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L’Avellino, le paure, le fidejussioni, la Serie B a rischio. Il lupo lotta per non ripartire da capo

Quer pasticciaccio brutto de… le fidejussioni. Sembra essere un dettaglio beffardo quello che di fatto escluderebbe l’Avellino dal prossimo campionato di Serie B. Un’ingenuità burocratica, che nasconde una crisi più profonda: il mancato adempimento ai parametri stabiliti dalla Covisoc che rischia di fa sprofondare la società di Walter Taccone nel baratro. Dopo anni in cui il rispetto e la simpatia erano stati guadagnati in campo e fuori, dopo i messaggi di passione e amore, al Benito Stirpe, nell’amichevole surreale contro la Roma, ultime cartoline di una storia che rischia di prendere una brutta piega. Il lupo rischia davvero di dover ripartire da capo, come nove anni fa.

Perché il ricorso appena presentato al Collegio di Garanzia del CONI ha un coefficiente di difficoltà elevato riguardo alla sua riuscita. E ce lo dice uno che non ama fare percentuali, Eduardo Chiacchio, l’uomo che si è preso, di nuovo, l’onere di salvare l’Avellino con i suoi collaboratori. Un legame viscerale quello che lega il top player del diritto sportivo ai colori biancoverdi. Non le percentuali ma i paragoni calcistici, a lui, ex calciatore: quelli sì che piacciono, si sente come un grande giocatore che entra all’80′ e ha il compito di recuperare due gol. Le due reti sono i primi gradi di giudizio in cui il celebre avvocato non aveva assistito l’Avellino. Non impossibile, ma difficile, molto, perché di fronte c’è il massimo organo calcistico italiano; perché dietro c’è l’ingombro di chi spera in una riammissione al posto dei lupi. E il precedente Rende, speranza di molti, ha solo qualche similitudine con il caso del club irpino, mentre Il ricorso al Tar e il Consiglio di Stato sono delle vere e proprie chimere. Tra la fine del mese e l’inizio del prossimo si avrà dunque un verdetto praticamente irrevocabile.

Ricorso presentato al CONI, si diceva, difesa articolata su cinque punti. Il primo è quello su cui si fa maggiore affidamento riguarda la validità della prima fidejussione presentata dalla società di Taccone, quella della compagnia assicurativa rumena Onix Asigurari, la polizza che non ha soddisfatto i criteri alla voce rating. Si è parlato poi di una strategia complementare che vede in gioco la terza fidejussione, presentata dopo il termine ultimo: l’appiglio si chiama vizio di forma della FIGC, per aver comunicato in leggero ritardo la necessità di implementare o rivedere la documentazione. Su questa seconda ipotesi, Chiacchio frena ai nostri microfoni: “Tutto quello che è stato presentato dopo le 19 del 16 luglio non è valido. Non posso svelare i dettagli della nostra difesa, ma vi assicuro che non lasceremo nulla di intentato. Ci stiamo giocando tutte le carte, fino alla fine’’. Lo spirito, possiamo dirlo, è quello giusto, ma la parola “fiducia” per una battaglia di tale difficoltà sarebbe troppo azzardata secondo il legale che difende gli interessi biancoverdi. Le componenti che possono entrare in gioco, poi, sono davvero tante.

Chissà, ad esempio, quanto possa contare fra le scartoffie il peso della storia di un destino sportivo che si stabilisce negli uffici. Quella passione esibita a più riprese dalla tifoseria irpina, che ha già promesso di non abbandonare la propria fede, già messa a dura prova più volte. “Ad Avellino si impara a non mollare mai”: questa la didascalia della foto postata da capitan D’Angelo su Instagram da Frosinone, un’immagine che ritrae squadra e curva insieme, come un unico popolo. Le facce sono sorridenti come al termine di una vittoria, ma un’incrinatura nostalgica si insinua nel giorno della bocciatura, ancora provvisoria. Nel volto di Angelo D’Angelo, che abbracciò la causa biancoverde quando nel 2009 si dovette ripartire da zero dopo il fallimento, quando l’Avellino perse lo stemma e il nome, dovendo ricostruire, rifondare la propria storia.

Ardemagni, uno dei più criticati dell’ultima stagione, solleva Paghera e cerca motivi per sorridere. Castaldo, fresco di rinnovo fino al 2021, esalta un gruppo unito nella battaglia più complicata. Tifosi, non solo di fede biancoverde, lanciano appelli, perché una squadra come l’Avellino non può fare questa fine. C’è una dicotomia troppo grande tra quello visto in campo e sugli spalti, e quello che è successo negli uffici. Un pasticcio, sicuramente, quello combinato da Taccone & Co, a poche settimane da una presentazione trionfale della stagione. I vertici sono sicuri di una riammissione. Dichiarazioni di facciata? Una cosa è certa, la città intera vive un incubo surreale. La speranza è che finisca presto e nel migliore dei modi.

L’udienza è stata fissata per il 31 luglio alle ore 10:00. La curva sud, con un nota, annuncia la sua presenza in quella che definisce la trasferta più importante. C’è infine l’invito a tanti personaggi irpini nominati singolarmente, politici e non, a partecipare e non abbandonare la squadra nel momento della verità.

(video tratto da http://www.ysport.eu/it)

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