Verso Russia 2018 – Le Nazionali partecipanti: Uruguay
Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca all’Uruguay.
PRECEDENTI NEI MONDIALI – Dodici partecipazioni con due vittorie e due quarti posti. Anche se per tutti gli uruguaiani i titoli sono quattro: oltre a quelli del 1930 e del 1950 infatti contano anche le Olimpiadi del 1924 e 1928, anni in cui non si disputava ancora la Coppa del Mondo e l’Uruguay vinse la medaglia d’oro. La Celeste centra subito il titolo alla prima occasione, quando nel 1930 si aggiudica i Mondiali in casa battendo l’Argentina a Montevideo davanti a novantamila spettatori. Ancora più bello forse il titolo conquistato vent’anni dopo, nel celebre Maracanazo: il 2-1 rifilato in rimonta al Brasile con le reti di Schiaffino e Ghiggia resterà infatti nella storia dell’Uruguay per sempre. Nel 1966 la Celeste arriva ai quarti in Inghilterra, mentre fa ancora meglio nel 1970, quando in Messico si spinge fino alla semifinale persa 3-1 col Brasile futuro campione. Dopo gli ottavi di finale raggiunti nel 1986 e nel 1990, arriva un periodo non felice per l’Uruguay, che manca tre qualificazione su quattro edizioni. Il ritorno è però grandioso: Tabárez infatti porta la sua squadra fino a uno straordinario quarto posto nel 2010 in Sudafrica, con l’Uruguay che dopo aver vinto il girone ed eliminato Corea del Sud e Ghana si arrende solo in semifinale all’Olanda. Nel 2014 un gol di Godín elimina l’Italia e consente alla Celeste di raggiungere nuovamente gli ottavi di finale, in cui però Cavani e compagni devono lasciare strada a una Colombia oggettivamente più forte. A livello mondiale i risultati calcistici ottenuti dall’Uruguay sono probabilmente i migliori di tutti, considerando che stiamo parlando di una Nazione con poco più di tre milioni di abitanti capace di vincere due titoli e di piazzarsi spesso tra le prime otto.
IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – L’Uruguay è partito subito forte nelle qualificazioni vincendo sei delle prime nove partite del girone e portandosi così al primo posto. A cavallo tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 però la squadra di Tabárez ha subito un netto calo perdendo tre incontri consecutivi con Cile, Brasile e Perù che hanno minato la proverbiale garra charrúa. La partita decisiva per la qualificazione è stata così quella del 6 settembre, in cui l’Uruguay è andato a vincere 2-1 ad Asunción contro il Paraguay. Le ultime due giornate mettevano infatti la Celeste di fronte a Venezuela e Bolivia, ultime due squadre della graduatoria. Quattro punti conquistati e biglietto per la Russia preso: sarà il terzo Mondiale consecutivo per Tabárez e i suoi ragazzi.
DIFESA – Godín e Giménez rappresentano una certezza. Il capitano ha ormai raggiunto livelli stratosferici e i due possono contare sull’affiatamento che può avere una coppia che gioca ormai da diversi anni nella stessa squadra. Aver chiuso la stagione vincendo da protagonisti l’Europa League alzerà ancora di più il morale del “muro celeste”. Sulla fascia sinistra dovrebbe giocare l’ex Torino Silva (ora all’Indpendiente) mentre a destra probabilmente giocherà alla fine il “sempre-verde” Maxi Pereira. Le alternative saranno “italiane”: a sinistra Laxalt (che può giocare però anche sulla linea dei centrocampisti) e a destra Cáceres. A difendere i pali della Celeste ci sarà invece ancora una volta Muslera.
CENTROCAMPO – Futuro assicurato per la linea mediana celeste con Torreira, Valverde, Bentancur e Nández. Occhi puntato in particolare su Federico Valverde, classe 1998 di proprietà del Real Madrid che ha giocato questa stagione in prestito al Deportivo La Coruña. Tabárez nel suo 4-4-2 schiererà al centro Bentancur e Vecino, reduce dall’avere segnato il gol più importante dell’anno in Lazio-Inter 2-3. Sulle fasce invece possibile l’impiego a sinsitra del sempreverde Rodríguez; a destra ballottaggio superclásico tra Nández del Boca Juniors e l’ex River Plate Sánchez. in alternativa al 4-4-2, isoprattuto a partita in corso, Tabárez potrebbe optare per il 4-3-1-2 con l’inserimento di De Arrascaeta dietro le due punte. Il fantasista del Cruzeiro sarà impiegato quando ci sarà da fare la partita, difficilmente invece lo vedremo contro squadre che fanno possesso palla. Attenzione poi a Torreira, autore di un’ottima stagione nella Sampdoria e possibile sorpresa in Russia nella formazione uruguaiana.
