Un sogno durato un’intera stagione che, ora, diventa realtà. Dopo giorni di trattative serrate, affari da incastrare alla perfezione e continue svolte con la Juventus, Gonzalo Higuaín, il rinforzo di livello per l’attacco tanto a lungo chiamato dal popolo rossonero, è finalmente sbarcato ieri sera a Milano, pronto per cominciare la sua terza esperienza italiana. E la sua nuova avventura si è aperta esattamente come le altre, tra applausi, cori di festa, tifosi riversati in strada per dare il loro primo saluto: perché un attaccante da 147 gol in 252 presenze tra bianconeri e Napoli, “scalzato” solo dall’arrivo di un troppo grande (e ingombrante) Cristiano Ronaldo, resta sempre un grande colpo di mercato da acclamare in piazza.
Basterebbe rivedersi anche solo qualche conferenza stampa della scorsa stagione per notare la presenza quasi costante di una certa domanda rivolta dai giornalisti a Rino Gattuso: che stagione sarebbe stata quella del Milan con un attaccante da doppia cifra, di livello mondiale in avanti? Un dubbio tutto sommato lecito, sollevato mentre i deludenti Kalinić e André Silva inanellavano una serie infinita di prestazioni anonime, condite da qualche raro lampo qua e là, e un ragazzo classe ’99 come Cutrone si ritrovava improvvisamente a doversi caricare sulla schiena il peso di un intero reparto. Un buco offensivo evidente, diventato quasi fisiologico nel continuo susseguirsi di nomi e attaccanti passati da San Siro negli ultimi anni senza riuscire a incidere. E anche Gattuso, pur senza rivolgere alcuna critica esplicita ai suoi davanti alle televisioni, nel disperato tentativo di cercare sempre un aspetto positivo da cui ripartire, sapeva che per realizzare un salto di qualità nella rosa sarebbe servito presto un acquisto di una punta di sostanza.
L’arrivo di Higuaín fa sognare ancora di più il popolo rossonero anche alla luce della pesante situazione vissuta le scorse settimane. Il mistero sul futuro della società, il rischio dell’esclusione dall’Europa e un mercato totalmente immobile, caratterizzato da nomi di basso profilo, sembrano già un ricordo lontano, sebbene in realtà fossero materiale da prima pagina di tutti i giornali sportivi fino a pochissimo tempo fa. Certo, l’acquisto dell’argentino è stato perfettamente calcolato con lo spettro del Fair Play Finanziario alle spalle (18 milioni di euro di prestito più 36 di riscatto in vista del prossimo anno) e la questione economica dovrà essere centrale nei progetti futuri del Milan. Ma il messaggio della nuova proprietà sugli obiettivi della società è arrivato forte e chiaro e il clima sulla sponda rossonera di Milano è tornato febbrile, quasi ai livelli della scorsa, pazza estate.
Ma il nuovo attaccante che sbarca alla corte di Gattuso non è “soltanto” uno dei più forti centroavanti del Mondo, capace di guidare da solo un intero reparto e di trovare la porta con una semplicità disarmante. Higuaín arriva a Milano con la rabbia di chi vuole trovare immediato riscatto, riprendendosi un ruolo da protagonista che alla Juventus si è visto strappare via dopo i fantastici anni da re a Napoli. E se saprà trasformare questa voglia di tornare alla ribalta in prestazioni di qualità sul campo, il Milan sarà allora certo di avere a disposizione un’arma formidabile in vista della nuova, complicata stagione che l’attende: perché è su questa fame negli occhi che Gattuso punterà per riuscire ad avere il meglio da un giocatore che potrebbe avere ancora qualcosa di importante da dire nel nostro campionato.
Che ne sarà ora degli altri attaccanti del Milan? Kalinić potrebbe ricevere a momenti l’ok per salutare, con l’Atlético Madrid pronto a offrirgli l’ultima possibilità della carriera per prendersi le luci su un palcoscenico di livello internazionale. Dovrebbe salutare anche André Silva, che con l’arrivo del Pipita vede chiudersi definitivamente ogni spazio: l’opzione migliore potrebbe essere un trasferimento in prestito, nella speranza di ritrovarsi e tornare ai livelli del Porto. Infine, dovrebbe essere confermato senza troppi dubbi Cutrone: Gattuso conterà su di lui per far respirare Higuaín, garantendogli il giusto spazio tra campionato ed Europa, ma senza forzarne la crescita come fatto lo scorso anno. E con un maestro da cui imparare come l’argentino, anche per il giovane attaccante comasco ci sarà da divertirsi.