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SBK che Passione – La bravura non deve essere punita

Lo scorso fine settimana si è disputata la 9/a tappa del Mondiale SBK 2018 sul circuito di Misano. Se ve lo state chiedendo, sì, è stato il solito Rea. Il nordirlandese della Kawasaki ha inanellato la seconda doppietta consecutiva, la terza in questo Mondiale, consolidando l’ipoteca sul quarto titolo iridato di fila.

Una situazione che dovrebbe portare applausi a scena aperta. E così è per quasi tutti gli ambienti, eccezion fatta per la Dorna. La società organizzatrice del Mondiale delle Derivate di serie (e della MotoGP) le sta provando tutte per mettere un freno al dominio del binomio Rea-Kawasaki. Nel 2017, la novità di far par partire chi saliva sul podio in gara 1 in terza fila. La stagione successiva, la riduzione di 600 giri del motore della verdona giapponese. Due “zavorre” che però non hanno impedito una nuova dittatura del nordirlandese. E ora gira voce che la Dorna possa ancora inventarsene un’altra per andare contro la Kawasaki.

Speriamo che restino solo “voci di corridoio”. La Kawasaki e Rea vincono perché sono più forti e più bravi. Punto. Sì, stiamo scrivendo un’ovvietà ma dalla parti della Dorna sembra quasi che questa sia una colpa e non un pregio. Sono solo le avversarie che possono mettere un freno al dominio verde. A cominciare da Ducati e Aprilia. Le due moto italiane hanno emesso vagiti importanti a Misano con un secondo e terzo posto in gara-1 e gara-2 rispettivamente con Davies e Melandri per la scuderia di Borgo Panigale e con il terzo posto di Laverty in gara-1 per la moto di Noale. Il distacco con la Kawasaki resta importante ma nulla è eterno nello sport. E il lavoro, il buon lavoro, può accelerare il fisiologico processo di ricambio.