Janne Andersson ha parlato, in questo fine settimana, al di fuori degli spazi istituzionali che la FIFA riserva ai tecnici: le sue parole hanno avuto grande eco mediatico in Svezia. Vi proponiamo alcuni gli stralci dell’intervista, piuttosto lunga, riportata da fotbollskanalen.
“Anche se finora non hanno segnato, sono soddisfatto di ciò che mi hanno fatto vedere Berg e Forsberg. Marcus ha avuto tre occasioni con la Corea e non ha segnato, è vero. Mi auguro che trovi la via del gol in questa occasione, ma lui è quel tipo di giocatore che, a volte, ha delle pause realizzative: tuttavia sta facendo bene nel complesso, e lo stesso Emil. In definitiva, prendo atto che la squadra è comunque andata a segno cinque volte: certo, due volte abbiamo segnato su rigore e, a mio parere, ce ne mancano altri due, tra l’altro. Questo significa che siamo stati presenti in area. Marcus è stato coinvolto, ha subito il fallo da rigore con il Messico. Trovo sia positivo che, a segnare, siano anche i giocatori che non sarebbero deputati a farlo.”
“Ekdal fa un buon possesso palla, visto che non vogliamo che gli avversari abbiano il controllo del gioco tutta la partita. Albin ci aiuta soprattutto quando vogliamo cambiare gioco. Col Messico abbiamo giocato la nostra migliore partita, e non solo dal punto di vista del punteggio, migliorando rispetto alla prima prova. Vorrei maggiore possesso palla, come accaduto nelle qualificazioni contro Bulgaria, Bielorussia e Lussemburgo. Correre senza palla, alla lunga, è frustrante.”
“Non so quanto peserà l’assenza di Lichtsteiner per la Svizzera: sicuramente loro avrebbero voluto affrontarci con un’altra formazione, e questo potrà essere un vantaggio. Non faccio i paragoni con Granqvist, non conosco così bene gli elvetici. Nel nostro gruppo, lui è importante, ma tutti danno il loro contributo alle decisioni: è il mio modo di essere leader. Certo, leggo i giornali, i complimenti e le critiche: mi faccio aiutare da mia moglie, che mi segnala le cose più importanti (ride – ndr). Al di là di tutto, critiche e articoli sono il segnale dell’interesse che c’è in Svezia per il nostro lavoro: non sarebbe bello se fossi qua seduto a parlare, e non ci fosse nessuno ad ascoltarmi.”
“Penso che chi sostituirà Larsson farà bene. Non cambieremo il nostro modo di giocare, e ho diverse opzioni: deciderò come sempre all’ultimo momento. Ne abbiamo parlato con lo staff, è stata una discussione calda, l’aria condizionata non funzionava e c’erano 40°… Svensson? Non è detto che giocherà lui, il fatto che sia entrato con il Messico potrebbe essere dovuto a vari fattori (ride – ndr). Non fatemi parlare troppo, gli svizzeri leggono i giornali anche loro. Fate pure le vostre deduzioni. Ma il fatto che sia entrato col Messico non significa che sarà lui a giocare.”
“Sulla questione Durmaz, sono stati i ragazzi a decidere cosa fare. A pranzo, il giorno dopo la partita, hanno parlato poi Lasse (Richt) ha detto cosa ne pensava, e anche io. Era chiaro che avremmo fatto qualcosa, bisognava decidere come. Quando abbiamo proposto quell’opzione, tutti i leader del gruppo hanno ritenuto che fosse una buona idea, e tutti volevano mostrare il loro sostegno a Jimmy. Il modo in cui l’hanno fatto è stato grandioso. Parlare davanti a tutti dei tuoi sentimenti interiori, sapendo che ci sono così tanti che lo vedono, e dopo ciò che era successo, è stata una grande prova di carattere.”
“Non avevo aspettative particolari: mi è piaciuto pensare che in Svezia molti avrebbero apprezzato. Nel nostro Paese abbiamo generalmente dei valori di base importanti, e siamo cresciuti in una società più pulita rispetto a molte altre. Speravo in una risposta positiva, ma non avevo idea di ciò che sarebbe accaduto. Se è vero che i giocatori sono un modello in grado, in qualche modo, di influenzare positivamente le persone, era nostro dovere farlo, soprattutto di fronte a un caso concreto così pesante.”