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Russia 2018: i consigli per le scommesse – chi vincerà?

Chi vincerà i Mondiali in Russia? Sarà un habitué o una sorpresa? Arriverà fino in fondo una nazionale talentuosa o operaia? Giovane o esperta? Europea o sudamericana (o, a sorpresa, al di fuori di queste due confederazioni)? Tracciamo una panoramica di favorite e possibili sorprese, valutando anche il livello di “golosità” delle relative quote.

I Mondiali sono l’appuntamento più importante per gli amanti del calcio e, di riflesso, per chi si diverte a scommettere su questo sport. Un mese di partite senza soluzione di continuità, un sogno per chi durante l’anno punta anche sulla Serie B turca pur di provare il brivido dell’azzardo. Quando ci sono i Mondiali anche chi non scommette mai, però, una puntatina la tenta: solitamente la scommessa più quotata è l’antepost, ovvero la scelta della squadra che alzerà la coppa alla fine del torneo.

Le quote offerte dai bookmakers indicano due grandi favorite, le due nazionali che vantano il maggior numero di trionfi tra quelle in gioco: il Brasile pentacampeón è quotato a 5.25, mentre i campioni in carica (4 volte sul tetto del mondo) della Germania sono dati a 5.50. Una differenza minima tra queste due corazzate, storicamente esponenti rispettivamente del fútbol bailado e della prepotenza atletica. I verdeoro hanno dominato il girone di qualificazione CONMEBOL, terminando con 41 punti, a +10 dalla seconda, con il miglior attacco e la miglior difesa (41 gol segnati e 11 subiti in 18 partite). Tite ha in mano una squadra forte in tutti i reparti: certo, non sono i tempi in cui il tridente era composto da Ronaldo, Rivaldo e Ronaldinho, ma la Seleção si presenta come una formazione solida e ben bilanciata, con un perfetto mix di giocatori funambolici e di sicuro affidamento tattico e caratteriale. Oltre ad avere uno tra i migliori portieri in circolazione, Allison, e un vice all’altezza come Ederson, il Brasile vanta una difesa invidiabile, con giocatori del calibro di Marcelo, Thiago Silva, Marquinhos e Miranda (solo per citarne alcuni) e un centrocampo di spessore con calciatori provenienti dalle squadre più forti del mondo (Casemiro, faro del Real, Paulinho e soprattutto Coutinho del Barcellona, Fernandinho del City). Manca forse un bomber assoluto, anche se Gabriel Jesus e Firmino sono due giocatori che, se serviti adeguatamente, la porta la vedono eccome. A sfornare assist ci sarà gente come Douglas Costa, Taison e Willian. E poi c’è lui: Neymar Junior, la stella verdeoro, un giocatore che pensa solo ai Mondiali già dall’eliminazione del suo PSG contro il Real in Champions League. Il suo atteggiamento ha fatto imbufalire la tifoseria parigina ma, pace all’anima loro, il discorso è molto semplice: tolta la Champions, a Neymar di giocare nei confini francesi fregava ben poco. Aspetta questo mondiale dal fallo subìto da Zúñiga nel 2014, in quella che doveva essere la sua rassegna iridata, ma che non lo fu. Vissuto all’ombra di Messi, Neymar vuole emergere con la sua nazionale, per poter guardare dall’alto in basso, almeno per una volta, il diez argentino e CR7.

La Germania ha il difficile compito di difendere il titolo, impresa riuscita solo all’Italia (1934-1938) e al Brasile (1958-1962). La compagine teutonica ci ha abituati ad arrivare quasi sempre in fondo, dunque è il minimo inserirla tra il novero delle favorite. Analizzando la rosa a disposizione di Löw, però, qualche dubbio sorge, a cominciare dal portiere: il titolare dovrebbe essere Neuer, un campione assoluto ma fermo da un anno. Quello che per anni è stato il vero fenomeno della Germania difficilmente sarà al massimo della forma, e questo già fa vacillare le certezze dell’armata tedesca. In difesa il blocco monolitico del Bayern Monaco (Kimmich, Hummels, Boateng e Süle) dà già ampie certezze, con altri elementi validi che si contenderanno i posti da titolare, come l’ex giallorosso Rüdiger. A centrocampo la qualità è alta grazie a certezze come Kroos, Khedira, Özil, Reus, Gündoğan e Draxler; il punto debole sembra essere l’attacco, formato dallo stagionato Mario Gómez, da un Thomas Müller non più devastante e dal talento emergente di Timo Werner: paragonato al parco attaccanti delle altre pretendenti, non ci sembra nulla di che. Infine la cabala: chi ha vinto la Confederations Cup che precede i Mondiali, non ha mai trionfato.

