Verso Russia 2018 – I cannonieri dei Mondiali
Gli attaccanti che partecipano a un campionato del mondo si dividono in due categorie. Alcuni sono già affermati, conosciuti in tutto il mondo per la loro prolificità in zona gol, che approfittano dell’occasione iridata per far brillare ulteriormente la loro stella. E da questi campioni, giocoforza, ci si aspetta un Mondiale da protagonisti. L’altra categoria di attaccanti è composta da tutti gli altri: quelli poco reclamizzati, quelli in rampa di lancio, quelli che non ti aspetti perché giocano in squadre non in lizza per la vittoria finale. Nelle sue venti edizioni la Coppa del Mondo ha messo in luce tanti talenti, tanti campioni, ma anche alcuni bomber che si sono rivelate poi meteore.
1930-1970: GLI ANNI DELLA COPPA RIMET – La Coppa Rimet è stata assegnata fino al 1970, quando il Brasile l’ha vinta per la terza volta nella sua storia. E in quarant’anni, di bomber poderosi, ce ne sono stati tanti. Il dato interessante è che nelle prime due edizioni a laurearsi capocannoniere è stato un giocatore della squadra sconfitta in finale. Il primo ad aggiudicarsi la classifica dei marcatori fu Guillermo Stábile, calciatore argentino che giocò poi in Italia con le maglie di Genoa e Napoli; poi fu la volta di Oldřich Nejedlý, bandiera dello Sparta Praga e della Nazionale cecoslovacca, sconfitta in finale dall’Italia di Pozzo. Nel 1938 trionfò Leônidas, campione brasiliano a cui è legato un aneddoto particolare: in occasione della semifinale contro l’Italia, il ct Pimenta decise di farlo riposare perché convinto che il Brasile avrebbe superato gli azzurri agevolmente anche senza di lui. Morale della favola: l’Italia batté il Brasile 2-1, andò in finale e conquistò il secondo titolo consecutivo. Nel 1950 fu ancora un brasiliano a prevalere sugli altri: Ademir, nell’edizione ricordata per il Maracanazo, segnò ben 8 reti. Quattro anni più tardi fu il turno dell’ungherese Sándor Kocsis, mentre nel 1958 trionfò Just Fontaine. L’attaccante francese di origine marocchina realizzò ben 13 marcature, bottino che rappresenta tuttora il record assoluto per il campionato del mondo. In Cile, nel 1962, per la prima volta mancò un vero e proprio “principe del gol”. Il primato se lo spartirono in sei: i brasiliani Garrincha e Vavà, il cileno Sànchez, lo jugoslavo Jerković, l’ungherese Albert e il russo Ivanov. Il 1966 incoronò la Pantera Negra, Eusébio, autore di 9 gol, mentre a Mexico ’70 prevalse il centravanti della Germania Ovest Gerd Müller.
1974-1994: DA LATO A SALENKO – La nuova coppa del Mondo venne assegnata nel ’74, edizione in cui fu il polacco Grzegorz Lato a segnare più reti (7). La tradizione negativa, secondo cui il cannoniere incontrastato non appartieneva mai alla squadra vincitrice, venne interrotta quattro anni più tardi, quando la straordinaria vena realizzativa di Mario Kempes trascinò l’Argentina alla conquista del suo primo titolo. Nel 1982 la storia si ripeté: Paolo Rossi, dopo un avvio incerto, ripagò la fiducia concessagli da Bearzot e non solo si laureò campione del mondo con l’Italia, ma vinse anche la classifica cannonieri del Mundial. Nel nuovo trionfo argentino, firmato Diego Armando Maradona nel 1986, brillò la stella di Gary Lineker che, in seguito alle gesta mondiali, passò dall’Everton al Barcellona. Italia ’90, come molti ricorderanno, fu l’edizione di Salvatore Schillaci, salito alla ribalta dopo aver scalzato Carnevale come partner d’attacco di Vialli. L’attaccante siciliano riuscì a staccare il futuro genoano Tomáš Skuhravý grazie al calcio di rigore segnato all’Inghilterra, che decise la finale per il terzo posto contro l’Inghilterra. I Mondiali negli States del 1994 premiarono due calciatori. Il primo, Hristo Stoichkov, era nel fiore della carriera e, certo, approfittò dell’exploit della Nazionale bulgara, giunta fino in semifinale contro l’Italia di Sacchi. Il secondo, invece, era un attaccante del tutto impronosticabile. Oleg Salenko, centravanti russo del Logroñés, dovette il suo successo a un’unica partita: la sua Nazionale travolse il Camerun per 6-1 e lui realizzò cinque reti, un record difficilmente battibile al giorno d’oggi.
1998-2014: RONALDO E GLI ALTRI – Nonostante le grandi prestazioni dell’italiano Christian Vieri e dell’argentino Gabriel Batistuta, nel 1998 fu il croato Davor Šuker a primeggiare con sei reti, aiutato dalla grande forma della Nazionale a scacchi. Il 2002 fu l’anno di Ronaldo: il fuoriclasse brasiliano, all’epoca in procinto di lasciare l’Inter per il Real Madrid, realizzò otto reti, due delle quali nella finalissima contro la Germania. Nel 2006, anno del quarto trionfo azzurro, l’Italia non ebbe un vero e proprio bomber, tant’è che i primi due marcatori furono Toni e Materazzi, entrambi con due reti. Così prevalse il tedesco Miroslav Klose, in quel momento centravanti del Werder Brema. Nel Mondiale sudafricano si ripeté, press’a poco, il caso del 1962. Si spartirono la palma di best scorer in quattro: Thomas Müller, David Villa, Wesley Snejider e Diego Forlán. Infine, nell’ultima edizione disputata, a spuntarla fu il colombiano James Rodríguez, autore di sei reti complessive.