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Svizzera: un esordio che dà speranza, ma davanti serve più incisività

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Pareggio, dunque, all’esordio, tra Svizzera e Brasile. Gara a due volti: verdeoro, infatti, da far stropicciare gli occhi nella prima frazione, in vantaggio con una stupenda rete di Coutinho al 20′, e costantemente in grado di tenere in apprensione la retroguardia elvetica.

Il secondo volto, invece, è quello di una Svizzera operaia, che ha segnato da palla ferma (come avevamo profetizzato presentando la partita), tenendo poi testa, seppur non sempre in modo lucido, al rabbioso ritorno dei sudamericani, per un 1-1 che, più che altro, serve ai rossocrociati i quali, già contro la Serbia, nel prossimo incontro, potranno provare a fare un passo importante per il passaggio al turno successivo.

Una buona Svizzera, dunque, anche se Vlado non ha inventato sorprese per contrastare i verdeoro, giocando come previsto alla vigilia. I rossocrociati hanno fatto valere la loro buona forma fisica per opporsi al maggior tasso tecnico degli avversari.

Questi ultimi, soprattutto sulla fascia di sinistra, hanno creato non pochi problemi agli svizzeri, con Lichtsteiner spesso in difficoltà contro Marcelo. Dall’altra parte, invece, Rodríguez ha fatto decisamente meglio, in tutte le fasi di gioco, coprendo e proponendosi in avanti.

Grande la partita di Valon Behrami, migliore in campo, capace di limitare Neymar. Ecco le sue dichiarazioni, a fine partita, al microfono di Nicolò Casolini della RSI: “Il nostro gol è regolare: il giocatore avversario è rimasto in piedi, anche se ha perso un attimo il tempo. Ho la fortuna di giocare con una generazione di buoni giocatori, sono in una posizione di campo che mi piace, a volte le cose vanno bene, altre volte meno, ma stasera abbiamo fatto bene.”

“Abbiamo ottenuto un grande risultato, e ci fa piacere di avere regalato ai nostri tifosi una grande serata. Domani sarà una giornata positiva per loro, avranno un pizzico di orgoglio svizzero in più.Credo di aver fatto una buona partita dietro, non sono riuscito a dare un contributo migliore davanti, ma c’erano anche gli avversari. Sono uscito per precauzione dopo il cartellino giallo, e per qualche picccolo disturbo.”

Akanji, in difesa, ha giocato una buona partita, sporcata appena da una distrazione che ha permesso a Roberto Firmino di sfiorare la rete. Shaqiri è stato tra i migliori, e anche Zuber, oltre al gol, ha giocato discretamente, nonostante la forza degli avversari. In chiaroscuro la prestazione di Seferović, che si è sacrificato tantissimo ma, stretto nella forza di due tra i centrali più forti del mondo, non ha mai visto la porta avversaria.

Gara difficile, insomma, come previsto, per i rossocrociati, che hanno avuto la grande forza di non perdersi d’animo, dopo un primo tempo nel quale sono stati messi sotto dagli avversari non solo dal punto di vista del punteggio ma, soprattutto, da quello del gioco.

La Svizzera è stata, soprattutto, umile: non si è riversata nella metacampo avversaria, ma ha provato a colpire nell’unico modo possibile in quel momento, sulle palle ferme. E ha avuto anche un pizzico di fortuna, trovando il gol a inizio ripresa, quando ancora non era necessario premere di più e, magari, disunirsi, lasciando così spazi agli avversari.

Gli elvetici, come dicevamo, hanno dimostrato di essere anche in buona forma fisica, tanto da andare a pressare in alto i portatori di palla avversari. Poi, negli ultimi minuti, Tite ha inserito diversi giocatori offensivi freschi, Behrami è stato costretto a uscire e, fatalmente, il baricentro della compagine d’oltre confine si è abbassato: è stato il momento più brutto per l’undici di Petković, che ha infatti rischiato di capitolare in due o tre occasioni, venendo salvata dall’imprecisione degli avversari e da Sommer, all’altezza della situazione.

Ora, la Serbia, venerdì 22: una sfida che avrà un valore immenso, dal momento che, in caso di sconfitta (e contemporanea vittoria del Brasile contro la Costa Rica), i rossocrociati sarebbero virtualmente eliminati. Per vincere, però, servirà un differente quoziente offensivo: chissà che non arrivi il turno, davanti, per una punta agile ed efficace nei 16 metri avversari come Gavranović.