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Zurigo: il nuovo Re di Coppe svizzero

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Per lo Zurigo di Canepa, questa è la terza vittoria nelle ultime cinque edizioni della Coppa svizzera: davvero un risultato prestigioso, per la compagine tigurina. Certo: il Sion, con le sue tredici vittorie su 14 finali, resta comunque la compagine simbolo di questa competizione. Però, l’affermazione di ieri regala, a buon diritto, il titolo di Re di Coppa agli svizzero tedeschi, perlomeno per questo decennio. In attesa, beninteso, della prossima edizione.

Lo abbiamo scritto tante volte: la finale della Coppa svizzera non è mai una partita banale. Stadio esaurito, aria di festa, partite combattute sono i marchi di fabbrica di questa che, da sempre, è considerata, nella Confederazione, la Partita più importante dell’anno. E, in questa edizione, le attese non sono state deluse.

Ci eravamo sbilanciati dopo le semifinali: Young Boys favorito, ma occhio allo Zurigo, l’avversario peggiore che si possa incontrare. I tigurini, infatti, sono l’unica compagine elvetica (oltre al Basilea, che però è più tecnico) in grado di battersi alla pari, fisicamente, coi panzer bernesi, affrontandoli nei duelli individuali, in tutte le zone del campo, con la possibilità di prevalere. E infatti, così è andata.

“Hai ragione” ci ha detto infatti il capitano giallonero von Bergen a fine partita. “Ci hanno affrontato a viso aperto, vincendo tantissimi duelli individuali in tutti i settori del campo. Hanno meritato la vittoria, che nulla toglie, comunque, alla nostra fantastica stagione: campioni di Svizzera, e finalisti in Coppa”. 

Protagonista dell’incontro anche il ticinese Marchesano, autore del secondo gol, con una stupenda azione personale: “Una vittoria, una giornata che mi ripaga di tutti i sacrifici fatti per arrivare sin qua. Il gol? Non è una cosa nelle mie caratteristiche, so solo che mi sono trovato palla al piede, e ho visto uno spazio. Ho provato a passare, e poi ho mirato all’angolo, sul secondo palo. Una gioia immensa.”

In sala stampa, un Magnin ancora stravolto dall’emozione, ci ha confermato l’esattezza della nostra analisi della partita: “Hai detto tutto tu: abbiamo giocato molto sui duelli individuali. Sapevo che loro hanno attaccanti formidabili, e noi li abbiamo cercati in tutte le zone del fronte offensivo, raddoppiando quando necessario. Abbiamo tenuto ritmi elevati, perché era l’unico sistema per mandarli in crisi. È stata una vittoria ottenuta col cuore.”

La partita, infatti, ha avuto un’intensità che si riscontra raramente sui campi da gioco della Super League svizzera, come osservava anche l’ex allenatore del Thun (e attuale selezionatore della U21 rossocrociata) Mauro Lustrinelli, che ha assistito alla finale di fianco a noi.

Tanta corsa, una buona disposizione tattica di entrambe le squadre, e qualche gesto individuale di ottimo livello: il controllo di palla con il quale Frei ha preparato la prima rete è stato davvero pregevole, così come la conclusione, anche se forse Wölfli è partito con un attimo di ritardo. Il portiere giallonero, però, ha avuto un riflesso straordinario su Winter, pochi istanti dopo. Anche Marchesano ha segnato una rete stupenda, con un’azione personale nella quale ha seminato tutta la difesa avversaria.

Lo Zurigo ha disputato una gran bella partita: ritmi elevati, con gli esterni di centrocampo che si abbassavano ad aiutare i tre difensori, che hanno giocato a ottimi livelli, contenendo il grande potenziale offensivo degli avversari, in grado di far male in qualsiasi momento. I tigurini sono andati in rete in contropiede, e hanno saputo poi mantenere il risultato, cedendo terreno solo negli ultimi minuti dell’incontro: ma ormai, gli avversari non ne avevano più.

Hütter, che ha dovuto rinunciare per squalifica a uno come Mbabu, nella ripresa ha messo in campo Schick, che ha buttato in mezzo una miriade di palloni per la testa di Hoarau e Nsame, subentrato ad Assalé. Anche Ngamaleu, altro cambio dell’austriaco, ci ha messo del suo (dal suo piede l’assist per il gol di Sulejmani, che ha ridato speranza ai gialloneri). Ma la difesa tigurina, ieri, ha dato il meglio di sé.

E, alla fine, la vittoria è stata meritata. Canepa, insomma, anche questa volta ha vinto la sua scommessa: Magnin ha dato la scossa giusta, nonostante la squadra, con Uli Forte, stesse andando bene. Non sapremo mai cos’è successo, nelle segrete stanze societarie, sule rive della Limmat: però, ancora una volta, la Coppa va a Zurigo, e ci va con un percorso logico, al termine di una partita vinta bene, dopo una semifinale superata contro i rivali cittadini. Höpp Züri: l’anno prossimo sarà Europa League, direttamente dalla fase a gironi.