Al termine della competizione, che ha visto prevalere la Francia, ecco il nostro Pagellone di fine Mondiale. Promossi e bocciati di Russia 2018:
10 – FRANCIA
Chapeau. Non può che essere della Francia il voto più alto: Deschamps assembla perfettamente una squadra giovane e promettente, esaltando le qualità dei singoli all’interno di un lavoro di squadra davvero encomiabile. Les Blues non sbagliano un colpo e finiscono con l’alloro al collo senza aver perso alcuna partita. Il loro segreto? Compattarsi in difesa e centrocampo e graffiare in contropiede, utilizzando la velocità e il talento dei suoi uomini offensivi.
9 – CROAZIA
La vincitrice morale di questa edizione. Già nel 1998 la Croazia aveva stupito tutti, non riuscendo però ad andare oltre un ottimo terzo posto. Straripante nel girone, nel quale manda al tappeto tutte le contendenti (l’Argentina su tutte), si fa valere anche nella fase a eliminazione. Dalić assembla perfettamente un insieme di giocatori talentuosi infondendogli calma e convinzione.
8 – BELGIO
Tutti si aspettavano l’exploit del Belgio. È avvenuto in larga parte, visto che comunque il terzo gradino del podio è un risultato soddisfacente per i Diavoli Rossi. La squadra di Martínez, spinta dalle giocate dei suoi uomini di punta, è forse quella che mostra il gioco più divertente e spettacolare. Chiude il girone eliminatorio vincendo tutte le partite e nei quarti estromette una grande del calcio mondiale come il Brasile. L’unica ad averla battuta è la Francia campione.
7 – RUSSIA
Sarà stata l’ammoniaca “sniffata” prima delle partite, sarà stata la forza trasmessa dal pubblico di casa. Fatto sta che la Nazionale russa esce dal Mondiale a testa altissima, estromessa ai quarti dalla Croazia, ma solamente ai rigori. Il tutto dopo aver eliminato nientepopodimeno che la Spagna. Il movimento russo trae indubbiamente beneficio da un’edizione ben congegnata e organizzata.
6 – SVEZIA
Noi ci avevamo provato a gufare la Svezia, nostra giustiziera. Ma gli scandinavi disputano un Mondiale davvero positivo. Si classificano al primo posto in un girone sì equilibrato ma sulla carta monopolizzato dalla presenza della Germania; battono poi la Svizzera, regalandosi un insperato quarto di finale, poi perso, contro l’Inghilterra. L’assenza del discusso Ibrahinović non intacca il gruppo, anzi probabilmente lo libera da una sorta di fardello.
5 – MESSICO
Messico e nuvole. Sembrava la volta buona per i centroamericani, per sfatare la tradizione delle ultime sei edizioni del Mondiale, che li aveva visti uscire sempre agli ottavi. Soprattutto perché la prima partita, contro la Germania, gli aveva regalato una gioia inattesa. Invece il Messico, pur qualificandosi, non riesce a evitare il secondo posto e il funesto accoppiamento con il Brasile, che li rimanda a casa agli ottavi per la settima volta consecutiva.
4 – BRASILE
Il minimo del minimo sindacale ma forse, a pensarci bene, neppure quello. Una squadra come il Brasile non può accontentarsi di una eliminazione ai quarti, tra l’altro per mano di una squadra che la travolge letteralmente sul piano tecnico come il Belgio. I verdeoro sembrano un’accozzaglia di calciatori forti messi in campo a caso, senza alcun criterio tattico. Neymar è l’ombra di se stesso, Gabriel Jesus chiude il suo Mondiale senza segnare. Senza Casemiro pare una squadra molto inferiore alle aspettative.
3 – SPAGNA
Già nel girone non era stata la solita Spagna, salvata da un gol di stinco di Diego Costa contro l’Iran e fermata sul 2-2 dal Marocco già eliminato. Negli ottavi, contro una Russia più attenta e difendere che a offendere, mostrano una manovra così lenta che a confronto Montolivo è Usain Bolt. Gestiscono malissimo la vicenda Lopetegui e pagano probabilmente il cambio di panchina, ma non ci sono attenuanti. L’edizione 2018 è da dimenticare.
2 – POLONIA
Certo non ti aspetti che la Polonia possa vincere il Mondiale. Ma in un girone in cui ti ritrovi, per pura fortuna, con tre outsiders come Giappone, Colombia e Senegal, era lecito attendersi di più. Male tutti, dall’allenatore alla squadra, i polacchi escono prematuramente senza aver lasciato alcun segno di sé. Anzi, la cosa che si ricorda di più è quell’orrenda melina, orchestrata con il Giappone, che determina il passaggio del turno dei nipponici.
1 – ARGENTINA
Brutta quasi quanto l’oufit di Sampaoli. L’Argentina cade sì con la Francia campione, ma dopo aver condotto un girone a dir poco balbettante. Il commissario tecnico viene delegittimato quasi subito, Messi invece gioca il suo peggior Mondiale nell’occasione migliore per vincerlo. Poche idee e confuse, verrebbe da dire, ma d’altra parte quando ci sono queste premesse è difficile ribaltare la situazione.
0 – GERMANIA
L’orripilante prestazione fornita contro la modesta Corea del Sud sentenzia la clamorosa eliminazione dei campioni in carica, in un girone all’apparenza abbordabile. La bocciatura è a 360°, visto che nemmeno nelle altre due partite i teutonici fanno faville. Dopo la sconfitta contro il Messico Löw prova a fare la cosa che gli riesce meglio, ossia ravanare nella rosa a sua disposizione, ma anche i cambi non danno i loro frutti. La Germania non è una delle delusioni, è LA delusione.