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Verso Russia 2018 – Le Nazionali partecipanti: Argentina

Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca all’Argentina.

PRECEDENTI NEI MONDIALI – Quella in Russia sarà la diciassettesima partecipazione alla fase finale dei Mondiali per l’Argentina. Curiosamente l’Albiceleste ha chiuso al secondo posto sia il primo torneo giocato (Uruguay 1930) che l’ultimo (Brasile 2014). La delusione brasiliana è ovviamente ancora fresca per uno squadra “capace” di perdere dal 2014 a oggi ben tre finali oltre i tempi regolamentari: oltre a quella di Rio de Janeiro contro la Germania  ai supplementari ci sono infatti le due di Copa América perse contro il Cile ai calci di rigore. I ricordi migliori per l’Argentina sono legati al 1978 e al 1986. Nel primo caso la squadra allenata da Menotti si impose in casa vincendo la finale contro l’Olanda 3-1 al Monumental grazie a una doppietta di Kempes. Maradona fu invece l’eroe della vittoria del 1986 in Messico, dove il numero 10 segnò unod ei gol più belli della storia del calcio nei quarti dei finale contro l’Inghilterra. In finale invece l’Argentina sconfisse 2-0 la Germania Ovest. Nelle ultime tre edizioni, oltre alla già citata finale del 2014, l’Albiceleste si è fermata ai quarti sia nel 2006 che nel 2010.

IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – La strada dell’Argentina per arrivare in Russia è stata lunga e piena di passi falsi. Praticamente in due sole partite la squadra ha veramente convinto: il 2-1 in casa del Cile il 25 marzo 2016 e il 3-0 rifilato alla Colombia il 16 novembre 2016. Per il resto tante delusioni, cominciate con la sconfitta casalinga contro l’Ecuador all’esordio e proseguite con il tracollo (3-0) in Brasile, l’altra sconfitta in casa contro il Paraguay, il doppio pareggio col Venezuela e il ko in Bolivia. Quest’ultimo risultato fu quello che costò la panchina a Bauza, subentrato al posto di Martino ma incapace di dare la svolta. Dopo un’estenuante trattativa a tre tra Sampaoli, l’Argentina e il Siviglia (squadra in cui stava allenando), è così arrivato l’ex Commissario Tecnico del Cile a guidare la Selección. I risultati non sono però comunque arrivati: tre pareggi contro Uruguay, Venezuela e Perù segnando appena una rete in tre partite. La sfida decisiva per prendere il biglietto per la Russia è così quella dell’ultima giornata, in cui la tripletta di Messi spazza via l’Ecuador dando la gioia tanto attesa al popolo albiceleste.

DIFESA – Tutti i tifosi spingono affinché sia Armani a difendere i pali dell’Albiceleste. Il portiere del River Plate sta facendo una stagione mostruosa e, complice l’infortunio di Romero, Sampaoli potrebbe finalmente decidere di puntare su di lui. Otamendi e Fazio saranno i due difensori centrali, mentre, visto il modulo scelto dall’allenatore (2-3-3-2), i terzini agiranno più avanti. Sulla sinistra giocherà Tagliafico, approdato quest’anno all’Ajax dopo una vita all’Independiente; a destra invece probabile l’impiego di uno tra Salvio e Ansaldi.

CENTROCAMPO – Probabilmente il reparto più debole dell’Albiceleste, cosa che ormai non è più una novità. Biglia dovrebbe giocare, anche se dovrà recuperare a tempo record dall’infortunio subito nel Milan. Meza ha vinto il ballottaggio con Centurión, ma la vera sorpresa in Russia potrebbe essere Pavón, migliore giocatore nel campionato vinto dal Boca Juniors e perfetto per giocare esterno nella linea offensiva dietro alle punte. Insieme a lui Lo Celso, autore di un’eccellente stagione col Paris Saint-Germain e Di María.

