Atalanta, passata la paura ora umiltà e concentrazione
“Non eravamo brocchi prima, non siamo fenomeni adesso“. Una delle frasi più ascoltate da dirigenti, allenatori e calciatori nell’arco di un’intera stagione calcistica. Pensiero che può essere facilmente accostato all’Atalanta reduce dal passaggio del secondo turno preliminare di Europa League 2018/2019.
Attenzione, la disparità tecnica tra i neroblu e i bosniaci del FK Sarajevo è stata talmente evidente che non è mai – sottolineiamo mai – messa in discussione. E ci mancherebbe altro. L’unica incognita che pendeva sulla Dea dopo il 2-2 dell’andata di Reggio Emilia era solo mentale. Riuscirà la formazione di Gasperini a dimenticare quei 5 minuti terribili che sono valsi i due gol dei bosniaci e soprattutto l’impatto ambientale dell’ «Asim Ferhatović» di Sarajevo? Un dubbio durato lo spazio di 18 minuti. A quel punto della partita, l’Atalanta conduceva già 3-0 con i gol di Palomino, Gómez e Masiello e il quesito era già bello che passato in ghiacciaia. Atalanta che poi dimostra tutta quella concretezza colpevolmente mancata al «Mapei Stadium» dilagando e portando a casa un rotondo 8-0 a favore, con una tripletta di Musa Barrow come ciliegina sulla torta.
Ora bisognerà affronterà gli israeliani dell’Hapoel Haifa. E i neroblu giovedì alle 18 dovranno scendere in campo dimenticando alla svelta quanto accaduto in Bosnia. La squadra allenata dal tedesco Nir Klinger è un pochino più in su dell’FK Sarajevo nel Ranking UEFA (473/a posizione contro la 522/a dei bosniaci), ma a questi livelli e, soprattutto, a inizio stagione niente e nessuno è da sottovalutare. Umiltà e concentrazione, queste devono essere le parole d’ordine dell’Atalanta in Israele. Se questi due vocaboli saranno al 100%, il vantaggio tecnico degli uomini di Gasperini farà il resto.