Avete presente quella sensazione che si prova quando si sente istintivamente che c’è qualcosa che non va? Quando tutto sembra andare bene ma c’è una sensazione sottile di irrequietezza e di qualcosa che non sia al suo posto? Ecco, io ho questa sensazione che mi rode dentro da quando è cominciata questa stagione di calcio femminile e si parla del Brescia Femminile. E ora i miei timori sono fondati.
A dire il vero, c’era stato più di un segnale che aveva purtroppo indirizzato il mio pensiero in queste ore, come le dichiarazioni di un quadro dirigenziale come il Direttore Sportivo Cristian Peri: “Piangere non è da deboli: è un gesto di coraggio. Quanta sincerità ieri, quanto affetto, rabbia, speranza… No, non era per la sconfitta, per le 3 partite in 6 giorni, quello era il meno. Siete state il capitolo più bello di un libro fantastico”.
Erano seguite anche le parole dell’addetto stampa Alessandro Massini Innocenti: “Ora ci sono nubi all’orizzonte, inutile negarlo. Il Presidente Giuseppe Cesari fa calcio femminile da oltre un trentennio mettendoci sempre tutto di tasca sua. È già kafkiano che nessuno abbia pensato di aiutare una realtà che viaggia alla media di 600 spettatori in casa, con quasi 50mila follow complessivi sui social (senza mai comprarne uno), con appassionati che ci seguono da tutti e cinque i continenti. Nessuna bugia, solo io e pochi altri sanno delle proteste e dei malumori quando il nostro servizio streaming MyCujoo non ha funzionato per questioni tecniche impedendo a gente dagli Stati Uniti o dall’Australia di seguirci. Credo che nessuno sulla piazza possa rimproverare a questo sodalizio alcunché. Se ci sono rimproveri da fare è a un tessuto sociale, e a istituzioni, che hanno voltato le spalle. Voltato le spalle a una società che da anni porta a Nyon, il cuore europeo del calcio, il buon nome della nostra città”.
Come si dice in gergo, tanto tuonò che piovve. E sono arrivate le parole del Presidente Giuseppe Cesari: “Purtroppo le cose stanno proprio così, da solo non sono più in grado di proseguire. Se non si farà avanti qualcuno a condividere i costi, c’è il fondato rischio che tutto questo finisca. Il Brescia femminile è una parte di me e farò tutto il possibile affinché questo non accada, ma non è più possibile mantenere una squadra a questi livelli e misurarsi con i grandi squadroni professionistici”.
E ora? Come al solito, e ci dispiace moltissimo usare questa frase fatte, il grido di allarme di Cesari ha ricevuto al momento solo delle vaghe promesse. Non si registrano nuove attenzioni da parte del Brescia Maschile del Presidente Cellino e si aspettano decisioni da parte dell’Inter ma soprattutto da parte del Milan, che potrebbe acquisire il titolo sportivo delle lombarde per far nascere il suo Milan Femminile, con buona pace del Football Milan Ladies che milita in Serie B, in una poco piacevole riproposizione di quello che è successo l’anno scorso tra Juventus Women e Juventus Femminile Torino. Ma adesso è finito il momento delle parole, è arrivato il momento dei fatti. Bisogna “semplicemente” decidere se si vuole salvare il Brescia Femminile oppure no. Una volta e per sempre.