Giro d’Italia 2018 – Thibaut Pinot lascia la corsa rosa. Il francese non sarà oggi a Roma
Thibaut Pinot, il ciclista del Team Groupama FDJ, è stato ricoverato ieri sera ad Aosta dove è giunto disidratato e con febbre alta. Il francese non sarà dunque presente a Roma dove partirà oggi l’ultima tappa dell’edizione numero 101 del Giro d’Italia.
Era il 5 giugno del 1988, sul Passo del Gavia l’olandese Johan van der Velde andava in piena crisi arrivando totalmente congelato al traguardo con circa 47′ di ritardo. Un episodio che celebra il ciclismo più cinico e violento, quello della fatica che prende il sopravvento sull’atleta e lo costringe a una lunga via crucis. Gli Offlaga Disco Pax hanno voluto celebrare nel 2012 quell’episodio con la canzone “Tulipani”. Ieri la corsa rosa ha vissuto qualcosa di simile: lo sfortunato Thibaut Pinot è stato protagonista di una giornata drammatica, una delle più nere della sua carriera professionistica. Il francese, terzo alla partenza della penultima tappa, è andato in crisi nella prima parte di gara, replicando quanto accaduto nei giorni precedenti a Chaves, Aru e Yates. La pedalata sofferta, il volto provato, a nulla è servita la presenza della squadra Groupama FDJ al suo fianco, esclusivamente da supporto morale vista l’impossibilità di recuperare sui rivali. Pinot è arrivato con oltre mezz’ora di ritardo, disidratato con febbre alta e vomitando: per lui immediato il ricovero presso l’ospedale di Aosta per accertamenti.
Ce matin une pensée pour @ThibautPinot : il a passé une bonne nuit et il va de mieux en mieux.
Une pensée aussi pour ses coéquipiers qui prendront le départ à 6 aujourd’hui : merci pour tout et merci bien sûr à @WillBonnet #Giro101 pic.twitter.com/DX38oqLJGb
— Équipe Cycliste Groupama-FDJ (@GroupamaFDJ) 27 maggio 2018
A differenza di van der Velde, Pinot non proseguirà le sue fatiche fino a Roma; le condizioni fisiche non lo permettono e completare gli ultimi 115 km sarebbe uno sforzo inutile con una situazione di classifica ormai compromessa. Una disdetta non vederlo a Roma, una disdetta non vederlo sul podio subito dietro Froome e Dumoulin, ma lui è stato solo l’ultimo nome in una lista di atleti che hanno dato un volto più umano a questo sport, raccontandone l’imprevedibilità e la necessità di conoscere i propri limiti fisici per evitare le cosiddette “miciole”, come le hanno etichettate alcuni addetti ai lavori, allontanando in parte quelle voci di “campioni costruiti in farmacia” o “atleti dopati che non accusano la fatica” nate dopo le tristi vicende giudiziarie vissute in passato.