Gran Premio d’Austria, 9/a tappa del Mondiale di Formula 1. Ieri sul circuito dello Spielberg si è disputata quella che al momento è stata senz’ombra di dubbio la gara più bella del Mondiale. Analizziamo quanto è accaduto con la nostra monoposto dotata di un cambio “vintage” a 7 marce.
Viaggia in 7/a marcia: la Ferrari (reparto motori) – Sì, la palma del “migliore in campo” va a Maranello ma nella specifica dei propulsori. Sei vetture motorizzate dal Cavallino nelle prime 10, nel primo vero Gp caldo (dal punto di vista delle temperature) dell’anno e con Mercedes, Renault e Honda che arrancano. Un dato di affidabilità assolutamente importante e che potrebbe rappresentare la chiave di volta della stagione. Chiedete a Hamilton e Bottas per conferme.
Viaggia in 6/a marcia: Max Verstappen – Brava la Red Bull ad azzeccare la strategia, richiamandolo ai box non appena i commissari hanno deciso per la Virtual Safety Car. Ma bravo lui a gestire in maniera ottimale le gomme soft per 59 giri. Per una volta ha lasciato a casa l’impeto della gioventù ed è diventato un piccolo Alain Prost, poiché il Professore era un asso a gestire gli pneumatici. Meritandosi pienamente il successo.
Viaggia in 5/a marcia: Grosjean e la Haas – Vedi, Romain? Valeva la pena aspettare la nona gara per vedere per la prima volta la bandiera a scacchi in questo Mondiale. Dopo tanta sfortuna, il francese conclude quarto seguito da Magnussen per un gran risultato per la scuderia statunitense, ottenuto anche grazie al motore Ferrari.
Viaggia in 4/a marcia: la Force India – I guai di Mercedes, Red Bull (Ricciardo) e Renault aiutano la scuderia indiana a porre rimedio a un fine settimana che poteva essere molto difficile. Ma non sempre si potrà contare sui passi falsi altrui.
Viaggia in 3/a marcia: la Toro Rosso – Quando alcuni dei grandi “toppano”, è dovere della scuderia faentina farsi trovare pronti per incamerare punti. Eventualità che si è verificata in Austria, ma né Hartley né Gasly sono riusciti ad approfittare dell’occasione.
Viaggia in 2/a marcia: la Renault – Passo falso per la scuderia francese, con Hülkenberg ritirato e Sainz mai competitivo per i punti. In una stagione lunga, per una scuderia in fase di costruzione, ci sta. Basta che rimanga un episodio isolato.
Viaggia in 1/a marcia: la Mercedes – Da quando la scuderia di Stoccarda è tornata in F1 a 360°, sia come costruttore che come motorista, non aveva mai subito un doppio ritiro. La nuova mappatura del motore evidentemente non ha ancora “carburato” e i gettoni per consentire nuove modifiche ai propulsori senza penalizzazione in griglia sono finiti. E mancano ancora 11 gare.