Verso Russia 2018 – Le Nazionali partecipanti: Iran
Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca all’Iran.
PRECEDENTI NEI MONDIALI – Nonostante le tre vittorie in Coppa D’Asia, che ne fanno la terza nazionale più vincente nella storia della competizione, l’Iran non è mai riuscita a ripetere le ottime prestazioni in una Coppa del Mondo. Prima di Russia 2018, la Tim Mellìè è riuscita a qualificarsi solo quattro volte nella sua sua storia nella fase finale di un Mondiale (la prima nel 1978), ed è sempre stata eliminata nella fase a gironi. Un trend negativo che però sembra stia cambiando, dato che la partecipazione al Mondiale russo sarà la terza nelle ultime quattro, dopo Germania 2006 e Brasile 2014, dove tra l’altro l’undici iraniano sfiorò l’impresa contro l’Argentina di Leo Messi, arrendendosi solo nei minuti di recupero grazie proprio ad una magia della Pulce che valse l’1-0 finale. La prima e finora unica vittoria del team Asiatico in questa torneo, è quella per 2-1 contro gli Stati Uniti in Francia nel 1998: le reti di Estili e Mahdavikia decisero un match che rimarrà nella storia anche per le tensioni politiche tra le due nazioni, che condizionarono e non poco la vigilia della sfida.
IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – L’Iran può vantarsi di essere stata, cronologicamente, tra le prime tre nazionali a qualificarsi al prossimo Mondiale: infatti, dopo la Russia qualificata di diritto e al Brasile, è toccato proprio agli iraniani staccare il pass per la Coppa del Mondo. Per il complesso sistema nelle qualificazioni AFC, l’Iran ha cominciato il proprio cammino verso la Russia dal secondo round, merito di un’agevole posizione nel Ranking FIFA, vincendo il girone di competenza con 20 punti e qualificandosi per il turno successivo. Unica squadra insieme all’Australia ad essere sorteggiata in prima fascia, la Tim Mellìè domina anche il secondo girone, chiudendo il proprio bilancio a 12 vittorie, 6 pareggi e nessuna sconfitta nei due raggruppamenti.
DIFESA – Con soli 5 gol subiti nelle 18 partite di qualificazione, la difesa dell’Iran è sicuramente il punto di forza della squadra. Non possedendo di uomini di grande esperienza internazionale, il CT Carlos Queiroz si affida ad uno zoccolo duro proveniente proprio dal campionato iraniano. Nonostante ciò sono state diverse le rotazioni effettuate dal tecnico portoghese nella sua difesa a 4 davanti al portiere Beiranvand, che con i suoi lunghissimi rilanci è in grado di far ripartire l’azione senza passare dai piedi di difensori e centrocampisti. La diga davanti al numero uno del Persepolis sarà probabilmente composta da un mix di esperienza e gioventù, con il trentaseienne Hosseini che dovrebbe far coppia al centro con Pouraliganji mentre sulle fasce agiranno Rezaeian e Milad Mohammadi, terzini rispettivamente di Oostende e Akhmat Grozny. Ha destato inoltre parecchio scalpore tra i tifosi iraniani l’esclusione dai convocati di Voria Ghafouri, jolly difensivo e perno della nazionale dal 2014, che non ha però convinto nelle ultime uscite con la Tim Mellìè.
CENTROCAMPO – L’uomo con più qualità a centrocampo è sicuramente l’ex Wolfsburg e Fulham Ashkan Dejagah, che viene però da una stagione costellata da infortuni che difficilmente gli permetterà di partire da titolare. In mezzo al campo non mancherà invece Ehsan Hajsafi, centrocampista dell’Olympiakos e veterano della nazionale iraniana con più di 90 presenze, che sarà compagno di reparto di Vahid Amiri (Persepolis) e Omid Ezatolahi (Rostov). Si è invece conclusa, inoltre, con un lieto fine la vicenda legata a Masoud Shojaei, centrocampista dell’AEK Atene e capitano dell’Iran, che ha corso il rischio di non essere convocato per aver affrontato il Maccabi Tel Aviv quando militava ancora nel Panionios in un preliminare di Europa League, violando così la “norma” che vieta agli atleti iraniani di sfidare quelli israeliani. Alla fine Shojaei è stato reintegrato dopo una lunga esclusione e fa parte dei 23, è adesso ha la certezza di essere il primo iraniano nella storia a giocare tre Mondiali.
