RPL 2018/2019: lo Zenit San Pietroburgo
Il massimo campionato russo è ormai alle porte e Mondosportivo vi porta alla scoperta di ciascuna delle sue partecipanti. Oggi tocca allo Zenit.
LA STAGIONE DEL RISCATTO-Per la terza volta consecutiva lo Zenit si trova fuori dalla Champions League. L’operato di Roberto Mancini è stato disastroso, con risultati addirittura peggiori di quelli raggiunti dal suo predecessore, Mircea Lucescu, nonostante i numerosi investimenti sul mercato. Stavolta la dirigenza si è affidata a Sergey Semak, sulla carta l’uomo più adatto per aprire un nuovo ciclo vincente a San Pietroburgo. L’obiettivo è quello di andare in fondo in tutte e tre le competizioni, tornando ad alzare qualche trofeo dopo la Supercoppa di Russia conquistata ormai due anni fa ma la vera priorità è una sola, riportare un club come lo Zenit nel posto che gli compete, ovvero l’elite del calcio europeo. Per farlo la qualificazione alla Champions League è un passaggio imprescindibile, necessario perché la crescita si elevi a un livello superiore.
LA DIFESA: VOTO 8- La retroguardia dello Zenit è molto variegata e di indiscussa caratura. Basti pensare ai tre portieri, tutti con le carte in regola per un posto da titolare in quasi tutte le squadre del torneo. La scelta di Semak dovrebbe ricadere su Andrey Lunev, capace di garantire sicurezza e interventi importanti. In attesa del recupero dell’argentino Emanuel Mammana, tra i migliori prima della rottura del legamento crociato, i centrali a disposizione sono l’ex Rostov Miha Mevlja, Branislav Ivanovic e il rientrante Luis Neto. Con Novoseltsev vicino al taglio nelle rotazioni dovrebbe partecipare con grande continuità il giovanissimo Ilya Skrobotov, classe 2000 e autore di una rete decisiva al debutto contro la Dinamo Mosca. Sulle fasce la spinta è garantita dagli autoctoni Zhirkov, Smolnikov, Nabiullin e Anyukov, ripescato dopo la retrocessione allo Zenit 2. Per Tsallagov e Chernov il minutaggio sarà nettamente inferiore.
IL CENTROCAMPO: VOTO 8- Anche la linea mediana è densa di qualità, con tanti giocatori che arricchisco la gamma di scelte possibili. I ritorni di Oleg Shatov e Christian Noboa, a tal proposito, sono provvidenziali: il primo conferisce al reparto maggiore qualità offensiva, il secondo un ricambio di lusso a Paredes, dando per scontata la titolarità di Daler Kuzyaev. Molto dipenderà dal limite sugli stranieri ma la cessione di Hernani e Mak è tutt’altro che scontata. Completano il reparto Aleksandr Erokhin e Magomed Ozdoev.
L’ATTACCO: VOTO 7,5- Con Mancini i centravanti hanno avuto numeri imbarazzanti, ad esclusione di Kokorin che nella prima parte di stagione ha letteralmente trascinato il reparto. La svolta dello Zenit parte proprio da qui, perché la qualità dei centrocampisti offensivi aiuta, ma la maggior parte delle reti devono arrivare dalle punte. Ci si attende molto dal duo Kokorin-Dzyuba: sono grandi amici e possiedono caratteristiche complementari. Gli argentini Rigoni e Driussi, dal canto loro, possono rappresentare un valore aggiunto dopo una faticosa stagione di adattamento. Il quinto uomo dovrebbe essere il montenegrino Luka Djordjevic, deciso a sfondare definitivamente con questa maglia, mentre Anton Zabolotny appare inadeguato per molti club della lega, figurarsi per lo Zenit.
LA STELLA: ARTEM DZYUBA- Il 2018 è stato l’anno della rinascita per Dzyuba, prematuramente silurato da Roberto Mancini. L’umile scelta di ripartire da Tula gli ha regalato la convocazione al Mondiale, giocato da protagonista. Attaccante unico nel suo genere, dotato di qualità fisiche e tecniche, l’ex Spartak Mosca può invertire la rotta di uno Zenit incapace di superare il post Villas Boas e arenato ormai da un biennio.
L’ALLENATORE: SERGEY SEMAK- Lo Zenit torna ad avere uno specialista russo dal 2009, quando Anatoly Davydov si improvvisò traghettatore dopo l’esonero di Dick Advocaat. Stavolta, però, la situazione è abbastanza diversa, dato che Sergey Semak punta ad aprire un ciclo vincente. Nonostante la giovane età il tecnico nato in Ucraina vanta diverse esperienze importanti in panchina, tra cui l’ultima strabiliante stagione ad Ufa, senza contare l’incredibile carriera da calciatore. Semak, oltre a conoscere la realtà russa, sa benissimo cos’è lo Zenit, avendoci giocato agli ordini di Spalletti e essendone stato già allenatore, seppur per pochi giorni, proprio dopo l’esonero del tecnico italiano. Non sarà una missione facile, visti i disastri compiuti dalla gestione precedente, ma Semak ha le carte in regole per fare un lavoro eccezionale.
IL MERCATO- I tantissimi giocatori bocciati da Mancini sono rientrati alla base. Una situazione a due volti: sfoltire la rosa non è così semplice ma molti dei “nuovi” possono diventare utili acquisti a costo zero.
Acquisti: Evgeny Chernov (d, Tosno, fp), Hernani (c, Saint Etienne, fp), Artem Dzyuba (a, Arsenal Tula, fp), Robert Mak (c, PAOK, fp), Ibragim Tsallagov (d, Dinamo Mosca, fp), Ivan Novoseltsev (d, Arsenal Tula, fp), Christian Noboa (c, Rubin Kazan, fp), Artur Yusupov (c, Rostov, fp), Aleksandr Ryazantsev (c, Amkar Perm, fp), Luis Neto (d, Fenerbahce, fp), Oleg Shatov (c, Krasnodar, fp).
Cessioni: Domenico Criscito (d, Genoa), Viktor Fayzulin (c, ritiro), Denis Terentjev (d, Enisey Krasnoyarsk), Aleksandr Ryazantsev (c, svincolato).
LA FORMAZIONE TIPO- Con una rosa attualmente di 33 giocatori (tra cui alcuni infortunati eccellenti) e tre competizioni da affrontare azzeccare l’undici titolare sembra impossibile. Noi ci abbiamo provato.
Per consultare le schede già pubblicate clicca sul nome della squadre
URAL EKATERINENBURG
RUBIN KAZAN
ARSENAL TULA
UFA