Dietro a Brasile e Germania, i bookmakers piazzano la Spagna (quotata a 7), la Francia (7.5) e l’Argentina (9). Siamo completamente concordi sul fatto che queste siano le 5 nazionali più accreditate alla vittoria finale, anche se non propriamente in questo ordine.

La Spagna, che ha vinto il girone di qualificazione in cui era inserita l’Italia, vanta ancora in rosa alcuni giocatori che la coppa del mondo l’anno alzata: i vari Piqué, Sergio Ramos e Iniesta sono elementi di spessore enorme a livello di esperienza, abituati come pochi a disputare partite di altissimo livello. Don Andrés vuole chiudere in bellezza una carriera fantastica e, da un mago come lui, ci aspettiamo prestazioni eccezionali, a dispetto della carta d’identità. Oltre a loro ci sono altri elementi con una spiccata personalità: dai due portieri de Gea e Reina a Diego Costa, passando per David Silva, Koke, Busquets e Jordi Alba. La Roja ha saputo coltivare talenti cristallini come Isco, Asensio, Carvajal, Thiago Alcántara e Saúl Ñíguez: il mix tra giovani e vecchi è perfetto, anche se dalla trequarti in su manca un vero pezzo da novanta, manca il fenomeno assoluto.

La Francia ha le carte in regola per arrivare fino in fondo, anche se la sua forza sta principalmente dalla cintola in su. Il pacchetto difensivo dei galletti non vanta nomi di spicco, nonostante attinga dalle squadre più potenti del calcio europeo (Varane del Real, Umtiti del Barcellona, Mendy del City, Kimpembe del Psg ed Hernández dell’Atlético). Tra centrocampo e attacco, però, les bleus sono tra le nazionali più temibili: Kanté-Pogba-Tolisso in mediana hanno tutto, dalla fisicità alla tecnica, dall’inserimento al tiro da fuori. Il reparto offensivo è devastante e ha in Griezmann la punta di diamante: l’attaccante dell’Atlético Madrid è uno dei centravanti più prolifici e completi in circolazione e, con due schegge come Mbappé e Dembélé ai lati, la pericolosità di questa squadra è davvero alta.

L’Argentina ha fatto fatica a qualificarsi ai Mondiali: il paradosso di questa nazionale sono i pochi gol realizzati (solo 19 in 18 gare durante le qualificazioni) rapportati al potenziale offensivo, senza alcun dubbio il parco attaccanti miglior al mondo. Oltre a Messi, l’albiceleste può disporre di Agüero , Di Maria, Dybala e Higuaín, permettendosi il lusso di lasciare a casa il capocannoniere della Serie A, Icardi. Il resto della squadra non pare però all’altezza, anche se in un torneo così breve avere un fuoriclasse assoluto come Messi può essere già di per sé determinante.

Alle spalle di queste 5 nazionali c’è un gruppo di buone squadre, non considerate favorite per la vittoria finale ma che si possono tranquillamente candidare al ruolo di mina vagante: la prima è senz’altro il Belgio, ricca di giocatori talentuosi (da De Bruyne a Lukaku, da Hazard a Mertens) e non a caso quotata solo a 12; segue l’Inghilterra, data a 18, squadra modesta che deve fondare le sue fortune principalmente sulla coppia del Tottenham AlliKane; a chiudere il cerchio troviamo il Portogallo di Cristiano Ronaldo, da non sottovalutare in quanto campione d’Europa in carica (quotato a 27), l’Uruguay della coppia Cavani-Suárez e la Croazia dei vari Mandžukić, Perišić, Modrić e Rakitić (entrambe pagano 31 volte la posta). Se qualcuno decidesse di puntare sull’Egitto, confidando nel recupero a pieno regime di Salah, vedrebbe moltiplicarsi la somma giocata di ben 201 volte in caso di vittoria.

Se dovessimo ipotizzare una possibile finale diremmo Brasile-Spagna, con i verdeoro vincenti. D’altro canto, il Brasile il Brasile ha vinto 5 Mondiali su 20, con una media di 1 ogni 4 edizioni. Nelle ultime 3 è stato eliminato, dovrebbe essere l’anno buono.