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Compensi agli sportivi dilettanti: le incognite del 2018

Giovanni Malagò CONI

Lo sport dilettantistico italiano, autentico volàno del movimento sportivo nazionale, sta vivendo nel 2018 una burrasca burocratica che lascia gli operatori del settore in balìa dell’incertezza operativa. Perché oltre alle attività atletiche, lo sport dilettantistico prevede una serie di altre attività dietro le quinte, tra cui la corresponsione di compensi per gli sportivi dilettanti che prestano la propria opera presso le strutture nelle qualità di insegnanti o atleti.

Sino al 2017, tali compensi potevano essere erogati (in totale esenzione d’imposta e di contribuzione sino a un massimo di 7.500 euro l’anno), a fronte del rilascio di ricevute in carta semplice, con il solo obbligo per gli enti sportivi di consegnare allo sportivo percettore, l’anno successivo, la Certificazione Unica riepilogativa.

Di seguito si riportano le modifiche normative introdotte con i commi 358 e 359 della Legge di Bilancio 2018:

“358. Le prestazioni di cui all’articolo 2, comma 2, lettera d), del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, individuate dal CONI ai sensi dell’articolo 5, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, costituiscono oggetto di contratti di collaborazione coordinata e continuativa.

359. I compensi derivanti dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulati da associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI costituiscono redditi diversi ai sensi dell’articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. I compensi derivanti dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulati dalle società sportive dilettantistiche lucrative riconosciute dal CONI costituiscono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ai sensi dell’articolo 50 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986”;

Dal tenore letterale della norma, gli adempimenti posti a carico degli enti sportivi dilettantistici, relativamente ai collaboratori amministrativo-gestionali, sino all’anno 2017 (ovverosia iscrizione nel libro unico del lavoro e comunicazione all’INPS, preventiva rispetto all’inizio del rapporto di collaborazione), vengono estesi, a partire dal 2018, anche agli sportivi dilettanti tout court, cioè quei soggetti di cui si è parlato all’inizio.

Per l’effettiva entrata in vigore di tale aggiornamento normativo, si è a tutt’oggi in attesa di una circolare del CONI che specifichi quali siano le attività sportivo-dilettantistiche rientranti in tale disciplina; in mancanza di tale circolare, gli oneri posti a carico degli enti risultano attualmente congelati. Di seguito un riepilogo cronologico degli aggiornamenti pervenuti da parte del CONI sulla tematica:

– 9 aprile 2018: alla conclusione del 258° Consiglio Nazionale del CONI, il Presidente Giovanni Malagò ha comunicato che, in assenza di un’interpretazione in materia da parte degli Enti Previdenziali competenti, non era ancora possibile giungere a una definitiva deliberazione;

– 11 aprile 2018: il Dott. Andrea Mancino, Presidente della Commissione Fiscale del CONI, in un’intervista a FiscoCsen ha ribadito a riguardo come debba essere il CONI a esprimersi in merito alla definizione della fattispecie in oggetto, individuando le mansioni degli sportivi dilettanti da inquadrare come collaborazioni coordinate e continuative.

– 4 maggio 2018: il Presidente del CONI ha annunciato che sarà emanata in tempi brevi (giugno/luglio) una delibera di massima soddisfazione per il mondo sportivo dilettantistico;

– 12 giugno 2018: nel corso della giunta nazionale del CONI, tenutasi a Trieste, ancora nessun accenno in merito allo sblocco della situazione di stallo.

Una Commissione dedicata ha già predisposto una prima bozza di “mansionario”. Sarà opportuno definire dei limiti di esenzione e di esonero degli adempimenti (si ritiene soprattutto per gli enti sportivi di modeste dimensioni) e solo allora, quando le prestazioni verranno “tipizzate”, si passerà all’iscrizione nel libro unico del lavoro e alla conseguente elaborazione dei relativi cedolini paga.

Peraltro, tali “tipizzazioni” andranno a favore delle Associazioni e Società Sportive, poiché le relative figure individuate dalle delibere CONI saranno definitivamente censite, evitando che vengano ricondotte nell’alveo del lavoro autonomo ovvero di quello subordinato.

A oggi, al sesto mese dall’inizio dell’anno, non si sa ancora in che modo gli enti sportivi dilettantistici dovranno comportarsi in merito ai compensi da erogare agli sportivi. Un ulteriore problema è rappresentato dalle verifiche dell’Ispettorato del Lavoro che, nelle more dell’emanazione della circolare del CONI, accedendo presso le strutture sportive aprono dei contraddittori con le Associazioni e Società sportive dilettantistiche, generando situazioni di ulteriore appesantimento gestionale.

Infine, è bene ricordare che, laddove venisse fornita dal CONI l’interpretazione maggiormente restrittiva della norma, tutti gli enti sportivi che a oggi, a fronte di una ristretta base di collaboratori amministrativo-gestionali, vedono viceversa un numero sensibilmente più elevato di collaboratori sportivi in senso stretto (atleti e insegnanti), si troverebbero ad affrontare un notevole appesantimento nelle strutture dei costi e della gestione amministrativa.

L’impatto di tale interpretazione porterebbe gli enti sportivi a dover iscrivere tutti i collaboratori, a qualunque titolo, nel libro unico del lavoro ed emettere i cedolini paga, avvalendosi dell’opera di consulenti dedicati; l’innalzamento della soglia di esenzione da 7.500 a 10.000 euro parrebbe in tale scenario una elargizione non sufficiente a controbilanciare l’enorme appesantimento descritto.

L’auspicio è che il CONI deliberi celermente in merito all’argomento, che rappresenta una vera e propria spada di Damocle pendente sulle teste degli operatori del settore (enti sportivi, collaboratori e consulenti), in modo da eliminare l’incertezza, possibilmente senza gravare il mondo sportivo dilettantistico di ulteriori pesi in termini di burocrazia e spese.