Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca alla Tunisia.
PRECEDENTI NEI MONDIALI – Quella tunisina è una delle squadre nazionali più quotate del continente africano. Nella sua bacheca figurano la Coppa d’Africa 2004, il Campionato delle Nazioni Africane 2011 e la Coppa delle Nazioni Arabe 1963. La squadra africana si è qualificata per cinque volte alla fase finale di un mondiale (1978, 1998, 2002, 2006 e 2018) ma nelle ultimi due edizioni non è riuscita a superare il primo turno.
IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – Le Aquile di Cartagine hanno vinto il Girone 3 delle Qualificazioni ai Mondiali della CAF senza mai perdere un incontro (4 vittorie e 2 pareggi) e sopravanzando di un punto il Congo: fondamentale, nel doppio scontro diretto con i Leopardi, è stato il pareggio fuori casa grazie alle reti nel secondo tempo di Ben Amor e Badri che hanno rimontato il doppio svantaggio iniziale siglato da Mbemba e M’Poku.
DIFESA – Il tecnico Nabil Maâloul predilige la linea a quattro, con i due esterni che spingono molto e con Ali Maâloul dell’Al Ahly che dà una grossa mano in attacco. Per quanto riguarda la coppia di centrali, il tecnico dovrebbe affidarsi a Syam Ben Youssef e Yassine Meriah.
CENTROCAMPO – In mediana la Tunisia si schiera solitamente con due uomini a difendere dal basso e tre giocatori a supportare la punta: il ruolo dei mastini di centrocampo dovrebbe toccare a Ferjani Sassi e Mohamed Amine Ben Amor mentre dietro la punta si schiera la MKN composta da Youssef Msakni, Wahbi Khazri e Naïm Sliti. Purtroppo Msakni, l’uomo di maggior talento della nazionale, si è infortunato ad aprile e dovrà saltare la competizione, il che è una grossissima perdita per la squadra biancorossa. In caso di squadre avversarie molto offensive viene schierato il centrocampista difensivo Ghailene Chaalali al posto di un uomo della MKN.
ATTACCO – È il punto debole dell’undici di Maâloul. Manca ai tunisini, dopo l’infortunio di Msakni, un uomo che riesca a finalizzare la manovra e che segni con regolarità; le alternative sono gli attaccanti di esperienza Saber Khalifa e Ahmed Akaïchi o le punte Fakhreddine Ben Youssef o Taha Yassine Khenissi, entrambe 26enni, con in ascesa le quotazioni della punta 27enne Anica Badri, ancora però a secco in Nazionale.
IL COMMISSARIO TECNICO – Nabil Maâloul gode di grande considerazione in Tunisia, visto il suo cammino: dopo aver preso la Nazionale ad aprile 2017 dopo la figuraccia contro il Burkina Faso nella Coppa delle Nazioni africana, ha riportato la Tunisia ad una fase finale dei Mondiali per la prima volta dopo il 2006 ed è diventato il secondo tecnico tunisino a qualificarsi ai Mondiali dopo Abdelmajid Chetali nel 1978.
LA STELLA – Il giocatore più rappresentativo di questa nazionale sarebbe stato sicuramente Youssef Msakni, l’attaccante 28enne dell’Al-Duhail soprannominato il Messi del deserto, ma il suo infortunio lo toglie dai giochi in anticipo. La squadra dovrà fare fede sulla sua fase difensiva e sul suo capitano, il portiere 33enne Aymen Mathlouthi che in patria difende i pali dell’Étoile du Sahel.
PUNTI DI DEBOLEZZA – Come scrivevamo sopra, il punto debole della Tunisia in questo momento è l’attacco. In assenza di Msakni, vero e proprio finalizzatore della manovra e uomo capace di creare la superiorità numerica con i suoi dribbling e la sua capacità di saltare l’uomo, le Aquile dovranno puntare molto sul centrocampo, con Naïm Sliti del Lille e Wahbi Khazri del Sunderland candidati a segnare per i compagni.
FORMAZIONE TIPO – (4-2-3-1 oppure 4-3-2-1): Mathlouthi; Maâloul, Ben Youssef, Meriah, Abdennour; Sassi, Ben Amor; Khazri, Sliti, Lahmar (Chaalali); Khalifa (Akaïchi).
OBIETTIVI E PROSPETTIVE – La Tunisia, ai Mondiali, non è mai riuscita a superare il girone di qualificazione. L’ultima partecipazione ai Mondiali 2006 in Germania parla di un pareggio e due sconfitte con tre gol fatti e sei subiti. Se a questo sommiamo il girone con Belgio, Panama e, soprattutto, Inghilterra, anche questa volta il destino delle Aquile appare segnato. Forse lo scontro con la nazionale centro-americana può aiutare a chiudere il girone con una vittoria per tornare a casa con maggiore soddisfazione.