Petrucci e quel sogno Ducati sempre più realtà
Sin dal suo approdo nel 2015 in Pramac al posto di Iannone, Danilo Petrucci sognava di fare lo stesso identico percorso del connazionale: ottenere buoni risultati nel team satellite e sperare in una chiamata in quello ufficiale, ovvero la Ducati. L’avventura del centauro ternano non era partita benissimo, complice anche una moto non competitiva rispetto alla concorrenza; l’unico acuto in una classica giornata inglese all’insegna della pioggia in occasione del GP Silverstone dove Danilo ha concluso secondo dietro al mostro sacro Valentino Rossi dimostrando a tutti gli appassionati di moto le sue grandi abilità sulla pista bagnata.
Il 2016 era iniziato sotto i migliori auspici per Petrucci, ma una brutta caduta nei test poco prima di inizio stagione gli causa la rottura scomposta alla mano. Un brusco stop che gli impedisce di correre le prime 4 gare della stagione e di conseguenza impressionare i massimi dirigenti Ducati per strappare un contratto per il 2017 accanto a Dovizioso. Questo infortunio è una batosta per il morale di Petrucci: il treno che porta a Borgo Panigale sembra essere svanito una volte per tutte appena rientrato alle gare con l’annuncio di Lorenzo come nuovo alfiere Ducati per le due stagione successiva. Tuttavia, Danilo non si perde d’animo e conclude la stagione molto spesso nei primi 10 davanti al compagno di squadra Redding. Questa “gara” interna vinta con il compagno inglese gli vale come piccola consolazione una GP17 per il nuovo anno.
Correre con una moto molto simile a quella ufficiale nel 2017 aiuta il pilota ternano che non si conferma soltanto sull’umido, ma dimostra di saperci fare pure sull’asciutto: quattro volte a podio (due volte secondo e due volte terzo). Un risultato assolutamente di rilievo se paragonato a quello di Lorenzo che, nonostante una moto decisamente più sviluppata e portata spesso al successo da Dovizioso, riesce a racimolare soltanto tre podi (nessuna vittoria) e un deludente settimo posto in generale. Il valore di Danilo è sugli occhi di tutti, ma il biennale firmato da Lorenzo fa sfumare ancora una volta la possibilità di essere “promosso” al team ufficiale per il 2018.
La svolta sembra poter arrivare nel corso di questa stagione: Petrucci nelle prime gare porta a casa ottimi risultati, tra i quali il secondo posto domenica scorsa nella gara di Le Mans che gli vale la quinta casella nella classifica generale, addirittura davanti alle Ducati ufficiali. La stessa Ducati, oltre ai problemi in pista, sta cercando di risolvere la “grana” piloti per il 2019: nel weekend francese è arrivato il tanto atteso rinnovo di Dovizioso, mentre per l’altra sella è ancora tutta da decidere visto il probabile divorzio da Lorenzo. La candidatura di Petrucci giorno dopo giorno prende sempre più corpo in primis per i risultati sopra le aspettative dell’ultimo anno e mezzo. Per la squadra italiana, inoltre, sarebbe la scelta migliore sul mercato anche in ottica economica perché non rappresenterebbe un grosso esborso e, soprattutto affidare il mezzo a un pilota proveniente da un altro team comporterebbe un grosso rischio come accaduto con Lorenzo. Il recente passato insegna: Ducati ha promosso Iannone dalla Pramac giovandone in termini di risultati tornando a vincere una gara in MotoGP dopo 6 anni.
Cucù settete!
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— Danilo Petrucci (@Petrux9) 18 maggio 2018