RPL 2018/2019: il Rubin Kazan
Il massimo campionato russo è ormai alle porte e Mondosportivo vi porta alla scoperta di ciascuna delle sue partecipanti. Oggi tocca al Rubin.
IL DESIDERIO DI RIVALSA-Le ultime stagioni della compagina granata, iniziate con grandi proclami, si sono ben presto indirizzate nell’anonimato, con il Rubin fuori dai piazzamenti più importanti già dopo il girone d’andata. Né gli onerosi investimenti di Javi Grasia né il tentativo di restaurazione di Berdyev hanno prodotto i risultati sperati. Fallire un’altra volta sarebbe deleterio. Il ritorno di Berdyev, un po’ a sorpresa, è stato fino ad ora fallimentare ma il turkmeno rimane forse l’uomo più adeguato per riportare in auge un club che con lui ha vinto due campionati e si è fatto conoscere anche fuori dai confini natii.
LA DIFESA: VOTO 7- Chiusa l’epopea Ryzhikov in Tatarstan si riparte da una certezza, ovvero Soslan Djanaev. Dopo alcune papere commesse durante partite cruciali l’estremo difensore ceceno è stato bravo a rifarsi una carriera che sembrava compromessa. Nelle ultime due stagioni, tra Rostov e Kazan, è stato tra i migliori, regalando punti preziosi alla sua squadra. In attesa del recupero di Ruslan Kambolov, il Rubin può contare su due nazionali russi come Kudryashov e Granat, con l’aggiunta degli autoctoni Sorokin (centrale) e Ustinov (terzino). La retroguardia sarà trascinata dall’inossidabile Cesar Navas, che compirà tra pochi mesi trentanove anni. La sua esperienza, sommata a quella del connazionale Chico (un nome ormai sempre più contraddittorio), agevoleranno il processo di crescita del nuovo arrivato Filip Uremovic, croato classe 1997 prelevato dall’Olimpia Liubiana.
IL CENTROCAMPO: VOTO 6- Manca ancora qualche tassello nella zona mediana, carente soprattutto da un mero punto di vista numerico. Le maggiori aspettative sono riposte nei confronti di Pavel Mogilevets e Vyacheslav Podberezkin, chiamati a confermare una volta per tutte i buoni propositi di inizio carriera. Curiosità per l’armeno Bayramyan, sul quale Berdyev punta molto dopo averlo allenato a Rostov, mentre Shekari è l’ennesimo prodotto del connubio (fino ad ora vincente) formato dal tecnico turkmeno e il movimento iraniano. Completano il reparto il nuovo acquisto Makhatadze e Igor Konovalov.
L’ATTACCO: VOTO 6,5-Due punte molto diverse tra loro ma proprio per questo complementari. Sardar Azmoun e Aleksandr Bukharov si conoscono benissimo dopo i trascorsi al Rostov, con cui hanno impressionato in Russia e in Europa. Tecnico, mobile e versatile l’iraniano si è un po’ ingolfato durante la scorsa primavera, ed è atteso dalla prova del nove. L’esperto Bukharov, invece, dovrà prima riprendersi da un pesante infortunio e questo, a 33 anni, non è così scontato.
LA STELLA: CESAR NAVAS- Non ce ne voglia Sardar Azmoun, che potrà ambire a finire in questo slot negli anni futuri, ma sembrava doveroso elogiare in uno spazio dedicato quello che è diventato dopo il ritiro di Sergey Ignashevich il difensore più anziano del torneo. Il rapporto con Berdyev è stato decisivo perché Navas potesse essere ancora in campo, specificatamente in Russia. Ha rifiutato la MLS per seguirlo a Rostov, senza grosse garanzie, poi, dopo aver pensato al ritiro per stare vicino al padre, ha ottenuto piena libertà per vestire nuovamente la maglia del Rubin. Un uomo spogliatoio sì, ma tutt’ora un grandissimo difensore, per senso della posizione, fisico ed esperienza. E una bandiera del club, col quale ha vinto un campionato, una coppa nazionale e due supercoppe.
L’ALLENATORE: KURBAN BERDYEV- Santone del calcio russo, il turkmeno rientra senza dubbio tra i migliori tecnici della storia di questo campionato. Berdyev ha scritto un pezzo di storia del Rubin Kazan, allenandolo dal 2001 fino al 2013 e vincendo ben cinque trofei nazionali. Il punto più alto raggiunto durante questa esperienza è probabilmente il successo in Champions League sul campo del Barcellona. Kurban ha saputo poi modellare a sua immagine anche un Rostov abbastanza povero qualitativamente, trascinandolo, nonostante numerose difficoltà finanziare, a un clamoroso secondo posto, condito poi da una successiva campagna europea memorabile. La prima parte del ritorno a Kazan non è andata come ci si aspettava, tocca alla sua esperienza dare una sterzata di risultati, per far tornare entusiasmo a tutta la regione.
IL MERCATO- Per la terza estate di fila il Rubin muta la sua campagna trasferimenti, con innesti contenuti e mirati che seguono gli onerosi investimenti di Grasia e i ritorni dei fedelissimi di Berdyev. Di seguito le operazioni in entrata e in uscita.
Acquisti: Filip Uremovic (d, Olimpia Liubiana), Chico (d, Granada), Ivan Konovalov (p, Torpedo Zhodino), Vyacheslav Podberezkin (c, Krasnodar), Khoren Bayramyan (c, Rostov), Georgi Makhatadze (c, Rubin Kazan 2), Timur Akmuzin (p, Rubin Kazan 2), Emil Bergstrom (d, Grasshoppers, fp), Ruben Rochina (c, Levante, fp), Sergio Sanchez (d, Espanyol, fp).
Cessioni: Rifat Zhemaletdinov (c, Lokomotiv Mosca), Ilzat Akhmetov (c, svincolato), Gabriel Enache (d, Partizan Belgrado), Albert Sharipov (d, Rotor Volgograd), Sergio Sanchez (d, Espanyol), Ruben Rochina (c, Levante), Gokdeniz Karadeniz (c, ritirato), Oleg Kuzmin (d, svincolato), Emil Bergstrom (d, svincolato), Sergey Ryzhikov (p, svincolato), Christian Noboa (c, Zenit, fp), Ivelin Popov (c, Spartak Mosca, fp).
LA FORMAZIONE TIPO-Berdyev ama molto coprirsi e utilizzare un undici organizzato e solido. Abbiamo provato a interpretare le sue scelte.
Per consultare le schede già pubblicate clicca sul nome della squadra: