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Tour de France 2018 – Siete degli assassini (sportivamente parlando)

Vous êtes tous des assassins“. Anche per chi non mastica il francese quotidianamente, la traduzione di questa frase è abbastanza intuitiva. Letteralmente, “tutti voi siete degli assassini“. Una frase che è echeggiata il 21 luglio 1910, nella 10/a frazione dell’8/o Tour de France che va da Luchon a Bayonne. Una tappa che, per la prima volta nella storia della Grande Boucle, prevedeva il “giro della morte” dei Pirenei: Peyresourde, Aspin e poi sua maestà il Tourmalet. Ascese dure oggi con l’asfalto e con i corridori che le affrontano con bici leggere in fibra di carbonio e diversi rapporti a propria disposizione. Figuriamoci all’epoca, quando bisognava scalarle sullo sterrato, con biciclette a scatto fisso e pesanti una ventina di chilogrammi. Un’impresa ai limiti dell’umanità. Il primo a riuscirci fu un ventitreenne francese, Octave Lapize. Il quale però, in cima al Tourmalet, rimarcò agli organizzatori la crudeltà di quel disegno altimetrico per quella tappa nel modo più diretto possibile. Con quel “Vous êtes tous des assassins” che è divenuta storia del ciclismo.

Centootto anni dopo, questa frase torna di attualità. Si cambia scenario, perché si passa dai Pirenei alle Alpi. Precisamente alla Regina delle Alpi, l’Alpe d’Huez. Su questa salita, ieri, Vincenzo Nibali ha gettato al vento la possibilità di poter competere per il suo secondo Tour della carriera, dopo il successo nel 2014. E questo non per colpa sua ma perché lo scontro con un oggetto sventolato da un tifoso, con la complicità di una moto che non sarebbe dovuta essere lì e la conseguente caduta, gli ha provocato la frattura della 10/a vertebra. Inevitabile il ritiro. Ed ecco che inevitabilmente torna alla mente l’epiteto di Lapize. Sì, cari organizzatori del Tour, Vous êtes tous des assassins. Ovviamente, e ci mancherebbe altro, sportivamente parlando.

Vous êtes tous des assassins perché ci avete impedito di assistere allo spettacolo del duello tra i grandi: Nibali contro Dumoulin, Thomas, Froome, Landa, Bardet e Quintana. Sui Pirenei sarebbero state fuoco e fiamme con lo Squalo.

Vous êtes tous des assassins perché negli ultimi chilometri dell’Alpe si è assistito a un Nibali versione 2014. E questi ultimi chilometri saranno un rimpianto per ogni appassionato di ciclismo italiano. Uno Squalo così davvero ci poteva far sognare.

Vous êtes tous des assassins perché il grande obiettivo del 2018 di Vincenzo, oltre al Tour, è il Mondiale di Innsbruck del prossimo 30 settembre. Un Mondiale che è un vestito cucito apposta per le sue caratteristiche, considerato il percorso esigente e impegnativo. Ora, con questa caduta, inutile nasconderlo: la conquista della Maglia Iridata è diventata proibitiva.

Vous êtes tous des assassins perché non ve ne state accorgendo, ma state ammazzando lo stesso Tour con la vostra mania di grandezza. Troppi mezzi dove non ci dovrebbero essere, pochi controlli a bordo strada con esagitati con fumogeni, acrobati della BMX, mancati aggressori (ieri uno scalmanato ha provato a colpire Froome). Ricordate la favola della rana che si gonfia per essere grande come il bue? Risultato, la rana scoppia. Il Tour de France rischia seriamente di fare la stessa fine.