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European Championships, una figata pazzesca. Ma non per tutti

Immagine tratta dalla Pagina Ufficiale Facebook degli European Championships

Ci scuseranno Bebe Vio e il rag. Ugo Fantozzi (ahi, immaginiamo il dolore del grande Paolo Villaggio da Lassù vedendo cosa è successo nella sua amata Genova) se prendiamo due delle loro frasi più celebri e le uniamo in maniera da definire gli appena trascorsi European Championships disputati a Glasgow (con l’atletica leggera a Berlino): una figata pazzesca.

Diciamocela tutta, per un appassionato medio di sport sono stati 10 giorni di goduria. Tutti i campionati europei delle discipline sportive più note (atletica leggera, nuoto, ciclismo su pista e strada, golf, triathlon, canottaggio, ginnastica artistica) riuniti in una sola località, con gare che si rincorrevano tipo Giochi Olimpici. Con l’obiettivo di regalare visibilità a tutte le discipline e di unire tra di loro gli appassionati: a esempio, chi ha sempre e solo seguito il ciclismo, ha potuto confrontarsi con una trave e un volteggio, e così via. E poi il periodo estivo congiunto alla multidisciplinarità dell’evento ha creato un effetto vintage che ha riportato alla mente una storica trasmissione televisiva dove più nazioni del Vecchio Continente si sfidavano nelle prove più disparate: “Giochi Senza Frontiere“. Insomma, dal punto di vista della cassa di risonanza mediatica, gli European Games di Baku 2015 (organizzati dai Comitati Olimpici e non dalle singole Federazioni Europee) sono stati clamorosamente surclassati.

C’è però l’altro lato della medaglia. Far convivere le rassegne continentali di tanti sport, inevitabilmente nell’ambito di una singola nazione scatta il confronto tra una disciplina e l’altra. E i tecnici degli sport meno “produttivi” certo non possono essere contenti di questa situazione. Prendiamo l’Italia e mettiamoci nei panni del CT della Nazionale Italiana di atletica leggera Massimo Magnani. Se gli Europei della Regina degli sport fossero stati “solitari”, avremmo parlato, visti i 4 bronzi, di un piccolo e significativo “segnale di rinascita”. Tale è, intendiamoci. Ma se questo bilancio viene paragonato allo straordinario bottino dell’Italnuoto, che comprende 22 medaglie con 6 d’oro (3 delle quali grazie a una splendida Simona Quadarella), ecco che l’Atletica Leggera torna a essere la parente povera dello sport italiano.

Quindi, spettacolo ed emozioni in questi European Championships. Una vera e propria “figata pazzesca”. Per molti. Non per tutti.