Home » Verso Russia 2018 – I migliori portieri dei Mondiali

Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

Il saggio dice che un eroe non ha bisogno di un mantello, ma di un paio di guanti. Il ruolo del portiere è ritenuto, da sempre, quello più difficile e delicato. Perché, da ultimo baluardo della propria squadra, un suo eventuale errore, anche piccolissimo, può costare molto caro. Ci sono tanti estremi difensori che hanno fatto la storia del calcio e dei campionati del mondo. Le loro parate, in alcuni casi, sono state decisive per vincere il titolo. Oppure, pur non permettendo alla loro Nazionale di trionfare, gli hanno permesso di consacrarsi definitivamente.

I PRIMI MONDIALI: ZAMORA E YASHIN – Soprannominato in patria El Divino, Ricardo Zamora riusciva a intuire spesso dove avrebbe calciato l’attaccante avversario. Inoltre aveva la non comune dote di aiutarsi con gomiti e avambracci per respingere le conclusioni. Difese la porta della Spagna ai Mondiali del ’34: le sue parate aiutarono la propria Nazionale a estromettere il Brasile al primo turno (intercettò un rigore del campione verdeoro Leônidas) e a costringere l’Italia alla ripetizione dell’incontro (alla quale non partecipò per infortunio).
Lev Yashin invece è considerato un portiere leggendario, unico del suo ruolo a conquistare il Pallone d’Oro. Soprannominato Ragno Nero, per la tenuta che era solito indossare, aveva grandi doti fisiche e tecniche. Sapeva coprire in maniera efficace lo specchio della porta e, pur facendo della posizione la sua dote migliore, era reattivo e abile anche nelle uscite. Giocò quattro Mondiali, tutti da titolare, con la maglia dell’Unione Sovietica, ottenendo come miglior piazzamento il quarto posto del 1966.

PROTAGONISTI E VINCENTI: BANKS E MAIER – Gordon Banks fu l’estremo difensore inglese ai Mondiali del ’66, che incoronarono la Nazionale dei tre Leoni con il primo e unico titolo iridato, e subì solamente tre reti (di cui due in finale contro la Germania Ovest). La sua dote migliore era il piazzamento, anche se non difettava di agilità e prontezza di riflessi. Un aneddoto lo lega a Pelé: nel campionato del mondo del ’70 Banks si rese protagonista di un vero e proprio miracolo sul fuoriclasse brasiliano, il quale affermò “non potevo crederci. In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore al mondo. Ma quando è passata l’ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto”.
Bandiera del Bayern Monaco, il soprannome di Sepp Maier era Die Katze von Anzing, il gatto di Anzing: il portiere tedesco era conosciuto infatti per la sua grande agilità. Partecipò a quattro mondiali (di cui tre da titolare). Era tra i pali della Germania Ovest nell’incontro, divenuto leggenda, contro l’Italia a Messico ’70 e alzò, quattro anni più tardi, la coppa al cielo dopo la vittoria della sua Nazionale contro l’Olanda di Cruyff.

LA SCUOLA BELGA: PFAFF E PREUD’HOMME – Pur non riuscendo mai a vincere un’edizione dei Mondiali, i portieri belgi si contraddistinsero particolarmente per le loro prestazioni. Sia Jean-Marie Pfaff che Michel Preud’Homme si misero in mostra: il primo soprattutto a Messico ’86, quando le sue parate ai calci di rigore consentirono alla sua Nazionale di estromettere la Spagna ai quarti (il Belgio perse poi in semifinale contro l’Argentina di Maradona); il secondo difese la porta belga a Italia ’90 e Usa ’94, e negli States ottenne il riconoscimento come miglior portiere della competizione.

GLI ITALIANI: ZOFF, ZENGA E BUFFON – Monumento del calcio nazionale e internazionale, Dino Zoff cominciò la sua epopea ai Mondiali nel 1970, ma da secondo visto che Valcareggi gli preferì Albertosi. Dal 1974 al 1982 divenne però il titolare indiscusso – e poi capitano – della squadra azzurra. Al Mundial spagnolo, a quarant’anni, grazie alle sue parate contribuì al trionfo della spedizione di Bearzot. Nel 1973 sfiorò anche l’aggiudicazione del Pallone d’Oro, ma arrivò nella piazza d’onore, dietro al campione olandese Cruyff.
Walter Zenga difese la porta azzurra ai Mondiali casalinghi del ’90, riuscendo a mantenerla inviolata per 518 minuti (è tuttora il record assoluto di imbattibilità), quando una sua errata uscita consentì a Caniggia di impattare la semifinale.
Di Gianluigi Buffon naturalmente ricordiamo le gesta al Mondiale del 2006, in cui l’Italia si laureò campione del mondo per la quarta volta. Decisive alcuni suoi interventi, in particolare nella sofferta semifinale vinta ai supplementari contro la Germania.

GLI ULTIMI CAMPIONI: CASILLAS E NEUER – Gli ultimi due campionati iridati sono stati vinti da Spagna e Germania. Entrambe contavano su due portieri di grandissima affidabilità, Iker Casillas e Manuel Neuer. L’estremo difensore iberico, al secondo posto dietro a Zenga come minuti di imbattibilità (477 minuti), in Sudafrica subì solamente due reti nell’intero arco del torneo. La colonna del Bayern e della Nazionale tedesca Neuer, invece, è il classico portiere moderno: abile con i piedi, comanda in modo impeccabile la difesa e contribuisce a creare il gioco in fase di impostazione. “Potrebbe giocare a centrocampo”, ha ardito il suo commissario tecnico Löw. E noi non ci sentiamo di contraddirlo.