigo Delta). Dai Sydney Rays, squadra che partecipa al NRC australiano, segnaliamo il figiano Paula Balekana, che si unisce al connazionale Apisai Tauyavuca proveniente dai Fijian Drua. Dal North Harbour (Nuova Zelanda) viene il tongano Matu Tevi, mentre ha rappresentato il Sudafrica a livello giovanile e “A” il mediano di mischia Francois Brummer, che porta a Parma un lunghissimo chilometraggio in Super Rugby, nel campionato nazionale sudafricano e in Giappone.
“La filosofia della stagione 2018-19 delle Zebre – confida il tecnico, stella dell’Irlanda da giocatore – sarà quella di continuare a sviluppare il nostro stile di gioco impostato la scorsa stagione. In attacco cercheremo di tenere il più possibile il possesso e cercare costanti ricicli per tenere viva l’azione. Quando gli avversari ci metteranno molta pressione con la loro difesa cercheremo gli spazi dietro la linea col gioco al piede“.
Audacia ma anche fiducia nei mezzi della squadra: “In difesa vogliamo essere aggressivi e proseguire con la ricerca del turnover, fondamentale che ci ha visto performare bene la scorsa stagione. La squadra è fatta da tanti nazionali ed i giovani che sono arrivati hanno giocato a livello internazionale con le selezioni giovanili: se giochiamo bene come sappiamo non ci sono ragioni che non possono vederci competere per i playoff del Guinness PRO14“.
Parole chiare anche da parti del capitano, il centro Tommaso Castello: “Il nostro obiettivo è quello di diventare una squadra sempre più competitiva, migliorando quanto fatto la scora stagione. Sappiamo però che sarà ancora più dura ora che abbiamo ottenuto il rispetto da parte di tutti gli avversari grazie alle nostre prestazioni in campo. Abbiamo una squadra molto giovane e ricca di talento con 11 nuovi innesti che avrà bisogno di tempo per consolidarsi: le potenzialità di crescita per il futuro sono sicuramente dalla nostra parte“.
Interessante anche la campagna acquisti del Benetton, società che ha preso atto del ritiro di Filippo Filippetto, del trasferimento ai Medicei di Francesco Minto ma anche della partenza dell’ex nazionale figiano Michael Tagicakibau, trasferitosi a Manawatu. Saluta la truppa dei “Leoni” anche l’apertura Marty Banks (direzione NTT Docomo Red Hurricanes in Giappone), in compagnia del connazionale Whetu Douglas, che giocherà coi Crusaders nel Super Rugby; va a Calvisano il tallonatore Matteo Zanusso, 6 caps in azzurro.
Ma veniamo alla lista degli arrivi: dalla patria degli All Blacks ecco Iliesa Ratuva Tavuyara, dai London Scottish il pilone ex Italia Under 20 e Italia Emergenti London Scottish, dagli Stormers il n.9 Dewaldt Duvenage, già visto in Europa a Perpignan tra il 2013 e il 2016. 4 gli innesti che hanno giocato la stagione 2017-2018 in Italia: Giuseppe Di Stefano, Marco Zanon, Giovanni Pettinelli e Antonio Rizzi.
Vuole la crescita Kieran Crowley, dal 2016 alla guida del XV biancoverde dopo l’esperienza sulla panchina della nazionale: “Stiamo portando a termine un intenso pre-stagione durante cui i giocatori sono stati sottoposti ad importanti carichi di lavoro ed affrontato squadre di alto livello rispondendo bene ad entrambi gli stimoli. Venerdì ci attende un altro test interessante contro le Zebre e dopo subito testa ai Dragons, siamo confidenti e desideriamo vincere. La scorsa stagione è stata buona, la sfida di quest’anno sarà acquisire maggiore consistenza e fare meglio di quanto fatto: sia in Guinness PRO14 che in Challenge Cup“.
Una mentalità condivisa da Dean Budd: “Vogliamo costruire una cultura vincente e guardando alla scorsa stagione posso dire che siamo sulla giusta strada. Contiamo di finire bene il pre-stagione così da partire con la massima positività in vista dei Dragons. Ogni anno che passa le stagioni si fanno sempre più importanti, poiché in ciascuna di esse vogliamo dimostrare di essere cresciuti per cui non vediamo l’ora di cominciare“.