ATTACCO – Messi ovviamente inamovibile, sul resto aleggiano forti dubbi. Dybala ci sarà, ma è molto probabile che resti per la maggior parte del tempo in panchina. Ad accompagnare il fenomeno del Barcellona in attacco sarà probabilmente Higuaín, con Agüero primo cambio. Fuori Martínez e soprattuto Icardi. L’esclusione del capocannoniere della Serie A lascia sicuramente forti dubbi, considerando anche i tanti problemi fisici avuti da Agüero questa stagione (ultima partita giocata il 10 aprile). Che sia un reparto con una qualità eccelsa è indiscutibile, ma è tutto da vedere quanto questi giocatori possano rendere insieme: finora molto al di sotto delle aspettative, i tifosi argentini sperano di vedere un cambio di rotta in Russia.

IL COMMISSARIO TECNICO – Jorge Sampaoli. Sicuramente ci si aspettava di più dall’ex Commissario Tecnico del Cile. Va detto però che Sampaoli ha trovato una squadra moralmente ai minimi termini dopo la gestione Bauza, tanto che risollevarla era veramente un’impresa notevole da compiere. La speranza è che l’Argentina dia all’allenatore tempo per costruire un progetto interessante, a prescindere dal risultato che otterrà ai Mondiali in Russia. Preoccupante la sterilità offensiva di una squadra con un potenziale offensivo mostruoso: appena diciannove le reti in diciotto partite di qualificazione. Lasciare fuori Icardi ha creato ovviamente polemiche: in Argentina infatti avrebbero preferito vedere lui al posto di uno tra Higuaín e Agüero. Il modulo sarà il 2-3-3-2, che può sembrare strano ma non lo è più di tanto se si conosce la filosofia di gioco di Sampaoli. I giocatori dovranno essere bravi a creare sempre una superiorità numerica in fase difensiva, in attacco invece la doppia linea d’esterni potrà creare scambi in velocità con il vertice alto del triangolo offensivo per aggirare il centrocampo avversario.

LA STELLA – Leo Messi. Probabilmente per la stella del Barcellona questa potrebbe essere l’ultima grande occasione di riportare l’Argentina sul tetto del Mondo trentadue anni dopo l’ultima volta. Dopo la cocente delusione per la finale persa in Brasile, risultato comunque ottimo per una Nazionale nel complesso sicuramente inferiore alla vincitrice Germania. Messi ha giocato l’ennesima annata straordinaria nel Barcellona, superando per la settima stagione consecutiva le trenta reti e vincendo per la quinta volta in carriera (primo giocatore nella storia a farlo) la Scarpa d’Oro. Ora però tutto il popolo argentino gli chiede ora lo sforzo finale.

PUNTI DI DEBOLEZZA – Tanto forte in attacco quanto piena di incognite a centrocampo e in difesa. Soprattuto il reparto centrale sembra non essere all’altezza di una squadra il cui obiettivo è vincere il titolo. Bisognerà vedere come le due linee sui cui costruirà la squadra Sampaoli funzioneranno in movimento. L’ex allenatore del Cile ha detto che proporrà un gioco offensivo e che ha chiamato i giocatori più funzionali alla sua idea di calcio. Viste le prestazioni nelle qualificazioni e nelle recenti amichevoli i dubbi però restano.

FORMAZIONE TIPO – (2-3-3-2): Armani; Otamendi, Fazio; Ansaldi (Salvio), Mascherano (Biglia), Tagliafico; Lanzini (Pavón), Lo Celso, Di María; Higuaín (Agüero), Messi.

OBIETTIVI E PROSPETTIVE – Semifinale. Questo il traguardo minimo per una squadre reduce da tre finali perse consecutivamente (una dei Mondiali, due di Copa América), che nel penultimo atto del torneo potrebbe ritrovare proprio la Germania. Intanto però bisognerà partire da un girone di ferro assolutamente da non sottovalutare, in cui l’Argentina affronterà Croazia, Islanda e Nigeria. Le prospettive possono essere buone, ma sinceramente l’Albiceleste sembra avere qualcosa in meno di Brasile, Spagna, Germania e Francia.

Le convocazioni dell’Argentina per i Mondiali di Russia 2018