ATTACCO – Inutile soffermarsi troppo sul tandem Luis Suàrez–Edinson Cavani, probabilmente la coppia di attaccanti più forte del torneo. In uno dei prossimi paragrafi infatti parleremo di questi due fenomeni, protagonisti di una stagione straordinaria. Stuani, anch’esso autore di un campionato bellissima col neo-promosso Girona in Spagna, e Gómez sono ottime alternative per fa rifiatare i due fuoriclasse. I dubbi sono però sugli esterni: Tabárez non ne ha praticamente chiamati (Urretaviscaya e Lodeiro non giocheranno mai) e, anche se non fanno parte del suo modulo, questo potrebbe privare l’Uruguay di soluzioni diverse a partita in corso. Resta comunque il reparto più forte e con meno incognite: Suárez e Cavani giocheranno infatti tutte le partite, anche dovessero essere solo al 50%.
IL COMMISSARIO TECNICO – Tabárez, al dodicesimo anno sulla panchina uruguaiana, è il più longevo commissario tecnico sudamericano. L’ex allenatore di Cagliari e Milan è abituato a cambiare poco e così sarà anche in Russia. Per lui parlano i risultati ottenuti con la Celeste: ricordiamo soprattutto la vittoria della Copa América nel 2011 e il quarto posto ai Mondiali in Sudafrica nel 2010.
LE STELLE – Luis Suàrez ed Edinson Cavani. Siamo costretti a fare uno strappo alla regola e parlare in questo caso di “stelle”. Impossibile infatti separare quello che sarà il tandem offensivo più forte del torneo. Quindici dei trentadue gol segnati nelle qualificazioni dall’Uruguay sono arrivati dagli attaccanti di Paris Saint-Germain (capocannoniere con dieci centri) e Barcellona. A far forza ai tifosi della Celeste anche i numeri dei due in questa stagione e in generale in Nazionale: settanta reti e ventotto assist per loro quest’anno, ottantotto gol con la maglia celeste in carriera (39 Cavani, 49 Suárez). Cavani e Suàrez sono pronti a trascinare il popolo uruguaiano verso un’altra impresa, che in questo caso potrebbe essere la semifinale. Sicuramente stiamo parlando del punto di forza della squadra di Tabárez: molto di quanto farà l’Uruguay dipenderà dai loro gol.
PUNTI DI DEBOLEZZA – Profondità della rosa. La formazione titolare dell’Uruguay è per compattezza, tecnica ed esperienza sicuramente una delle otto più forti di quelle che vedremo in Russia. Forse può essere anche tra le prime cinque. Il problema sono però ricambi, che in caso di squalifiche e infortuni rischiano di minare le ambizioni dei sudamericani. Le riserve infatti in molti ruoli non sono neanche lontanamente paragonabili ai titolari, soprattuto in difesa e in attacco. E questo in un torneo dove ci sono tante partite ravvicinate rischia di essere un problema a lungo andare. Un altro punto di debolezza rischia di essere la lentezza del centrocampo. Seppur dotata di ottimi giocatori, la linea mediana dell’Uruguay non dispone di calciatori in grado di cambiare passo con accelerazioni e strappi.
FORMAZIONE TIPO – (4-4-2): Muslera; M. Pereira (Cáceres), Giménez, Godín, G. Silva; Nández (C. Sánchez), Bentancur (Torreira), Vecino, C. Rodríguez; Cavani, Suárez.
OBIETTIVI E PROSPETTIVE – Vincere il Gruppo A e poi raggiungere i quarti di finale. Il girone è uno dei migliori che potesse capitare all’Uruguay. La Russia padrona di casa era infatti la squadra più debole di quelle della prima fascia, l’Arabia Saudita sembra destinata a semplice comparsa e l’Egitto, nonostante un Salah in forma stellare potrebbe pagare la poca esperienza a questi livelli. L’obiettivo dell’Uruguay deve essere quindi quello di raggiungere i quarti, anche se sicuramente l’avversario negli ottavi di finale sarà di quelli duri: Portogallo o Spagna. A quel punto però siamo sicuri che nessuno sarebbe troppo contento di incrociare sulla sua strada la Celeste. La proverbiale garra charrúa viene infatti fuori in partite come quelle a eliminazione diretta, in cui l’Uruguay potrebbe fare l’impresa e spingersi addirittura oltre i quarti di finale.