ATTACCO – Nonostante le poche reti all’attivo, il talento non manca in zona offensiva. La tecnica e il fisico imponente fanno di Karim Ansarifard un attaccante completo che lo ha reso un perno dell’Olympiakos, anche se con la nazionale trova più spazio partendo dall’esterno, dato che il posto da centravanti è conteso da Sardar Azmoun e Reza Ghoochannejhad: il primo è un classe 95′ che continua a stupire i suoi tifosi a suon di gol, 22 in 28 gare ufficiali con la nazionale senza contare le tantissime realizzazioni effettuate tra Under 20 e Under 21; numeri che lo portano ad essere il favorito per una maglia da titolare a discapito del secondo (in foto), simbolo della nazionale iraniana dal 2012 e unico marcatore della Tim Mellìè al Mondiale del 2014. A chiudere il tridente c’è la vera sorpresa della stagione appena trascorsa, ovvero Alireza Jahanbakhsh, trascinatore dell’AZ Alkmaar e capocannoniere in Eredivisie con 21 gol, numeri da capogiro considerando che non si tratta di una prima punta ma di un’ala destra.
IL COMMISSARIO TECNICO – Probabilmente, il vero fuoriclasse della squadra siede in panchina: Carlos Queiroz tecnico portoghese ed ex allenatore di Portogallo e Real Madrid, sta facendo un lavoro eccezionale da CT dell’Iran dal 2011, portando la squadra ai Mondiali per due edizioni consecutive come mai accaduto nella storia della nazionale. Vice di Sir Alex Ferguson al Manchester United, ha come dogma calcistico quello di subire meno reti possibili, come si evince anche dall’ottimo lavoro svolto dal reparto arretrato durante le qualificazioni. Allenatore “vecchio stampo”, predilige il buon vecchio 4-4-2, anche se nelle ultime amichevoli ha più volte provato il 4-3-3, che dovrebbe essere il modulo scelto per la prima sfida contro il Marocco.
LA STELLA – L’uomo più atteso dai tifosi iraniani e non, è sicuramente Sardar Azmoun, che ha trascinato l’Iran ai Mondiali grazie ai suoi gol nei gironi di qualificazione. Soprannominato non a caso il “Messi iraniano”, l’attaccante in forza al Rubin Kazan abbina il suo possente fisico ad una grande tecnica individuale, che lo rende a soli 23 anni un attaccante completo e la più grande speranza calcistica di questa nazione, vista anche l’incredibile media gol con la Tim Mellìè di quasi una rete a partita.
PUNTI DI DEBOLEZZA – Pochi uomini di esperienza internazionale e scarsa lucidità sotto porta. Aldilà di Azmoun, unico continuo per rendimento e freddezza con la maglia della nazionale, il problema degli uomini di Queiroz è paradossalmente il reparto con più qualità in rosa, ovvero l’attacco, e ciò si riversa poi soprattutto sul numero di gol messi a segno. In un girone di ferro con Portogallo e Spagna subire il meno possibile sarà importante, ma migliorare sotto porta e sfruttare le poche occasioni che capiteranno sarà fondamentale.
FORMAZIONE TIPO – (4-3-3): Beiranvand; Rezaeian, Pouraliganji, Hosseini, Mohammadi; Hajsafi, Ezatolahi, Amiri (Dejagah); Ansarifard, Azmoun, Jahanbakhsh.
OBIETTIVI E PROSPETTIVE – Migliorare il risultato di Brasile 2014 e vincere la seconda partita della storia in un Mondiale. Passare il girone sembra essere infatti un’utopia, dato che davanti ci sono due pretendenti al titolo come Spagna e Portogallo. Per l’Iran molto dipenderà dalla gara d’esordio contro il Marocco, sfida quasi alla pari che potrebbe già essere da dentro fuori: una sconfitta potrebbe già voler dire eliminazione, sapendo di dover poi provare a vincere le restanti due partite, mentre una vittoria potrebbe accendere la speranza della Tim Mellìè verso quello che potrebbe essere definito un miracolo sportivo.