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Verso Russia 2018 – Le Nazionali partecipanti: Russia

Manca sempre meno al via dei Mondiali di Russia 2018 ed è arrivato il momento di conoscere tutte le 32 protagoniste dell’evento più atteso dell’anno: con due appuntamenti quotidiani, analizzeremo nel dettaglio la storia nei Mondiali, il percorso durante le qualificazioni e le qualità ruolo per ruolo delle Nazionali arrivate alla fase finale del torneo. Oggi tocca alla Nazionale ospitante: la Russia

PRECEDENTI NEI MONDIALI – Dopo la dissoluzione dell’Urss la Russia non è più riuscita a competere in modo importante in un Mondiale. Non ha mai superato i gironi e nelle ultime tre edizioni si è qualificata soltanto una volta, in Brasile, dopo due spareggi persi amaramente.  Quattro anni fa fu l’Algeria a sopraffare la cosiddetta Sbornaya Rossii, stavolta potrebbe essere l’Egitto lo spauracchio.

IL PERCORSO VERSO RUSSIA 2018 – Qualificata come paese organizzatore, la Russia ha disputato una serie di amichevoli per mettere a punto la preparazione, con risultati alterni e avversari variegati. Nelle ultime uscite, con Francia e Brasile, la differenza è parsa netta e probabilmente ha spiegato perchè nei mesi precedenti è stata organizzata soltanto una sfida con la Dinamo Mosca. Tra gli ultimi risultati spicca la sconfitta 4-3 con il Costa Rica, match inaugurale dello stadio del Krasnodar.

DIFESA – La chiamata di Ignashevich appare eloquente: la difesa ha dei problemi di ricambio. Gli infortuni di Dzhkia e Vasin hanno peggiorato una situazione già di per sè problematica. Se i centrali sono un problema cronico, sulle fasce si va un po’ meglio, con giocatori che possono anche spingere offensivamente, come Fernandes, Smolnikov e il sempreverde Zhirkov. Da definire invece la posizione di Neudstader, mediano che può agire anche in difesa.

CENTROCAMPO – E’ il punto di forza della Russia, per completezza e qualità. Giocatori dotati tecnicamente si mescolano ad atleti in grado di vincere la battaglia fisica in mezzo al campo.  Golovin, Dzagoev, Cheryshev e i fratelli Miranchuk possono cambiare passo alla manovra in attacco, Neudstadter, Kuzyaev e Gazinskij offrono più quantità. Da tenere in considerazione anche i giovani Zobnin e Tashaev mentre Samedov dovrebbe essere impiegato con meno costanza.

ATTACCO – Cherchesov si è ravveduto, chiamando Dzyuba e non Zabolotny. Perso Kokorin, il reparto ora è affidato a lui e a Smolov, ma occhio a Chalov. Bisogna comunque aggiungere che il gioco offensivo della Russia punta molto anche sugli inserimenti dei centrocampisti con la punta chiamata a creare gli spazi e le sponde.

IL COMMISSARIO TECNICO – Dopo Slutsky la Russia ha optato per un altro allenatore autoctono. Ex portiere, Stanislav Cherchesov si è imposto in realtà medio come Perm e Grozny, fallendo però sia allo Spartak che alla Dinamo. Il successo nel campionato polacco con il Legia lo ha però riportato alla ribalta in patria anche se in molti gli contestano alcuni attriti con Igor Denisov, incredibilmente non convocato per la competizione.

LA STELLA – Non ce ne voglia Fedor Smolov, che potrà sfruttare la vetrina per ottenere un contratto in Europa, ma con l’infortunio di Kokorin il prepotente inizio di 2018 di Artem Dzyuba a Tula consegna qualche certezza in più alla Russia. Un trascinatore e un centravanti unico nel suo genere, con qualità nei pressi della porta ma anche lontano, quando deve aiutare i compagni con il suo fisico possente. Occhio anche ai giocatori più tecnici come Golovin e i fratelli Miranchuk, tra i più attesi della squadra di Cherchesov.

PUNTI DI DEBOLEZZA – Il pacchetto arretrato ha problemi di suo, figurarsi con gli ultimi infortuni. Il fattore campo, poi, potrebbe risultare quasi un qualcosa di nocivo, vista la grande pressione che i russi, notoriamente, non sono in grado di gestire. La rosa, nel complesso, non è poi al livello di quella delle generazioni passate.

FORMAZIONE TIPO – (4-2-3-1 ): Akinfeev, Fernandes, Granat, Neudstadter, Smolnikov, Kuzyaev, Al.Miranchuk, Smolov, Golovin, Dzagoev, Dzyuva

OBIETTIVI E PROSPETTIVE – Non passare il girone sarebbe un fallimento, poi, complice anche il sorteggio complicato (Portogallo o Spagna), andare oltre agli ottavi sarebbe tutto di guadagnato.