Le difficili vacanze del Lugano tra voci di cessione e polemiche sul settore giovanile
La presenza della Nazionale svizzera, a Lugano, per la preparazione premondiale, ha senza dubbio attirato l’attenzione di appassionati e mass media. Tuttavia, nonostante le vacanze (le squadre svizzere di campionato inizieranno la preparazione tra un paio di settimane: il Lugano partirà il 21 giugno), non mancano le polemiche e gli argomenti di cui parlare, per appassionati e addetti ai lavori.
La prima ha riguardato i settori giovanili. Dal 2006, esiste il Team Ticino (il quale appartiene, in parti uguali, a Chiasso, Lugano e Bellinzona), che si occupa della formazione dei giovani calciatori a livello cantonale. Questa realtà si è scontrata col settore giovanile del Lugano, gestito dal russo Leonid “Leo” Novoselskiy. Cuore del problema, secondo i dirigenti del Team Ticino, la politica aggressiva del settore giovanile bianconero, che sarebbe andato a reclutare anche giovani calciatori in Italia, nonostante i divieti imposti dalla UEFA e dalla Swiss Football League, creando problemi all’attività dello stesso TT.
La società bianconera ha organizzato una conferenza stampa, nella quale ha chiarito la propria posizione. Il club ha un progetto di lungo respiro per formare i giovani e lanciarli nel grande calcio, analogamente a quanto fanno altre società elvetiche. Oltre ad avere illustrato i risultati e le statistiche, la dirigenza bianconera ha voluto ridurre tutto a un conflitto di potere tra la dirigenza del TT e la società di via Trevano, che ha sviluppato, in questi ultimi tempi, grazie al supporto di “Leo”, il proprio settore giovanile, ampliandolo da 11 a 17 squadre.
“Ciò che vorremmo” ha dichiarato Novoselskiy “è sviluppare una realtà che consenta, un domani, di avere in prima squadra tanti giocatori cresciuti sul territorio, e di poter schierare squadre competitive a livello giovanile molto prima: la nostra U11, in un torneo disputato la scorsa settimana, ha tenuto testa ai pari età del Barcellona. Abbiamo creato un staff che assiste i ragazzi anche dal punto di vista medico e psicologico, andremo in giro nelle scuole per promuovere il calcio e la cultura sportiva, analogamente a ciò che ha fatto l’Hockey. Se po sbagliamo qualcosa, ASF e SFL ce lo potranno dire, senza problemi.”
Il calcio, e non solo, in Ticino, sta cambiando. La realtà vedeva, un tempo, ben quattro squadre a livelli medio-alti. Oggi, di fatto, esiste una piramide, con il Bellinzona che ha buone possibilità di salire in terza Categoria (Prima Lega Promotion), alle soglie del calcio professionistico. Tuttavia, l’ambiente (nel senso dei tifosi) non è ancora pronto ad accettare questa situazione.
La campagna abbonamenti bianconera, con le fotografie di Bottani che palleggiava a Castel Grande di Bellinzona, sono state vissute male da molti, sopra e sotto il Ceneri. Non è un mistero che nella città dei Castelli il sogno sia di tornare nel calcio che conta, rivaleggiando ad armi pari con i bianconeri. A Chiasso si vive una realtà da cadetti, con tanti giocatori che hanno percorso l’A2 verso sud, per rinforzare la squadra rossoblù. Al di là della gratitudine, sono in molti a mal tollerare la situazione, e la rivalità con i bianconeri non è certo venuta meno, ovviamente ricambiata.
Tutto questo si scontra però con una realtà ineludibile: il Ticino conta poco più di 330.000 residenti, stretti tra il San Gottardo e il confine con l’Italia. Lugano e San Siro, vale a dire il calcio della Serie A italiana, distano poco più di un’ora di macchina. Personalmente, non conosciamo un solo ticinese appassionato di calcio che, pur seguendo, anche allo stadio, il Lugano o altra compagine elvetica, non abbia nel cuore una squadra della Penisola, o una della Bundesliga o della Premier League.
Tutto questo per dire che, a livello di marketing, di diritti televisivi e biglietti venduti, il calcio ticinese non può farcela da solo. Una sorta di selezione naturale ha creato questa piramide Lugano-Chiasso-Bellinzona-Locarno. La chiave di volta per la sopravvivenza dignitosa del movimento calcistico ticinese, con squadre anche professionistiche, è lo sviluppo del settore giovanile, la formazione di giovani leve valide che, dal Ticino, possano spiccare il volo verso realtà maggiormente competitive, remunerando chi le ha formate. La speranza è che, quindi, si giunga ad un armistizio, per il bene del movimento che, nel Cantone di lingua italiana, vede organizzare, in tutte le Categorie, qualcosa come 200 incontri alla settimana.
Per ultimo, le voci di cessioni della società bianconera. Ieri è stato pubblicato un comunicato stampa il quale, pur ammettendo l’esistenza di trattative, smentisce che siano già andate a buon fine. Tuttavia, quello che è oggettivo è la stasi nel mercato: sembrava certo l’arrivo del portiere dell’Udinese Bizzarri, a parametro zero, ma tutto sembra essersi fermato, probabilmente proprio in attesa di nuovi equilibri societari. Insomma, affaire à suivre, come si dice qua.