Domani pomeriggio riapre i battenti il campionato di Serie A. Lasciatecelo dire: era ora.
Vero infatti che la Coppa del Mondo, nonostante l’assenza dell’Italia (o proprio per questo?), non ci aveva deluso neanche un po’, ma ci siamo un po’ stancati di aspettare. È questo periodo-cuscinetto, stretto tra la fine – che poi corrisponde al clou – della stagione vecchia e l’inizio di quella nuova, che ti frega: specialmente da 10 anni questa parte, leggi i nomi delle squadre che scendono in campo per le amichevoli e pensi a un big match dopo l’altro. Una Champions dell’estate, pensi, ma non c’è nulla di tutto ciò. C’è, appunto … il nulla!
Intendiamoci, stagioni e campionati vanno preparati e sarebbe inutile, oltre che stupido, chiedere alle squadre partite vere fin da luglio e nella prima metà di agosto. C’è comunque qualcuno che le partite vere se le è fatte – grazie, Atalanta – e che una bombola d’ossigeno ce l’ha offerta, e questo ce lo facciamo bastare. Però anche basta le chiacchiere di calciomercato, questo Ronaldo che non vediamo l’ora scenda davvero in campo per farci capire che … è tutto vero.
È tutto vero, eccome: le aste di fantacalcio si sono infuocate alla ricerca di CR7, il più grande calciatore in Serie A dai tempi di Ronaldo il fenomeno. La Juventus, blindando i suoi protagonisti e aggiungendovi uno dei due n. 1 al mondo, ha fatto le cose per bene, guadagnandosi – ce ne fosse bisogno – nuovamente la palma della favorita. L’arrivo dell’ex punta di Manchester United e Real Madrid illumina un campionato e un movimento calcistico oggettivamente in difficoltà, quanto a performance continentali delle sue big (Juve esclusa) e in generale per infrastrutture, sponsor, livello e status dei campionati.
Come dire, non è che Cristiano ci farà passare il magone per questa B a 19 squadre (!) o per l’incertezza che regna – anno dopo anno, estate dopo estate – su chi gioca per cosa, ma siamo tutti eccitati. Juventini e no.
Ronaldo non è Re Mida, si dirà, e non tutto quel che tocca diventerà oro. Però, però, però: avercene, acquisti di questo genere.
Stando al dato del campo, nonostante la più che discreta campagna acquisti dell’Inter e l’arrivo di Carlo Ancelotti al Napoli, sembra possa non esserci storia, un’altra volta.
Ma è proprio ora, come suggerisce Ed Malyon sul britannico The Independent, che la Serie A deve fare la voce grossa, sul mercato internazionale. Se come appeal, ricavi e spettacolo Premier League e Liga sono difficilmente arrivabili, la strada dell’espansione all’estero del brand può e deve essere percorsa anche dal nostro campionato. A partire, magari, dalla via statunitense intrapresa dagli spagnoli – una gara ufficiale l’anno verrà disputata oltreoceano, sul modello di quanto NFL e NBA propongono da in Europa ormai come appuntamento fisso – e che potremmo pensare di imitare.
Sicuramente la situazione non è rosea, né basta l’arrivo di un calciatore – per quanto grande – a risollevare tutto un sistema.
Resta però la gioia di tornare ad applaudire e godersi il calcio vero, per un menu che non sarà quello di 20-25 anni fa ma qualche novità ce la sta facendo assaggiare.
Dall’uomo di Madeira al terremoto delle novità nell’offerta televisiva (vi siete attrezzati?), tutto lascia presagire che alla fine ne varrà la pena.
Noi siamo qua per raccontarlo, con la voglia, la maturità e la serietà di sempre.