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Le magie di Modrić, i peccati di Čilić: Croazia, una grande esplosione di talento

Doveva essere il Mondiale della Croazia, e in qualche modo lo sarà: che sia finale o finalina, Modrić & co. eguaglieranno quanto meno le imprese della gloriosa selezione del ’98. Risultato non da poco, il cui raggiungimento non dovrà però appagare una squadra che può ambire all’intera posta. Poteva essere il Wimbledon dei croati e non lo è stato. La bocciatura di Čilić e Ćorić maturata sui prati dell’All Englad Club è anzi assolutamente inderogabile, soprattutto per il più anziano dei due. Il primo ha ceduto sotto la pressione di essere tra i favoriti, se non il favorito per i “Roger-scettici”; per il secondo si prospetta invece il rimando di una fioritura che pareva imminente dopo la vittoria di Halle a discapito proprio del #2 della classifica.

Sui popoli balcanici incombe un pregiudizio atavico. Un luogo comune che risponde all’espressione inflazionata di “genio e sregolatezza”: non scarseggia certo il carattere nelle prestazioni sportive, manca piuttosto un po’ di freddezza e di cinismo per raggiungere traguardi di rilievo. A volte viene meno semplicemente quel pizzico di normalità che consentirebbe di portare a casa un risultato positivo senza nemmeno sudare troppo. Ovviamente dipende dagli sport: questo discorso è dunque pressoché inapplicabile ad alcune discipline, come ad esempio la pallanuoto e pallamano, se si parla specificamente della Croazia. In effetti la nazionale di calcio si stava complicando la vita non poco contro Russia e Danimarca, in piena linea con il suddetto trend: i piedini educati di Modrić e Kovačić hanno tremato, quelli di Perišić, meno precisi, pure hanno mancato qualche occasione buona per evitare la lotteria dei rigori. In entrambi i casi, però, abbiamo visto una squadra poco brillante ma efficace: un bel segnale quando una nazione giovane e talentuosa si prepara a sfatare il tabù vittoria. Un altro buon motivo per sorridere quando scopri d’altronde che la qualità è talmente tanta, e diffusa, da non preoccuparsi troppo quando cicca contro qualche big.

La Croazia tennistica invece ha ciccato alla grande. I riflettori più luminosi erano puntati su Marin Čilić, finalista a Wimbledon lo scorso anno e agli Australian Open a gennaio. Reduce persino da una buona stagione sulla terra, superficie che non esalta al meglio le sue caratteristiche, il classe ’88 era giunto in Inghilterra con altissime aspettative e con una fiducia particolare. Sembrava l’anno giusto per il primo trionfo all’England Club. Già prima dell’inizio dello slam si parlava di una semifinale epica con Federer, invece il #5 del Ranking si è squagliato inspiegabilmente sotto il sole estivo dopo una pioggia provvidenziale occorsa durante il suo secondo match del torneo. Una partita in discesa, che sembrava già scritta, si è tramutata in un incubo: Čilić avanti di due set e in pieno controllo è caduto sotto i colpi di Guido Pella, uno che a Wimbledon aveva appena vinto il suo primo incontro e che nei primi due parziali della contesa aveva fatto fatica addirittura a colpire le bordate dell’avversario. Tanto onore all’argentino, bocciatura per il croato, troppo falloso, incapace di gestire la pressione nei momenti clou, nell’anno in cui sembrava poter finalmente eguagliare la storica vittoria di Ivanišević. Il campione di Wimbledon 2001, amico di Boban e grande tifoso di calcio.

Proprio come Čilić, che sui social si “distrae” postando immagini delle vittorie mondiali dei suoi beniamini, sperando di prendersi la rivincita su Federer il prossimo anno. Borna Ćorić di occasioni per brillare ne avrà sicuramente ancora tante. Astro nascente del tennis mondiale, solo poche settimane fa è stato capace di profanare il dominio dell’elvetico nel suo giardino di casa, Halle. E il sorriso per il suo secondo e più importante titolo della carriera non si è compromesso dopo l’uscita al primo turno di Wimbledon contro il coetaneo Medvedev. Un incidente di percorso, una sconfitta contro un avversario talentuoso che ci può stare e si aggiunge a cadute più eccellenti, decretate nella prima settimana. Ai due croati non resta così che infilarsi la tradizionale a scacchi, sperando che il colpo grosso lo piazzino i loro amici, i ragazzi di Dalić. E avranno la compagnia di Ivo Karlović, che a 39 anni ha fatto la sua degna figura, superando il primo turno e cedendo al secondo solo dopo un’epica battaglia contro Struff.