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Verso Russia 2018 – Le Nazionali partecipanti: Svezia

Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca alla Svezia.

PRECEDENTI NEI MONDIALI – L’esordio della nazionale di calcio svedese a un Campionato del mondo risale all’edizione italiana del 1934, dove si fermò ai quarti di finale. La loro ultima partecipazione risale al 2006, in Germania, quando fu eliminata, negli ottavi, dai padroni di casa (doppietta di Podolski). I Blågul sono stati esclusi, per mancata qualificazione, anche alle edizioni del 1954, 1962, 1966, 1982, 1986 e 1998. Il loro miglior risultato fu il raggiungimento di una finale: avvenne nell’edizione casalinga del 1958, quando uscirono battuti 2-5 dal Brasile di Vavà e Pelé, una delle compagini più forti della Storia in assoluto.

IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – La nazionale svedese, dopo la delusione degli Europei di Francia del 2016, subì una vera e propria rifondazione. Via Ibrahimović, per propria scelta, e tutto il gruppo dei senatori. La nuova squadra, formata dai più giovani di quelli impegnati nella sfortunata francese (e da alcune nuove leve provenienti dalla U21 campione d’Europa nel 2015), in un girone che comprendeva Francia e Olanda, doveva soprattutto fare esperienza, in vista del più facile traguardo della qualificazione agli Europei del 2020. In realtà, gli scandinavi hanno bruciato le tappe, ottenendo l’accesso ai play off, giungendo secondi nel proprio girone, alle spalle della Francia ma davanti all’Olanda (grazie alla differenza reti) che, peraltro, non hanno mai battuto (un pareggio stentato in Svezia, e una sconfitta in trasferta). Nello spareggio, i Blågul hanno incontrato l’Italia, come ben sappiamo, eliminandola con una vittoria per 1-0 alla Friends Arena, e uno 0-0 a San Siro.

DIFESA – La difesa, disposta con 4 elementi, aveva in Lindelöf il suo giocatore di maggior talento. Tuttavia, il suo scarso utilizzo al Manchester United lo ha fatto un po’ calare nelle gerarchie di Andersson. In una delle ultime amichevoli, con la Romania, il tecnico ha infatti schierato Larsson, Jansson, Helander e Hult. Ma si trattava, appunto, di esperimenti. La linea titolare dovrebbe essere formata da Lustig, Lindelöf, Granqvist (il capitano) e Olsson.

CENTROCAMPO – Gli svedesi giocano con uno scolastico 4-4-2, e puntano molto sulla loro forza fisica, dovendo supplire con quella alle carenze tecniche. Nella linea a 4, trovano spazio, di solito, Forsberg (uno degli elementi migliori), Svensson, Claesson, Johansson e Larsson. Nelle amichevoli, Andersson ha provato anche Fransson, suo giocatore al Norrköping, attualmente in Svizzera al Losanna, ma in prestito dal Basilea. Tuttavia, ha deciso di non portarlo con sé in Russia.

ATTACCO – Davanti, i titolari sono Berg e Toivonen, due attaccanti potenti ma non dotati di grande tecnica. Il più talentuoso e mediatico Guidetti, attualmente in Spagna, all’Alavés, viene utilizzato meno, considerato che, nel proprio club, fatica a trovare spazio. Di sicuro, il reparto offensivo è tra i più carenti.

IL COMMISSARIO TECNICO – “Janne” Andersson è il CT del cosiddetto “Miracolo a Milano”, e questo gli ha regalato un credito enorme tra stampa e tifosi, che gli ha consentito di gestire tutto sommato bene la vicenda Ibrahimović. Vincitore del campionato, nel 2015, con il Norrköping, riportato al successo dopo un digiuno che risaliva al 1989, il tecnico, originario di Halmstad, 55 anni, allena da 30 stagioni. Non ha un grande curriculum, ma è un personaggio bravo a lavorare con i giovani, e ha dimostrato di saper reggere bene il rapporto con i media. È un tecnico cosciente dei limiti della propria squadra, pragmatico e intelligente. Il suo motto è “Facciamo poche cose, ma facciamole bene”. Sinora ha funzionato: anche perché, nel calcio, ormai, non c’è più nulla da inventare.

LA STELLA – Non ci sono stelle, in questa Svezia. I suoi giocatori più rappresentativi (Lindelöf, Forsberg, Berg, Toivonen) non sono certamente dei fenomeni. Diciamo che la vera stella è la forza del gruppo, con la quale la Nazionale Blågul ha ottenuto il proprio risultato più prestigioso: la qualificazione ai Mondiali di Russia 2018.

PUNTI DI DEBOLEZZA – I punti di debolezza li abbiamo esposti sopra: un attacco poco prolifico (perlomeno a questi livelli) e, in generale, un basso tasso tecnico di quasi tutti gli elementi.

FORMAZIONE TIPO – (4-4-2): Olsen; Krafth (Lustig), Lindelöf, Granqvist, Augustinsson; Claersson, Larsson (Johansson), Ekdal (Rhóden), Forsberg; Berg, Toivonen (Guidetti).

OBIETTIVI E PROSPETTIVE – Il sogno degli svedesi sarebbe passare il turno di qualificazione. In un girone che comprende (anche) Germania e Messico, un obbiettivo, secondo noi, arduo. Tuttavia, il calcio regala, spesso, sorprese: e vogliamo troppo bene a questo Paese e al suo popolo per non augurarcelo.

CONVOCATI:

Portieri : Robin Olsen, Karl-Johan Johnsson, Kristoffer Nordfeldt.

Difensori : Emil Krafth, Mikael Lustig, Victor Nilsson Lindelöf, Andreas Granqvist, Filip Helander, Pontus Jansson, Ludwig Augustinsson, Martin Olsson.

Centrocampisti : Viktor Claesson, Jimmy Durmaz, Albin Ekdal, Emil Forsberg, Sebastian Larsson, Gustav Svensson, Marcus Rohdén, Oscar Hiljemark.

Attaccanti : Marcus Berg, John Guidetti, Isaac Kiese Thelin, Ola Toivonen.