Le “7 marce”, Gp Germania – la nuvoletta di Vettel…e dei commissari gara
Il Gran Premio di Germania, 11/a tappa del Mondiale di Formula 1 2018, tornava dopo una stagione di pausa nel Circus e la gara è risultata essere tutto tranne che banale e noiosa. Analizziamo quanto accaduto sul circuito di Hockenheim con la nostra monoposto, fornita di un cambio vintage ma ancora ben funzionante a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia, Sergio Marchionne – Indipendentemente da quanto accadrà, è stato fino a due giorni fa il Presidente della Ferrari. Ha contribuito a portare Vettel a Maranello. E la sua presenza qui, in questa rubrica, è dovuta solo ed esclusivamente al suo ruolo sportivo. Di altro non ci occupiamo e non ci interessiamo. Questo a scanso di equivoci.
Viaggia in 6/a marcia, Lewis Hamilton – Restituisce a Vettel lo sgarbo di Silverstone e con tanto di interessi, portando a casa un 25 a 0 che alla partenza era impensabile, considerata la 14/a casella della griglia dalla quale il Campione del Mondo era costretto a partire. Bravo, coraggioso, fortunato. Ma, è giusto sottolinearlo, anche graziato dai commissari gara per la sua manovra di “pentimento” dell’ingresso in pit lane con brusco ritorno in pista tagliando la linea divisoria in maniera netta.
Viaggia in 5/a marcia, Nico Hülkenberg – Nel Gran Premio di casa, ottiene il massimo risultato che avrebbe potuto ottenere. Ossia, essere con la sua Renault, il vincitore della corsa nella corsa riguardante le vetture che non sono Ferrari, Mercedes e Red Bull. Dopo un breve periodo di crisi, il tedesco è tornato a incamerare prestazioni e punti importanti per il suo obiettivo: il 7/o posto mondiale.
Viaggia in 4/a marcia, Charles Leclerc – Il monegasco cresce gara dopo gara. In qualifica, strappa un’altra Q3 e sta portando la sua Sauber sponsorizzata Alfa Romeo a livelli impensabili. Peccato che il suo risultato di corsa venga compromesso da una strategia troppo azzardata che lo vede montare le intermedie troppo presto, ma questo ragazzo sta meritando davvero di sognare…in rosso.
Viaggia in 3/a marcia, Sebastian Vettel – Per gran parte del fine settimana domina il Gp di casa da “direttor. dott. ing” più altri titoli vari, ma basta la “nuvoletta” e il tedesco diventa degno di Fantozzi Rag. Ugo. La curva dello stadio è bagnata per quelle quattro gocce cadute su Hockenheim e la Ferrari di Vettel va a sbattere sulle barriere. Succede anche ai migliori. L’essenziale è che resti un episodio isolato.
Viaggiano in 2/a marcia, Pierre Gasly e la Toro Rosso – Ok l’azzardo quando la classifica è compromessa. Ma montare gli pneumatici da bagnato pieno quando sì e no vi sono due curve leggermente bagnate, ma il resto della pista è perfettamente asciutte non è un azzardo, è un autentico suicidio sportivo.
Viaggiano in 1/a marcia, i commissari di gara – Alle 18:15, un’ora dopo la fine della corsa, la convocazione di Hamilton. Dopo un’ora: “ok, Lewis, hai tagliato nettamente la pista fingendo di entrare in pit lane per poi rientrare bruscamente nel circuito. Ahi, monellaccio. Va bene, prometti di non farlo più, puoi andare”. No, non siamo alla corsa rionale dei carrettini, ma al Mondiale di Formula 1. Credeteci, è proprio così. Evidentemente, la nuvoletta di Vettel ha fatto capolino nel cervello dei giudici.