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La nazionale svizzera a Lugano, gioia dei bambini

Copyright MondoSportivo.it/Silvano Pulga

Dal nostro inviato a Lugano (CH)

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Nazionale svizzera ancora a Lugano, come due anni fa, in occasione degli Europei di Francia. Vladimir Petković ha scelto di rimanere vicino a casa (vive infatti in Ticino) e di usufruire del campo del FC Lugano, tornato in perfette condizioni dopo i problemi di qualche tempo fa, quando un fungo aveva attaccato il manto erboso di Cornaredo.

La giornata di oggi ha visto il secondo allenamento a porte aperte della Nati (saranno quattro in totale), in una bella giornata di sole, caratterizzata anche dal caldo umido. I 26 preconvocati hanno fatto un po’ di lavoro con la palla, per poi sfidarsi in una partitella a campo ridotto ma 11 contro 11. In questa occasione i rossocrociati hanno giocato a buon ritmo, non lesinando contrasti quasi da partita vera.

Al termine dei 30’ di gioco, hanno prevalso i giocatori col fraticello giallo grazie alle reti di Džemaili e Josip Drmić. Il gruppo è apparso su di morale e sorridente, nonostante si viva la tensione dei giorni precedenti alla diramazione della lista dei convocati: 3 di loro, infatti, non partiranno per Togliatti, nel distretto di Samara, dove alloggerà la Nati, nel corso del girone eliminatorio.

Al termine dell’allenamento, si è presentato ai giornalisti Mario Gavranović, giocatore della Dinamo Zagabria, di origini bosniache, ma nato e crescuto calcisticamente in Ticino. Il giocatore è apparso soddisfatto di questi primi giorni di ritiro, e così si espresso davanti agli inviati: “Sto bene, ho una grande stagione alle spalle (doppietta Campionato e Coppa – ndr): la scelta di andare in Croazia si è rivelata giusta, ho fatto tanti gol e importanti. Al di là delle voci, infatti, penso al Mondiale, non mi vedo in un’altra squadra in estate, vorrei restare dove sono. La Dinamo mi ha regalato vittorie, serenità, continuità e forma fisica, permettendomi di rientrare nel giro della Nazionale.”

“Essere qua, dove ho mosso i primi passi da calciatore, è qualcosa di speciale: come per tanti bambini che si avvicinano al calcio, il sogno è quello di vestire, un giorno, la maglia della Nazionale. Il 2014 (il giocatore fu convocato per il mondiale in Brasile, ma subì un grave infortunio durante la preparazione – ndr) fa parte del passato, ho lavorato molto per essere qua oggi. Sono tranquillo e rilassato, sto bene fisicamente. Dovete chiedere al mister se giocherò o meno: io mi alleno, lavoro, e mi sento parte del gruppo, dove tutti hanno un ruolo e un’importanza, dal capitano al magazziniere. Tutti noi 26 speriamo di andare in Russia, dove ci attende un gruppo tosto. Ma noi siamo una squadra forte, che se la può giocare con tutti.”

La giornate feriale ha fatto sì che non ci fosssero molte persone allo stadio: si attende il pienone domani, terza seduta d’allenamento aperta (le altre, dedicate alla tattica, saranno a porte chiuse, lontano da occhi indiscreti), considerato che, oltreconfine, la giornata sarà festiva. Numerosi, oggi, i bambini, che hanno potuto vedere da vicino i giocatori i quali, al termine della seduta, si sono concessi loro per fotografie e autografi.

Venerdì della prossima settimana, alle 19, amichevole contro il Giappone, che si annuncia molto presenziata dai tifosi: basti pensare che il Lugano, in mattinata, ha diffuso un tweet nel quale ha invitato i sostenitori a non chiedere biglietti o informazioni relative alla partita, nella quale la società bianconera non ha alcun ruolo organizzativo.

La febbre mondiale, insomma, cresce: il debutto elvetico sarà il 17 giugno a Rostov, contro il Brasile che oggi, tra gli addetti ai lavori presenti, ha vinto il ruolo di grande favorito per la vittoria finale, in una sorta di concorso pronostici improvvisato: insomma, una partita non certo benale.