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FantaRussia 2018, il Fantacalcio dei Mondiali: i Flop 4 dei quarti

Vediamo quali sono stati i quattro peggiori giocatori, ruolo per ruolo, dopo i quarti di finale dei Mondiali di Russia 2018. 

Porta – Fernando Muslera (Uruguay): nelle prime quattro partite la difesa uruguaiana era stata pressoché perfetta e anche l’ex portiere della Lazio ci aveva messo del suo, mantenendo la porta inviolata. Ma con la Francia cade sulla proverbiale buccia di banana, facendosi trovare impreparato sulla conclusione di Griezmann, che sembrava tutt’altro che irresistibile. Un errore che taglia definitivamente le gambe all’Uruguay e alle sue residue chances di rimonta.

Difesa – Fàgner (Brasile): la deludente prova difensiva del Brasile trova il suo simbolo in Fàgner, terzino destro del Corinthians, che inanella una serie di errori da bollino rosso. Soffre tremendamente le iniziative di Hazard, che lo mette costantemente in difficoltà. Il nostro inviato non è stato tenero con lui (4), ma anche gli altri quotidiani/siti non sono stati da meno. A cominciare dal Corriere della Sera (4.5), per continuare con Eurosport, Fantagazzetta e goal.com (5).

Centrocampo – Fernandinho (Brasile): secondo alcuni il giocatore più imprescindibile, per il Brasile, era Casemiro. E forse non avevano tutti i torti. Il suo sostituto, Fernandinho, lo fa rimpiangere fin dai primi minuti. In costante affanno contro il dinamico centrocampo belga, il mediano del City non riesce praticamente mai a frapporsi allo strapotere di De Bruyne e compagni. A guastare ulteriormente la sua prestazione fantacalcistica, ci pensa poi il malus -2, dovuto al suo goffo autogol che manda in vantaggio i Diavoli Rossi.

Attacco – Gabriel Jesus (Brasile): a livello di brutta prestazione l’attaccante verdeoro non ha rivali. Soprattutto perché chiude un Mondiale per lui anonimo con una prestazione altrettanto incolore. Mai a segno durante la rassegna iridata, anche contro il Belgio non si vede quasi mai. I compagni faticano a trovarlo anche perché lui non si fa mai trovare. Davvero una delusione, in una squadra che aveva bisogno come il pane di una prima punta affidabile.