Alisson, da Roma a Liverpool sulla scia di Salah
Dopo Salah, anche Alisson ha lasciato la Roma per approdare al Liverpool di Klopp. I Reds hanno versato nelle casse dei giallorossi circa centoventi milioni di euro in due anni: cinquanta per l’egiziano, settantadue (di cui dieci di bonus) per il brasiliano. Non male come investimento né come ricavo per la Roma. Non è però iniziato in questi anni l’interessamento da parte della società inglese verso i calciatori della società capitolina. Già nel 2009 infatti il Liverpool acquistò Aquilani per venti milioni di euro, salvo poi ripetersi nel 2012 comprando Borini per altri tredici milioni. Briciole rispetto alla spesa complessiva fatta per l’attaccante egiziano (rivelatasi poi ottima a posteriori considerando che ora il valore di Salah, premiato dalla Premier League come giocatore dell’anno, è praticamente quintuplicato rispetto a dodici mesi fa) e per il portiere brasiliano, ufficialmente diventato il più pagato di sempre nel suo ruolo. Il Liverpool ha rotto gli indugi una volta saputa la richiesta economica della Roma, senza battere ciglio nell’accontentare i giallorossi, forse anche avendo ancora fresca l’immagine dei due errori colossali di Karius nella finale di Champions League contro il Real Madrid.
Si può poi discutere sulla cifra in sé, ma va detto che ormai un portiere va considerato a tutti gli effetti un giocatore anche di impostazione. Oltre a dover parare infatti, l’estremo difensore deve anche essere in grado di impostare la manovra per far partire le azioni palla a terra, come abbiamo visto spesso fare con ottimi risultati da Ederson quest’anno nel Manchester City. A tal proposito ecco proprio le parole rilasciate da Alisson in un’intervista su quest’argomento: “Un portiere, per essere moderno,deve avere personalità, posizionamento, concentrazione e soprattutto deve saper leggere le situazioni in anticipo. Certo, anche giocare con i piedi è importante: significa avere un giocatore in più”.
Il portiere migliore, alla luce anche di quanto poi visto ai Mondiali, non è più quello che compie la parata sensazionale, ma quello che non commette mai errori evidenti (vedi Karius o Caballero, solo per citarne due dei più recenti e clamorosi). La combinazione di queste due qualità (difficile infatti ricordarsi un errore di Alisson su un gol subito) si è vista in questa stagione di Alisson, capace di essere una sicurezza tra i pali e di mostrare anche una tecnica notevole con i piedi sia in area che nei lanci. Il brasiliano a venticinque anni è uno dei migliori interpreti del suo ruolo con dieci anni ancora buoni di carriera davanti. Vista l’importanza acquisita dal portiere nel calcio recente, come spiegato nelle righe sopra, e viste le cifre di mercato odierne sinceramente non ci stupisce he il Liverpool abbia deciso di fare questo investimento. Conferme arrivano anche che dal punto di vista statistico: Alisson è stato per percentuale di tiri dall’interno dell’area di rigore parati il migliore degli ultimi cinque anni con uno sbalorditivo 72,83%.
Klopp ha accolto con queste parole Alisson: “Quando si è creata l’opportunità di acquistarlo, devo ammettere di non averci pensato molto a dare il mio ok, ma bisognava avere il via libera dalla società. Penso che fosse qualcosa che dovevamo fare. Non ha nulla a che vedere col prezzo, è il mercato, è così e non possiamo farci molto. Alisson rappresenta il valore dei portieri in questo momento. Sono sicuro che ci saranno altri movimenti simili nelle prossime settimane, siamo molto contenti di averlo qui adesso. Il suo inglese è sorprendentemente buono e ha una bella personalità. Ha fatto molta esperienza negli ultimi anni, in Europa e a Roma, ha giocato a livelli altissimi e l’ha fatto anche ai Mondiali”. L’allenatore tedesco dopo la finale di Champions League raggiunta la passata stagione non può più nascondersi. Con gli acquisti di Keita, Fabinho, Shaqiri e Alisson per una cifra intorno ai duecento milioni di euro (che diventano ducentosettanta considerando anche l’arrivo di van Dijk a gennaio)l’obiettivo deve essere per forza quello di conquistare un titolo, magari quella Premier League che manca da ormai ventinove lunghissimi anni nel Merseyside.
When your first @LFCTV interview gets interrupted by the boss! 😂😂https://t.co/hWeZgjkbRw pic.twitter.com/86SHqpfa3M
— Liverpool FC (@LFC) 19 luglio 2018
Analizzando la situazione nel dettaglio si può tranquillamente affermare che con gli acquisti di Salah e Alisson il Liverpool abbia di fatto finanziato completamente tutta il mercato in entrata della Roma degli ultimi due anni. Questo anche grazie ovviamente alle due mostruose plusvalenze ottenute da Monchi in una politica giallorossa che ormai è ben chiara: ringiovanire la squadra mantenendola il più possibile competitiva pur essendo costretta a cedere i pezzi migliori di fronte a certe offerte.
Guardando tutti gli aspetti razionalmente possiamo quindi affermare che per quanto riguarda Alisson l’investimento del Liverpool sia stato coerente con i parametri di mercato odierni per uno dei migliori giocatori al mondo nel suo ruolo, e che il fatto di aver accettato la cessione sia perfettamente in linea con le scelte fatte dalla Roma in questi anni. Il fatto curioso è se mai che i giallorossi abbiano fatto le due cessioni più importanti della loro storia recente entrambe agli inglesi. Non è vero invece il discorso inverso. Salah si è poi rivelato un autentico crack, ma è solo il sesto acquisto più costoso del Liverpool negli ultimi due anni: davanti a lui infatti troviamo in ordine van Dijk, Alisson, Keita e Fabinho.